Appena smessi i pantaloni corti, ci siamo conosciuti in un bar fumoso a Camucia, la nostra Maialina city. Centro commerciale e produttivo di puzzolenti quadrupedi – tanto quanto sono buoni i loro prosciutti! – , della cui aria mefitica ci eravamo dati ragione. Combustibile di quello sviluppo: o bere o bara! D’altronde, molti eravamo contadini smessi da poco.
Le amicizie e le coppie omo o etero si formano per particolari alchimie, non importa se per affinità o altro. Succede. Molte amicizie, pure forti, non durano a lungo o non si possono coltivare, mettiamo, per motivi di distanza.
Quella con Enzo B. è durata finché lui non se n’è andato, senz’alti né bassi, segnata a ogni incontro da scorpacciate di chiacchiere ironiche gioiose trasgressive…chi più ne ha più ne metta. Intonate sempre sulla stessa chiave, fin da ragazzi, curiosi di tutto ma anche critici di tutto, a partire da noi stessi, col sottofondo disincantato e allegro di un grande fan culo al mondo. Sembrerebbe tutto quanto serio, invece…
Le proibizioni, considerate tali dai benpensanti, purché non sfociassero in reato, per noi erano curiosità da soddisfare. Enzo B., di un anno più piccolo, era un passo avanti in tante cose.
Appassionato di musica, mi portò ad ascoltare Francesco De Gregori alla casa del Popolo di Montepulciano scalo. De Gregori, l’esordiente delle “Formichine”, si esibiva da solo con la chitarra acustica. Vedi la sfiga, il concerto durò poco. Si ruppe l’amplificatore, e De Gregori ci piantò in asso, incazzato. Enzo B. appassionato di chitarra – senza saperla suonare, è stato suo figlio ad applicarcisi – fan di Alberto Radius, andammo al concerto dei Formula 3, senza trascurare La Premiata Forneria Marconi, i Nomadi, l’Equipe 84, … e altri concerti rock capitati vicino. Enzo B. era esperto di cinema. Tanto che bisognava mettersi lontano da altri spettatori, da non farli incazzare coi suoi anticipi di sequenze… era in grado di anticipare quel che sarebbe successo nella sequenza successiva. Agli amici faceva ridere e passare il tempo al cinema senza annoiarsi, ma tra il pubblico c’era chi s’incazzava a sentirne i commenti ad alta voce.
Affettuoso con la mamma, rimasta presto vedova, non si trattava di mammismo ma di complicità tra due persone innamorate della vita e del pensiero libero. Tra noi giovinastri, fu il primo a sperimentare vacanze esotiche, in Jugoslavia, dove c’era la diceria che le ragazze la davano senza le lungaggini in uso nei nostri paraggi. E, a dir suo, conquistò ambiti premi… Venne poi l’anno d’una ondata trasgressiva in occasione di Umbria Jazz a Castiglione del Lago. Uomini e donne in riva al lago stavano nudi! Il coraggioso Enzo B. mi tolse di mano la macchina fotografica, vedendomi titubante, e riempì un rullino di scatti, schivando minacce da parte di certi nudisti, documentando un fenomeno di costume straordinario non più ripetuto…
Condividemmo anche le prime esperienze politiche da figicciotti… curiosi ma pigri, pur sentendoci legati agli ideali comunisti e anticapitalisti, eredità familiari, non eravamo tanto portati all’attivismo, anche perché disgustati da certo attivisti non disinteressati, anzi, smaccatamente ambiziosi per un posto di lavoro o per la carriera politica. Gente che, noi ingenui, ritenevamo inadeguati. Forse, oggettivamente, erano inadatti. Ma, in realtà, siamo rimasti sorpresi, e pure consolati: “se quel ciuco ha fatto carriera, allora possiamo farla tutti!”… Ma presto s’è capito l’abbaglio.
Non basta la fortuna per la carriera politica, ci vuole il pelo sullo stomaco… così abbiamo sperimentato che non basta essere della stessa parrocchia per vivere in pace, ma bisogna secondare il satrapo emergente, il più scaltro, altrimenti gente come noi – che lavoravamo in enti pubblici – veniva presa a schiaffi anche dai compagni, se discosti dalla cordata vincente. Ai tempi dei poveri Dante e Machiavelli avresti rischiato la vita, o l’esilio andandoti bene, oggi le pene son meno tragiche per i non allineati, ma i dispetti te ne cascano addosso a valanga!… E per quei dispetti Enzo B. soffrì molto, specie quando le discriminazioni si fecero di carattere economico. Toccando lo stipendio. Perché crescere i figli, farli studiare, consentire loro certe passioni, ha costi sempre maggiori, e la cattiveria umana non dovrebbe affliggere le persone penalizzandole nel salario.
Poi a un’età avanzata, ma ancora non vecchi straniti, sono arrivati malanni seri. Quelli dai conti salati: da dentro o fuori! A Enzo B. né è capitato uno tra i più sadici. Dal lento ma inesorabile decorso verso la morte. Con attimi di temporanea illusione, non tanto di guarire, ma dell’arrivo di un nuovo farmaco che allunga la vita. Per sapendo che esso avrà effetti positivi limitati nel tempo. Cioè, sai in anticipo la data della tua fine. Ciò nonostante, un paio di mesi fa, in una delle sempre più rare ma lunghe chiacchierate, del più e del meno, con Enzo B. – pur avendo avuto, lui, già il segnale di fine corsa, ma contando in un colpo di culo che un po’ l’aveva sorretto – ci siamo avventurati in progetti futuri: come l’acquisto di una motocicletta per andare a spasso in estate. Ambedue acciaccati, ci avessero ripreso con una telecamera avremmo fatto ridere il mondo… ma noi siamo stati sempre così. Inutile piangersi addosso. Finché c’è vita diamo gas al motore, anche se ridotto a un filino di energia, va sfruttato fino in fondo.
Dopo questa, di sicuro, non ci sarà un’altra vita uguale. Convinti come siamo che – come rispose la vecchietta morente al confessore che l’esaltava la fortuna prossima di uscire da questa valle di lacrime per andare in paradiso – : “Questa sarà una valle di lacrime, ma ci si piange tanto bene!”. Così, visto il manifesto a lutto per Enzo B. mi è venuto di ricordarlo allegro dolce e anticonformista, alla Vasco Rossi:
“Noi siamo liberi, liberi, / liberi di volare(…)/ liberi di sbagliare/ (…) liberi di sognare (…)/ Noi siamo i soliti /sempre così/ Siamo gli inutili/ fatti così/ Noi siamo quelli delle occasioni/ prese al volo come piccioni…” Ciao Enzo!
www.ferrucciofabilli.it
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Con Enzo ho condiviso i ricordi di tutti quelli che percorrevano la via Lauretana con quella diversità sociale in cui h volte i lampi di pazzia di tramutavano in genio artistico.
Venditori di scope.
Suonatori ambulanti che mai finivano un brano
Arrotini
Frati mancati
Poeti di strada
Ed altra curiosa umanità non allineata che ci ha riempito la nostra giovinezza.
L'orto poi era argomento sacro e principe tra noi perché la gente di Chiana mai può scordarsi l'odore della terra coltrata in autunno https://uploads.disquscdn.com/images/fe88b434ecca1a01ebd123abc3d86bd7071602db0c68cfa3574c850f49cc009e.jpg