Curiosità Cortonesi

Palazzo Capannelli: un altro tesoro cortonese riscoperto dai “ragazzi” di On the Move

Avete mai visto questa grande sala, con il ballatoio di legno che gira tutto intorno ad essa?

La vedete nella foto sopra, nella veste triste e spoglia che aveva fino a che qualcuno, intuendo la sue potenzialità, ha pensato che sarebbe stata bellissima se sottoposta ad una accurata operazione di make up.

Osservatela adesso in questa foto qui sopra, come appare attualmente, dopo che è stata riportata all’antica eleganza e si mostra, come una volta, piena di persone che si aggirano al suo interno.

Si tratta di una delle sale di Palazzo Capannelli che insieme a Palazzo Venuti, sono divenute da quest’anno le due nuove location in cui sono state allestite alcune delle tante mostre di fotografie/documentari, opere di veri e propri artisti dell’immagine, che fanno parte della ormai internazionalmente famosa Cortona on the move.

Ormai da anni questo Festival ci stupisce con soluzioni che tanti all’inizio giudicano un po’ temerarie se non folli, ma che sempre poi si rivelano acutissime intuizioni. A portarlo avanti sono coloro che alcuni a Cortona si ostinano ancora a chiamare “i ragazzi del Cortona on the Move” che anche per l’edizione 2018 hanno dimostrato che non c’è difficoltà che fermi chi fa le cose con passione ed entusiasmo.  

Hanno infatti “aguzzato l’ingegno” e “facendo di necessità virtù”, con competenza, professionalità e fantasia, come solo le persone molto mature riescono a fare, sono riusciti  ad ovviare in maniera geniale al grave problema che avrebbe potuto rivelarsi per loro il non poter usufruire più di quella grande risorsa che fino all’anno scorso era stato il nostro grande e glorioso Ospedale della Misericordia.

Sembrava infatti impossibile fare a meno di quell’edificio che, oltre ad offrire ai visitatori la possibilità di ammirare i vastissimi panorami sulla Valdichiana, con i suoi ampi spazi aveva permesso fino ad allora l’allestimento di una buona parte delle raccolte di foto e documentari della Mostra fotografica da loro ideata.

Gli organizzatori però, forse perché conoscono bene la storia della loro città, sapevano che i nostri concittadini dei secoli passati ci hanno lasciato un’infinità di piazze, palazzi, magazzini, edifici che sembrano esser stati ideati apposta per creare suggestioni.

La soluzione è stata trovata e sono così diventate accessibili al pubblico due antiche dimore di famiglie aristocratiche cortonesi che contengono al loro interno particolarità che secondo me sono degne si essere messe in evidenza.

Non vorrei essere fraintesa. Il vero motivo per cui vale la pena di visitare la Mostra è la bellezza delle moltissime opere in essa esposte. Non per niente ogni anno i più grandi giornali italiani e stranieri dedicano alcune delle loro pagine all’evento per sottolinearne la validità e grandi sponsors, anche questi conosciuti a livello mondiale, offrono all’organizzazione la loro partnership. Il numero dei biglietti venduti, poi, parla da sé.

Oltre a ciò, però, grazie all’escamotage trovato dai promotori di On The Move chi come me  non aveva mai saputo che all’interno di un edificio del centro storico, il Palazzo Capannelli, esistesse un vano così ampio e particolare, adesso può cogliere l’occasione di ammirare anche  il bel salone che nessuno sa da quanti anni non svolgeva più la funzione per cui era stato ideato dagli antichi proprietari.

Le sue pareti sono ancora adornate con grandi quadri e stampe che forse furono appese su quei muri all’epoca in cui in quel caseggiato viveva ancora la famiglia aristocratica che in quel locale organizzava balli e riunioni di società.

Palazzo Capannelli si trova in una via centrale della nostra città, lì dove Via Zefferini si incrocia con Via Roma. Credo che in origine l’ingresso nobiliare dovesse corrispondere con quei grandi portoni, il n. 30 e 32 di Via Roma che io non ricordo, dalla mia infanzia ad oggi, di aver mai visto aperti.

Sempre poi per coniugare l’interesse per la fotografia d’arte al desiderio di conoscere le cose particolari che possiamo trovare nelle dimore cortonesi, potrei consigliare a coloro che si ricordassero che in un articolo uscito sulle pagine di questo giornale alcuni mesi fa avevo parlato di caminetti rivestiti di “ambrogette” prodotte dalla Manifatura Ginori, (particolari mattonelle tanto di moda nelle dimore delle famiglie nobili fiorentine e toscane di fine settecento e inizio ottocento), e fossero curiosi di vederne uno, di recarsi a Palazzo Venuti di Via Nazionale dove, oltre a trovare un’altra sezione della Mostra ricca – potranno vedere con i loro occhi uno di questi graziosi caminetti ed un grande e bellissimo camino in pietra serena sicuramente più imponente ed importante.

Bisogna riconoscerlo: non tutti di questi tempi riescono ad organizzare in Cortona eventi che contribuiscono ad esportare la fama della nostra città valorizzandone così tanto la storia e le bellezze naturali ed artistiche; anzi, spesso le iniziative che si svolgono in essa sembrano sfruttare le nostre strade e piazze per ottenere esclusivamente meri ed immediati interessi commerciali.

Cortona on the Move, invece, porta nel nostro territorio un gran numero di visitatori che potremmo definire “qualificati” poiché, da veri amatori impiegano più di un giorno per visitare le tante rassegne fotografiche disseminate nelle varie locations e così facendo si trattengono a soggiornare nelle attività ricettive di tutto il Comune procurando benefici economici a proprietari di agriturismi della campagna, b&b, case vacanze ecc… esercizi di tipo vario disseminati in tutta la Valdichiana.

La cosa che però secondo me è molto, ma molto apprezzabile e degna di esser sottolineata è il fatto che questi visitatori, da veri amanti dell’arte e del bello, si aggirano per il Centro Storico e affollano le nostre strade in maniera delicata e silenziosa senza stravolgere la vocazione alla “vita lenta “ di quella che fino a qualche anno fa veniva definita “la città del silenzio”.

Se tutto ciò a voi sembra un’impresa da ragazzi……..

Antonella Scaramucci

Vi chiederete il perchè di questa foto. Beh, prima di tutto perchè crescendo sono peggiorata. E poi perchè, dovendo parlare di Pinocchio e delle origini cortonesi di Collodi, è bene tornare ai tempi in cui il mio babbo Folco me lo leggeva alla sera, facendosi (pure lui) delle grosse risate

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Antonella Scaramucci

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