Una rivisitazione di Goldoni e del suo “Il servitore di due padroni” davvero unica ed inaspettata quella messa in scena, ieri sera, al Teatro Signorelli di Cortona da Pierfrancesco Favino e dalla sua affiatatissima compagnia nella commedia “Servo per due”. Goldoni c’era sul palcoscenico, con il suo Arlecchino, novello Pippo/Favino, che per fame e per amore si trova costretto a servire due padroni.
Un Pippo/Arlecchino con la sua parlata tradizionale lombarda, la camminata sbilenca e l’appetito insaziabile traghettato dalla Venezia di fine 700 ad una Rimini del Ventennio, attraverso la riallestimento inglese del commediografo Bean
C’era anche la commedia dell’arte, oltre il sipario di “Servo per due”, con i suoi giochi di equivoci e i colpi di scena.
Ma c’era anche di più.
Quella di Favino non è stata una rilettura diretta di Goldoni bensì filtrata attraverso l’allestimento inglese ” One men two guvnors” di Richard Bean.
Insieme a Paolo Sassanelli , Marit Nissen e Simonetta Solder hanno tradotto il testo di Bean e ambientato la storia in una Rimini fascista del 1936, cercando di conservare la comicità anglosassone.
In “Servo per due” la trama è solo un canovaccio su cui si innestano scambi serrati di battute tra gli attori, giochi di equivoci, doppi sensi, cadute rocambolesche, che tengono alto il ritmo dello spettacolo per quasi tre ore.
Favino abbatte da subito il muro che separa il palcoscenico dal pubblico. Scende in platea.
Spiazza e sbalordisce tutti in sala coinvolgendo ignari spettatori nelle sue gags, citando paesi della Valdichiana, la ribollita ed il Brunello quasi fossero previsiti dal copione e lasciando tutti basiti alla fine del primo tempo con un colpo di scena inaspettato.
Una commedia visiva e verbale, questa la chiave del successo di “Servo per due”, di cui la musica è parte integrante. Una commedia che sconfina gradevolmente nella rivista di avanspettacolo con tanto di vedette e passerella.
Una compagnia teatrale all’altezza del capocomico, tutti coinvolgenti e contagiosi, con un Ugo Dighiero, nei panni dell’ottuagenario cameriere Alfredo, che nel secondo tempo quasi ruba la scena a Favino .
Ai lati del palco un’orchestina dal vivo, i “Musica da ripostiglio”, accoglie il pubblico all’arrivo in teatro e interviene, durante lo spettacolo, a fare da collante, tra un sipario e l’altro, riproponendo un repertorio di canzoni dell’epoca che coinvolge il pubblico contribuendo a calare gli spettatori nell’atmosfera di una Rimini felliniana.
Favino trionfa, dunque, nel suo ritorno a Cortona dove, circa 10 anni fa, girò da protagonista “L’intramontabile Bartali” e la città gli rinnova la stima e la simpatia con un interminabile scroscio di applausi che, a mezzanotte, ha valicato le spesse mura del Teatro Signorelli facendo vibrare tutta la città.