Ma Gabbani non era il superfavorito? Come mai è arrivato sesto???
Se lo chiede chi ieri sera, in molti casi per la prima volta, ha seguito la finale dell’Eurovision Song Contest venendo in contatto con questo magico mondo parallelo, per molti anni ignoto a gran parte degli italiani.
Se lo chiede, insieme a lui, anche chi l’Eurovision lo ama da sempre, da quando l’Italia non partecipava nemmeno più…
Perchè la delusione è tanta e la vittoria, davvero, pareva sicura.
Fino a pochi giorni fa erano tutti d’accordo: i fan europei (100 milioni di visualizzazioni su Youtube per Occidentali’s Karma…), gli OGAE (Gabbani ultra-primo nelle polls…), i bookmakers (ci quotavano a livelli risibili, sotto il 2…), perfino i giornalisti (il nostro portacolori ha vinto il premio della sala stampa…)
E poi? Che diamine è successo?
E’ colpa delle giurie nazionali cattive che ci hanno penalizzato, forse condizionate dal nostro ruolo (scomodo) di superfavoriti?
E’ colpa del televoto, dove siamo arrivati solo quinti?
12 punti solo da Malta e Albania, 10 da San Marino, Montenegro, Slovenia e Svizzera non sono un ruolino di marcia sufficiente per vincere…
Sarà stato l’ordine di esibizione penalizzante (eravamo l’act #9, troppo presto)? Sarà che essere una Big 5 ed esibirsi in una sola serata invece che due è deleterio? Sarà che Sanremo va spostato da Febbraio a fine Marzo così da poter tenere più vivo l’hype della nostra canzone (“erano 3 mesi che si andava avanti con la scimmia, la gente s’è stancata“)?
Io, pur rispettando tutte le teorie di cui sopra, riassumo la sconfitta in modo più semplice.
Dico che… c’è poco da dire e teorizzare e che la sconfitta va accettata.
Vero: essere sesti grida vendetta, ma per riprendersi dalla delusione basta prendere coscienza di 4 cose, ben più importanti di una vittoria eurovisiva:
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