Curiosità Cortonesi

Blascio, Strufallo, Gogetardo, Chezalo… i nomi dei cortonesi nel corso dei secoli

Volete sapere quante persone nel nostro Comune attualmente portano il vostro stesso nome?

Con i moderni mezzi informatici è un calcolo che si può fare in un minuto, anche se di giorno in giorno, di ora in ora, c’è chi nasce, chi arriva da altri Comuni, chi parte per altri Comuni, chi per sua sfortuna muore ….

Tra i nomi che io ho pensato possano esser i più diffusi in tutto il territorio comunale e per i quali ho fatto un rapidissimo controllo, al momento della verifica il nome al top delle classifiche è Maria che con i suoi derivati e composti ( Marianna, Miriam, Maria Rosa, Maria Grazia ecc….) viene portato da 632 nostre concittadine; 517 sono coloro che si chiamano Francesco o Francesca, 338 le Sig.re o bimbe che si chiamano Anna, Anna Maria, Anna Paola ecc……(buonissimo piazzamento considerato che di questo nome esiste solo la versione femminile), mentre 311 sono coloro che si chiamano Paolo/a.

Volete invece distinguervi per originalità nella scelta del nome del vostro futuro bebè?

Se è maschio chiamatelo Quirino o Ulrico. In tutto il Comune di Cortona da qualche anno non c’è più neanche un residente che si chiami così. Se è invece una bambina tra i nomi già scomparsi o che stanno per scomparire dal nostro territorio comunale ce ne sono alcuni anche molto graziosi come Zoe (tra le nostre concittadine ad oggi ne rimane solo una), Speranza (non c’è bambina o signora nel Comune abbia questo beneagurante nome) oppure Violetta: ad oggi nemmeno il nome della protagonista di una delle opere liriche più popolari esiste più nella nostra anagrafe. Resistono, ma il loro numero diventa sempre più esiguo, altre due eroine del melodramma italiano:Tosca e Norma.

Per motivi professionali mi trovo quotidianamente, e spesso per ore ed ore, a consultare registri e a controllare elenchi infiniti di cognomi e nomi dei miei concittadini viventi nel presente o vissuti nel passato. Dopo anni e anni, lo confesso, la cosa mi risulta spesso alquanto noiosa. Sarà quindi per reagire alla routine che, mentre controllo e faccio le spunte, una parte del mio cervello tenta una via di fuga cercando di trovare qualcosa che renda interessante o che leghi all’attualità quello che sto facendo. Mi trovo così involontariamente a farmi domande varie legate all’ argomento e ad elaborare mentalmente statistiche basate sui dati che sto controllando.

Ecco i due quesiti che più insistentemente nel corso di questi anni hanno stuzzicato la mia fantasia: come sono nati, quasi a fine del 1700, i cognomi dei cortonesi delle famiglie umili, che fino ad allora venivano identificati solo con nome e patronimico? Qualcuno avrà mai stilato una classifica dei nomi che attraverso i secoli sono stati i più amati dai miei concittadini?

In un libro (Céline Perol: “Cortona – Poteri e società ai confini della Toscana XV e XVI secolo”- (1) molto interessante per gli studiosi della storia economica e politica della nostra città, ma che contiene al suo interno anche capitoli più “ricreativi” grazie ai quali chi legge riesce a calarsi nella vita quotidiana della nostra città, ho trovato la risposta a entrambe le domande.

Non contenta di ciò che avevo saputo grazie al libro della dott.ssa Perol, sono andata a documentarmi anche in altre pubblicazioni che potessero parlarmi dei secoli precedenti, facili anche per voi da reperire.

Cercherò di fare per voi un riassunto breve che spero sia comprensibile.

Bulgaruccio, Masantone, Boverio, Buccavitello, Gegardino, Sinibaldo, Bencivenne…. Questi sono alcuni dei nomi, insieme a quelli che ho elencato nel titolo e a molti altri altrettanto “particolari” che andavano di moda alla fine del 1100 e per buona parte del 1200.

