Richard Feynman è stato uno dei più grandi fisici del Novecento. La Repubblica e Le Scienze hanno dedicato a lui la prima uscita di una collana dal titolo “La Scienza a fumetti”. Fin qui tutto bene.
Ma… i disegni sono orripilanti: non dico che avrebbero dovuto rivolgersi a Giorgio Cavazzano o Marco Gervasio, ma almeno uno che sapesse tenere la matita in mano, tanto valeva allora che lo disegnasse Sio! Anche la sceneggiatura lascia alquanto a desiderare, scollata e poco coerente, se non si conoscono alcuni dettagli tramite altre fonti, ci si perde.
Tuttavia, per chi non sa chi sia, può essere un’occasione per conoscere il personaggio. Sì, perché Richard P. Feynman è proprio un personaggio. Autentico genio, premio Nobel per le ricerche sull’elettrodinamica quantistica, scienziato vero, animato da un’insaziabile curiosità, Feynman studiava più per personale diletto che per professione ed amava condividere le proprie conoscenze con quanti lo circondavano. Amante del Bello e delle belle donne, capace di divertirsi, in barba al luogo comune che vuole gli scienziati noiosi e monotematici, mantenne tuttavia intatta la sua ironica razionalità fino alla morte, e pronunciando le seguenti parole, circa la possibilità di risvegliarsi dal coma: “Non sopporterei di morire due volte: è una cosa così noiosa!”.
Suonatore di bongo e di frigideira brasiliana, scassinatore per gioco di casseforti, spesso sfidava i colleghi in giochi matematici, come quello di calcolare a mente i quadrati e le radici di numeri molto grandi con una buona approssimazione. Il carattere puntiglioso ed una certa mania di protagonismo lo resero una spina nel fianco alla Nasa, ma d’altra parte era impossibile non essere irretiti dal fascino e dal carisma di questo giocoso pensatore.
Feynman era anche bello, o almeno così lo vedo io, che ne sono fatalmente innamorata, ma nel libro di “Le Scienze” i disegni decisamente non rendono giustizia ai tratti e soprattutto allo sguardo, a quell’espressione vivace e ironica che rivelava a prima vista la sua natura.
Devo anche avvisare che in quel libro vi sono anche alcune, forse troppe pagine in cui ci si sofferma su spiegazioni, seppure semplificate allo stremo, di fisica quantistica: ma chi non le capisce non si spaventi: in fondo lo stesso Feynman affermava di non comprendere la propria teoria!
Parlo sempre di questo scienziato ai miei ragazzi perché ne traggano spunto per ardire di pensare liberamente. Il volume a fumetti potrebbe costituire un approccio, anche se “poi trovà de mejo”, come ebbe a dire Manuel Fantoni a Benvenuti Sergio nel film “Borotalco”.
Ai più grandi consiglio invece “Sta scherzando, Mr Feynman” (Vita e avventure di uno scienziato curioso), ed. Zanichelli, raccolta di interviste e scritti da cui emergono, prepotenti ed irresistibili, la carica e la personalità di quest’uomo irripetibile.
Infine, per chi si orienta nella materia, potrà essere gustoso esplorare la Fisica dal suo punto di vista. Il Premio Nobel spesso giungeva a soluzioni di problemi matematici o fisici in maniera autonoma ed alternativa, discostandosi dai procedimenti da manuale e costruendo così a poco a poco “La Fisica di Feynman” (ed. Zanichelli), testo universitario decisamente non semplice. “Sei pezzi facili” e successivamente “Sei pezzi meno facili”, ed. Adelphi, sono invece piccole lezioni monografiche di argomenti di Fisica generale, fruibili anche ai meno tecnici, che potranno scoprire e riscoprire la disciplina le cui Leggi ci governano insindacabilmente.