Premettendo che ci scherza (è sempre meglio specificare, così almeno chi arriva a leggere questo primo rigo capisce) andiamo a sfatare con fatti realmente accaduti la teoria serpeggiante secondo cui Paolo Gentiloni, nuovo Presidente del Consiglio incaricato, sia un clone di Renzi, un suo fido scudiero o comunque un democristiano. A questo scopo ci viene in soccorso Wikipedia
Si legge infatti:
“…GENTILONI a dicembre 1970 fugge di casa per partecipare ad una manifestazione a Milano. Entra quindi in contatto con il Movimento Studentesco di Mario Capanna, e dopo la confluenza di questo in Democrazia Proletaria rimane nel Movimento Lavoratori per il Socialismo sino alla sua unificazione con il PARTITO DI UNITA’ PROLETARIA PER IL COMUNISMO…”
Avete capito? Davvero Gentiloni non è mai stato democristiano (se non nella molto recente fase Margherita pre-PD, che comunque non era la DC), ma addirittura è stato comunista. Anzi, di più: è stato più comunista dei comunisti, avendo militato per oltre un decennio in compagini politiche (MS, poi MLS, poi MLS dentro DP e poi MLS dentro il PdUP pC) che stavano alla sinistra del PCI e ne contestavano le strategie troppo moderate e poco proletarie.
Quindi è stato battuto il record di D’Alema, primo ex comunista a Palazzo Chigi, spingendosi oltre, arrivando all’estrema sinistra gruppettara!
Al massimo, se proprio si vuole ricollegarlo alla tradizione politica cattolico-moderata, si può parlare di un figliol prodigo prima smarrito, poi progressivamente tornato all’ovile.
Ovile che era peraltro la sua famiglia di origine, essendo suo avo il ben noto Vincenzo Ottorino Gentiloni, Presidente dell’Unione Elettorale Cattolica Italiana che stipulò con Giolitti il “Patto Gentiloni” nel 1913. Con esso il mondo cattolico compiva una scelta di campo epocale, decidendo di entrare nella politica italiana (dalla quale era rimasto quasi totalmente fuori fino a quel momento visto il non expedit papale) scegliendo l’alleanza con i liberali piuttosto che con i socialisti, come invece molti esponenti del mondo cattolico stesso (es: don Romolo Murri, poi scomunicato dal Papa) sostenevano.
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Sì stava meglio quando si stava peggio, mala tempora currunt.