Vi sembra impossibile? Potete direttamente sincerarvene collegandovi alle pagine web dell’Archivio di Stato di Firenze dove sono pubblicate un buon numero di pergamene relative gli atti riguardanti compravendite, testamenti, donazioni avvenute in Cortona a partire da quegli anni e fino circa alla fine del 1400. ( diplomatico pergamene: www.archiviodistato.firenze.it/pergasfi/ ricerca avanzata)

Su questi antichissimi documenti anche voi, volendo, potrete leggere i nomi dei notai roganti gli atti stessi, quelli dei signori o delle signore contraenti gli atti, i toponimi dei luoghi dove questi venivano stipulati ecc…. E’ divertente, ve lo assicuro….!

Anche leggendo lo studio del Dott. Simone Allegria (“Notai e documenti comunali nella prima metà del XIII secolo (2) ), potrete avere conferma che questi erano i nomi ricorrrenti quel periodo storico. Evidentemente la convivenza obbligata con le genti di origine germanica che avevano invaso i nostri territori e che poi, nel corso dei secoli, si erano integrati con la popolazione originaria avevano orientato il gusto e le consuetudini dei cortonesi verso nomi che sentiti oggi, susciterebbero la nostra ilarità.

Nel 1261, a quanto risulta da altri atti di archivio, si cominciò già a ricorrere a nomi che a noi suonano meno strani tanto è vero che tra i 125 nomi di coloro che componevano quello che ora chiameremmo il nostro Consiglio Comunale figuravano in maggioranza i Guido, i Ranieri, i Rinaldo. Ancor oggi abbiamo qualcuno che si chiama così ma nel XIV secolo risulteranno invece quasi scomparsi.

L’ inversione di tendenza a favore dei nomi che a noi oggi ci suonano “consueti” iniziò dalla seconda metà del 1200 . Da quando cioè le disposizioni papali che invitavano a battezzare i bambini con i nomi di Santi e di Apostoli, o di personaggi legati comunque al culto della religione cattolica, ed il diffondersi a macchia d’olio dei conventi francescani, decretarono la lenta ma inesorabile scomparsa dei nomi legati alla tradizione dei popoli che ci avevano conquistato.

Da allora in poi, anche se ancora nel 1300 continueremo a trovare qualche sig.ra o signorina rispondente al nome di Druda, Imelda, Giacobella e nel 1400 molti nostri concittadini continueranno a chiamarsi Sinicio o Scipione, Marcantonio, Coriolano, Curzio, Ascanio, il numero di coloro che battezzarono i figli seguendo i dettami delle disposizioni papali risultò in continuo aumento. Non mancarono, è vero quelli che, pur tenendo in considerazione le regole consigliate dalla Chiesa, si fecero periodicamente trascinare da ondate di mode che permisero il gran diffondersi di nomi che a noi oggi parrebbero un po’ “pesanti” da portare come come Gaspare, Melchiorre, Baldassarre (vedi Catasto del 1429).

Nonostante questi“picchi” momentanei Francesco/a, Chiara, Maria, Caterina, Lucia Giovanni/a, Piero e………… Margherita cominciarono a scalare la hit parade dei nomi locali e a rimanere per sempre, quando più, quando meno in cima alle classifiche.

Margherita, il nome che era già in voga in Italia e all’estero, molto usato fin da diversi secoli prima che nascesse la nostra Santa e che , dal medioevo ad oggi, è che sempre rimasto tra i leaders delle classifiche del nostro territorio senza differenze tra città e campagna/montagna, ai giorni nostri è molto meno usato di quanto mi aspettassi. Fino pochi anni erano moltissime le cittadine cortonesi che si chiamavanoi così. Attualmente ne sono rimaste solo 136 che diventano 137, se si aggiunge l’unica Maria Margherita. La storia, la fortuna e le alterne vicende di questo nome, avrebbero però bisogno di un resoconto tutto loro.

Continuando il nostro excursus nel tempo ci accorgiamo che nel 1500 i legami di Cortona con i componenti della famiglia Passerini e gli stretti rapporti intessuti da questi ultimi con la casata dei Medici introdussero tra i cortonesi anche l’uso di chiamare i loro bambini Silvio, Cosimo, Leone, Fiorenzo. Le bimbe, invece, furono chiamate spesso Lucrezia.

