Sabato mattina… che bellezza poter dormire fino a tardi dopo una settimana di alzatacce, treni, lezioni e studio. Certo la sensazione di benessere che provo ad aprire gli occhi due o tre ore più tardi rispetto al solito non deve essere certo data solo dallo stato di riposo e rilassatezza che mi concedono, ci dev’essere di mezzo anche la condizione psicologica, cioè: so che posso permettermi di far tardi la mattina solo di sabato e domenica e ciò rientra nella mia tranquillizzante routine, e di conseguenza mi fa stare serena esattamente come sapere che poco dopo prenderò il caffè, oppure come, durante la settimana, andare a studiare in biblioteca a una data ora, il vedermi con le amiche all’aperitivo.. insomma come tutte le attività che costantemente si ripetono e vanno a delineare la routine della settimana.
Ma la tranquillità del sapere cosa ( più o meno) faremo da che ci deriva?
Mi sono un po’ informata e ho scoperto che il nostro cervello è un organo fondamentalmente pigro, lasciato a se stesso, scaltro com’è, sceglie sempre le soluzioni più comode e usa la dopamina, un neurotrasmettitore che da sensazioni di benessere, per premiarci se facciamo cose facilmente incasellabili e se non graviamo la mente con problemi dalla difficile gestione. In pratica ci “dopa” per non farci uscire dalla nostra comfort zone e aprirci a pensieri più creativi, provocatori, che darebbero una scossa e provocherebbero il corto circuito di un percorso facile e veloce.
E allora ho avuto l’illuminazione: ma non sarà per questo che accettiamo senza troppo clamore gli abusi di un governo tecnico non eletto, che non ci indignamo al punto da cambiare le cose davvero, davanti a gruppi politici che dimostrano quotidianamente la propria inutilità , la fraudolenza, l’ipocrisia di fare i conti in tasca a pensionati che non sanno come poter mangiare ma poi non riescono a spiegarsi la ristrutturazione di un appartamento o il perché siano in possesso di titoli di studio di cui sono ignoranti? Non sarà che siamo un po’ troppo “fatti” di dopamina, prodotta in quantità da pensieri confortevoli come” Ma tanto in Italia è sempre così… è uno schifo… sono tutti uguali…”? Non lo so certo con sicurezza, ma almeno nel caso di cervelli pigri il rimedio è una bella scossa, un input come quello che sentiamo all’avvicinarsi di una scadenza: facciamo sentire la mente un pochino più sotto pressione e potremo stupirci delle reazioni nuove che potrebbero permetterci di cambiare davvero qualcosa.