“ Pietro Paolo Bonzi fu Cortonese e di onorato falegname nacque…….” ( Giovanni Baglioni:Vite de’ pittori, scultori e architetti… anno 1642 – pag. 343).
Bonzi, Gobbo di Cortona, Gobbo della frutta, Gobbo dei Carracci, questi sono i nomi con cui dovete cercarlo nel Web se volete avere notizie su di lui e vedere alcune immagini della sua produzione artistica. Con questi gli appelativi questo artista di natali cortonesi viene infatti individuato da più di un biografo e studioso d’arte dei secoli ‘6-‘700 ( Per esempio: Filippo Titi “Descrizione delle pitture, sculture ……” 1763; di Luigi Lanzi “Storia pittorica d’Italia ” 1796; Giovanni Baglioni citato sopra).
Per eminenti studiosi di storia ed arte locale come Girolamo Mancini e Alberto della Cella, invece, il vero nome di questo artista era Pietro Paolo Sellari.
Anche sulla sua data di nascita i documenti conservati negli archvi della nostra città offrono notizie diverse da quelle tradizionalmente indicate nei libri antichi e nei moderni siti italiani e stranieri che parlano di lui. Per tutti questi la sua nascita dovrebbe risalire al 1575 mentre il nostro Girolamo Mancini asserisce che “sui registri dei battezzati del nostro Duomo è notato: 1573, IV, 21 Paulo di Paulo di Andrea Sellari (Contributo dei cortonesi alla cultura italiana pag. 107 nota n. 5).
Anche il Della Cella pag 276 del suo volume “Cortona antica” dice: “Paolo Sellari che alcuni vogliono invece fosse Bonzi o Bonci, è conosciuto sotto il nome di Gobbo da Cortona. Gobbo da Cortona o Gobbo dei Carracci”.
Si pensa che la sua produzione artistica sia stata ampia. Purtroppo però ha firmato chiaramente solo poche opere, ed in queste vediamo che lui stesso si autografava con i nomi con cui tutti gli esperti in materia lo conoscono: Pietro Paolo da Cortona, (vedi le nature morte rispettivamente della Collezione B.Lorenzelli e di quella Wetzalar di Cannero ) oppure Pietro Paolo Gobbo come ne “La Bottega del verduriere” conservata a Madrid Casa Palencia. Ha inoltre siglato alcune sue incisioni eseguite con la tecnica dell’acquaforte con “P.P.B.C.” (Pietro Paolo Bonzi Cortonese).
Comunque lo chiamassero, gli studiosi antichi erano i sono concordi nel riconoscergli un buonissimo livello artistico e una grande abilità a dipingere frutta e fiori “……E di vero quest’huomo esprimevasi bravamente con gran forza, e con vivacità assai naturale sì, che veri e non dipinti pareano e se di Zeusi tra gli antichi narrasi, che poté con l’uve ingannare gli uccelli, questi co’ frutti faceva arretrar le viste, e ingannava gli uomini; e il suo ingegno era un vivo autunno d’ogni sorte di frutti” (Baglioni sopra citato)
Per i “nome d’arte” con cui lui stesso si autografava si è tramandata la convinzione, quasi certamente fondata, che avesse una malformazione fisica a causa della quale il padre non lo ritenesse adatto a continuare nell’attività di falegname/carpentiere che lui stesso svolgeva. Per questo motivo lo avrebbe avviato all’apprendistato presso una bottega d’arte. E, a quanto sembra, non fu affatto una cattiva idea.
Quasi tutti gli storici, basandosi sul nomignolo “Gobbo dei Carracci”, riferiscono che sicuramente la sua formazione artistica possa esser avvenuta presso l’ambiente bolognese di Roma (Annibale Carracci- Giovan Battista Viola). Dice Paolo Uccelli nella sua “Storia di Cortona”: ” Paolo Sellari detto il Gobbo dei frutti fu scolaro del Viola bolognese e amicissimo del Carracci. Dipinse egregiamente frutti e fiori ed anche eleganti figure“. Sempre dal più volte citato Baglioni ci viene riferito inoltre: “…Si accomodò in casa dei Sig.ri Crescentij, e diedesi a dipingere i frutti dal naturale, e in quel genio non si poteva far meglio….”
Dal Dizionario Biografico degli italiani – Volume 12 (1971) veniamo a sapere che il 22 Giugno 1622 il nostro artista cominciò a lavorare nella Galleria del Palazzo di Asdrubale Mattei e che a lui erano affidati gli stucchi e i festoni di frutta e fiori mentre nella stessa Galleria un altro grande artista cortonese, Pietro Berrettini, stava dipingendo le scene centrali. Sempre dalla lettura di questa fonte abbiamo anche la conferma che il nostro Bonzi o Sellari, che dir si voglia, nel momento storico in cui viveva doveva esser considerato un personaggio di tutto rispetto poiché risulta che nel 1634 facesse parte degli accademici di S.Luca.
Dall’atto di morte poi veniamo a sapere che abitava in una zona alquanto privilegiata infatti la sua casa si trovava in Via Rasella proprio nei pressi di quello che fu uno dei principali centri artistici della Roma barocca, Palazzo Barberini.
Non sto ad elencare molte altre opere che si conoscono di lui o le tante altre sulla cui attribuzione i critici sono in disaccordo a causa della mancanza di firma o perché riportano una sigla talmente approssimativa da dar luogo a più di una attribuzione. Se volete, però, potete consultare il Dizionario Biografico che ho citato sopra e le immagini che si trovano non solo nei siti internet italiani, ma anche in quelli di diversi Paesi stranieri.
Per concludere in modo un po’ scanzonato, voglio darvi un’informazione che potrebbe esser illusoria ma ….non si sa mai…. E cioè:
1) visto e considerato che il Della Cella nel suo Cortona Antica” pubblicato nel 1900 afferma che a quell’epoca, non poi così lontana da noi, ancora “……in Cortona, in alcuni appartamenti, si vedono lavori suoi……”;
2) siccome, come ho già detto, sembra che il nostro Pietro Paolo abbia firmato o siglato pochissime opere ma che invece ne abbia prodotte molte;
3) tenuto conto che curiosando nei siti delle case d’aste ho constatato che per qualche dipinto che si “attribuisce” a lui viene fissata una base d’asta di 20.000 Euro,
Consiglierei a coloro che hanno la fortuna di abitare in Palazzi avuti in eredità da avi di antico lignaggio di controllare attentamente se per caso appeso a qualche parete ci possa essere qualche quadro che non viene neanche notato perché stando lì appeso da secoli l’abitudine lo fa sembrare solo un elemento dell’ arredamento perché, se non è firmato ma è una natura morta o un paesaggio che assomiglia a quelli del nostro Gobbo…
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