Mi sembra interessante, anche un po’ per sdrammatizzare, ripescare dalla nostra storia passata per entrare su quello che a Cortona è il tema del momento: la sicurezza pubblica.
Dai libri di storia locale scopriamo come, secoli fa, la situazione fosse piuttosto grave. Nel 1566 i cortonesi avevano veramente esagerato commettendo non meno di 25 omicidi. Ce lo dice lo storico locale Alberto Della Cella nella sua fondamentale opera “Cortona antica”. Ecco il passo (pag. 285):
“Masino con Chiocca Palei e loro parenti ammazzarono in Ruga Piana il Capitano Ventura Pallanti di Città di Castello che aveva per moglie la sorella di un Rosado di Messer Cosimo Passerini; -& Eustacchio di Cristoforo Luccj ammazzò Gio. di Pier Lorenzo Vagnucci; – & Mariottto di Vincenzo Tommasi con Gherardo di Mr. Piero Alfieri ed altri suoi parenti ammazzarono Gerolamo altro figlio di Pier Lorenzo Vannucci; -& Anton Bernardino di Camillo di Monte Baldelli ammazzò Piero di Guidone Alfieri; – e allora Nicolò di detto Guidone per vendetta di detto fratello ammazzò Filippone di Baldello Baldelli, in Ruga Piana; – & Gio. Batta di detto Guidone Alfieri ammazzò a San Domenico, Arcangelo di Galeotto Sernini; -& Ghino di Lorenzo Tartaglini ammazzò Giovanni di Messer Nicola Cattamici; -& Zucchino di detto Lorenzo Tartaglini ammazzò Lorenzo di Diomede Vagnucci mentre questi gli apriva l’uscio di casa; -& Gio.Batta di Ghino Ghini con un pennato ammazzò a tradimento Lorenzo di Messer Nicolò Cattamici; -& e allora Gio.Batta del Capitano Baldello Baldelli ammazzò Luca Antonio di Messer Matteo Tommasi; -& Attilio di Simone di Bernardo del Mancino, insieme con Angiolo di Cornelio Vagnucci e Gilio di Marcotto Ristoro suoi cognati, ammazzarono in sua propria casa, Michelangiolo figliuolo bastardo di detto Bernardo e zio del detto Attilio; – & Nicolò di Guercio ammazzò in Ruga Piana con uno stiletto Messer Pietro Sermanni pittore e persona molto dotta.”
Quale fu allora la soluzione?
“A questo punto il Governo di Firenze s’impensierì e mandò il Bargello con dieci sbirri…“
Dallo stesso libro si apprende che anche nei periodi precedenti una legione di soldati fu per lungo tempo in città perchè:
“assassini, vendette, risse sanguinose fra partigiani, aggressione notturne erano cose di tutti i giorni. Non si usciva di notte senza scorte e lanterne. Quando arrivava la repressione, allora, era feroce e la giustizia si esplicava con decapitazioni e impiccagioni sommarie”
Che ci insegna questa storia?
Che forse adesso badiamo troppo alle tecnologie mentre all’epoca, visto che nessuno aveva ancora inventato le telecamere, i problemi di ordine pubblico si risolvevano in modo molto più semplice: aumentando i controlli e la presenza delle forze dell’ordine.
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