Quelli che non si sono mai occupati di politica, oh yes!
(Jannacci/Viola)
A me sembrava di aver capito (male evidentemente), che sul tema dell’abolizione delle Province vi fosse un ampio, diffuso e trasversale consenso, (non il mio peraltro).
Alla trattazione – spesso inappropriata – del tema “riduzione costi della politica”, al primo posto nella hit parade dei tagli compariva inattaccabile la voce “chiusura delle province”. Gran parte della politica, alcune categorie economiche, opinionisti degli organi d’informazione, tutti d’accordo: ente inutile, chiudere please. E anche velocemente se possibile.
Una discussione approfondita su compiti e funzioni dei diversi livelli istituzionali tesa a riformare, rendendola possibilmente più efficiente, la pubblica amministrazione? Orpelli. Perdite di tempo. Troppo trama avrebbe detto Benigni. No, la parola d’ordine era sopprimere, chiudere senza tante discussioni in politichese. Per carità. Di politica ce n’è fin troppa. “E noi non facciamo politica…!” Tagliare tagliare!
Questo mi pareva. Ma forse sbagliavo. Almeno a giudicare dalle reazioni – anche queste diffuse e trasversali – sulla ipotizzata riorganizzazione delle Province Toscane in area vasta e sulla possibilità per Arezzo di perdere lo status di Provincia, o, in caso di area vasta, quello di capoluogo.
Conseguenze, a mio modesto modo di vedere, più che prevedibili dal momento in cui si è iniziato a sollecitare, sulla scorta di un irrefrenabile spinta della sempiterna e benemerita (sic) pubblica opinione, all’abolizione dell’ “inutile” ente.
Se si dichiara che qualunque fosse il governo a venire, l’imperativo categorico, nell’ambito dei necessari tagli alla vituperata politica, dovesse essere la chiusura delle Province, il minimo da aspettarsi è che chiudano anche la Tua, con l’addio al relativo capoluogo.
La Palisse, Catalano e persino Manlio Scopigno, sono sicuro avrebbero convenuto con me su questo punto.
Per questo mi stupisce un po’ questa levata di scudi, questa chiamata alle armi, che segue allo scetticismo (quando non alla palese contrarietà), fino ad oggi manifestati di fronte alla strada di una riforma seria e approfondita dei livelli istituzionali del territorio, che potesse pure preludere ad accorpamenti, ma con il pregio di costruire prima il contenuto del contenitore.
Questo è clamorosamente mancato a questa discussione, con buona pace e qualche responsabilità di coloro che le Province le volevano solo chiudere. Tutte, tranne la propria.
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