“Non finisce qui… senza un perché.. Non finisce qui .. perché sono solo a metà di una vita incoerente che un po’ prende e un po’ dà.. ” canta nella mia testa Little Tony da un bel po’ di giorni.
Diverse mattine fa mi sono svegliata e, nonostante la situazione non sia delle più rosee, mi sono ritrovata a canticchiare l’ottimistico ritornello di questa canzone che ho sentito solo una volta molti anni fa e che, per quanto piacevole a cantarsi, non era di sicuro una delle mie canzoni preferite.
Da allora, chissà perché, mi gira in testa insistentemente anche mentre dormo e, contro ogni logica visti i tempi che corrono, mi mette allegria.
Spero proprio che sia uno di quelli che io chiamo “i miei presentimenti musicali”
Non è la prima volta infatti che mi accade: quando una canzone mi tormenta riproponendosi in continuazione come sottofondo dei miei pensieri o dei miei sogni notturni nonostante faccia di tutto per scordarmela poiché la ritengo oggettivamente inopportuna rispetto al momento poco felice che sto vivendo in privato o insieme ai miei simili, tutte le volte, inaspettatamente e insperatamente, lo stato d’animo che il motivo musicale mi trasmette si rivela annunciatore della svolta favorevole che prenderanno di lì a un po’ di tempo dopo gli eventi che al momento si prospettano tristi e pesanti da sopportare.
Stavolta è toccato alla canzone con cui Little Tony in occasione del Festival di Sanremo del 2008 aveva festeggiato il suo ritorno sul palcoscenico. Era infatti uscito da poco dalla brutta esperienza di un infarto che lo aveva colto mentre si esibiva al “Contessa Banquet Hall” di Ottawa.
Lo scampato pericolo aveva avuto su di lui, appena… sessantasettenne, un effetto più che benefico e la congenita vitalità del “ragazzo col ciuffo” ne era stata talmente decuplicata da spingerlo a comporre questo pezzo musicale e a venirlo cantare sul palco dell’Ariston con l’entusiasmo contagioso di un diciottenne.
Voglio credere, me lo auguro e ve lo auguro, che anche stavolta il mio presentimento sia veritiero. E anche se sono una scettica incallita ora voglio lasciarmi convincere da chi dice che l’entusiasmo e la fiducia incrollabile in qualcosa sono forze capaci di attirare la buona sorte.
E che c’è di meglio di una bella cantata a squarciagola per vincere la depressione, esorcizzare la paura e respingere al mittente la sventura
E siccome mi sono accorta con piacere di non essere l’unica ingenua che vuol credere che questo sia possibile e dato che sono ultraconvinta che, comunque sia, tentar non nuoce e nemmeno costa qualcosa, a chi non può associarsi alle cantate collettive dai balconi che nei giorni scorsi sono state organizzate in alcune città italiane suggerisco di contrastare la depressione da isolamento forzato e la paura impegnando i vostri pensieri a cercar di ricordare quali siano state le canzoni che nel corso degli anni sono riuscite più di tutte a di caricarvi di energia e buonumore, riascoltatele (you tube può essere un validissimo aiuto) cantatele e, anche se siete soli in casa, o proprio perché siete soli, ballatele. Siete soli, nessuno penserà che siete pazzi.
Il cattivo umore e i musi lunghi non si son mai dimostrati antidoti o vaccini efficaci per nessun virus e sforzarsi di reagire alla tristezza ed essere positivi non vuol dire essere incoscienti.
Per aiutare i miei coetanei (ultrasessantacinquenni sic..) che per motivi di età non riuscissero a trovare nella loro memoria titoli di canzoni abbastanza “energizzanti” posso consigliare:
– l’ effervescente “Be my baby” interpretata dal gruppo di graziose ragazze statunitensi “The Ronettes”
– “E adesso te ne puoi andar” cantata dal brioso gruppo di fratelli/sorelle malgascio “ Les Surfs”
Sono proprio sicura che così facendo, aiutati da una buona dose di pazienza e dalla incrollabile volontà di essere disciplinati tra un po’ potremo finalmente ritrovarci tutti all’aperto e cantare tutti insieme “E’ la pioggia che va..e ritorna il sereno….”.
In omaggio al coraggioso Little Tony che con questa canzone ha composto un’inno alla sua vita ma anche, in fondo, a quella di ciascuno di noi, riporto qui sotto il testo intero per chi volesse meditarci un po’ sopra:
“Ho navigato mari e cieli controvento,
ho sopportato male a bene ogni momento e ancora
mi fido della gente,
ho stretto mani e fogli col mio nome,
ho regalato ad una figlia il mio cognome e da allora
è la cosa più importante,
perché ora sono a metà di una vita incoerente che un po’ toglie e un po’dà
ma lontano dalla meta va…
Non finisce qui su questo palco dove è stato emozionante..
senza un perché..
scambiare musica col cuore e con la mente.
Non finisce qui , e la chitarra suona ancora dolcemente.
Non finisce qui..
Ho visto strade grandi e piccoli paesi
I grattacieli e case con i panni stesi e ancora
Io non ho visto niente
Ho avuto mille donne e amato solo una
Con cento macchine ho rincorso la fortuna e ancora
Ne ho da dire tante
Perché sono solo a metà
Del mio viaggio impaziente che riparte da qua
Con la forza che l’amore dà
non finisce qui…
…
Riparto da qui… ”
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