Nei secoli successivi, non c’è possibilità di smentire il trend già riscontrato. A a parte infatti le ondate di mode contigenti che hanno permesso che periodicamente il nome di eroi o di personaggi storici legati all’attualità dei tempi, quello dei protagonisti o delle eroine di grandi romanzi della letteratura o dei melodrammi più popolari, ne abbiano transitoriamente fatto scendere le quotazioni, gli “evergreen” sono rimasti sempre e comunque gli inossidabili Mario/a, Margherita, Francesco/a, Pietro, Piero/a, Domenico/a Giovanni/a e via dicendo.

E più recentemente?

Anche nel secolo scorso la hit parade dei nomi non è stata esente dal lasciarsi influenzare dalle mode più o meno passeggere.

Nonostante però i “sempreverdi” l’ abbiano fatta da padroni anche nel XX secolo, ci sono stati degli anni in cui la grande diffusione nelle classi popolari della passione per la cosiddetta “settima arte” , il cinema, ed in seguito per quel marchingegno che a dalla metà anni ’50 si è introdotto prepotentemente nelle case di tutti, la televisione, ha fatto sì che di volta in volta i nomi dei “mattatori” di questi due nuovi mezzi d’arte e di comunicazione si inserissero in classifica raggiungendo buone postazioni.

Volete esempio? Quando sono nata io? E quando sono nate tutte o quasi le altre 92 mie omonime residenti nel nostro Comune? Tra la metà degli anni ’50 del secolo scorso (sic!) e la fine degli anni ’60 dello stesso secolo. Proprio negli anni, cioè, di maggior popolarità dell’attrice Antonella Lualdi che ebbe il merito di far sognare gli italiani maschi per la sua bellezza e le italiane femmine per la sua love story con un “bello” del cinema italiano di allora: Franco Interlenghi. E non è certo un caso che un gran numero di cortonesi che si chiamano Franco ( attualmente sono 259 ) siano nati proprio negli stessi anni delle Antonelle.

Negli anni successivi, d’altra parte, sono stati i nomi di cantanti, attori, presentatori, personaggi ed attori delle fictions o delle telenovelas a diffondersi a macchia d’olio. Esempio? Il numero dei Lorenzo, almeno in Cortona, ha cominciato a salire e continua a farlo tuttora dalla fine degli anni ‘90 ad oggi (n. 160 maschi e solo 22 femmine). Sarà un caso?

Purtroppo, io sono la testimonianza vivente che, come l’abito non fa il monaco così il nome non influenza l’aspetto delle persone e se i miei genitori speravano con il nome di garantirmi l’avvenenza della Lualdi, vedendomi crescere si saranno certo resi conto che hanno sbagliato di grosso………. Così come non credo che possano essere tutte ugole d’oro tutti coloro ai quali dalla fine degli anni ‘90 ad oggi – (e la tendenza per ora non accenna a diminuire) – è stato attribuito il nome di Lorenzo in onore del nostro eroe cittadino del momento: Jovanotti.

Da questa mia personale statistica sembra proprio confermato che, ogni periodo storico ha i suoi miti e che da questi miti molti genitori si lasciano sedurre tanto da imporre ai propri bimbi nomi che a queste “fascinazioni” si richiamano e fanno ciò senza pensare che talvolta le loro povere creature, passata la moda, possono trovarsi appiccicati addosso per tutta la vita nomi un po’ troppo originali ed impegnativi.

Morale della favola? Considerato quanto sopra esposto, spero ardentemente che a nessun neo papà o neo mamma venga la voglia di scegliere per i loro figli i nomi mutuati dalla novità tecnologica che sta guadagnando ogni giorno di più terreno nelle menti umane dei giorni nostri: Internet, Google o Facebook!

(1) Pubblicazione promossa dalla “Associazione per il recupero e la valorizzazione degli organi storici della Città di Cortona”

(2) “Notai e documentazione Comunale nella prima metà del XIII secolo” pubblicato sul volume “Frate Elia e Cortona” a cura di Antonio di Marcantonio

Antonella Scaramucci

Vi chiederete il perchè di questa foto. Beh, prima di tutto perchè crescendo sono peggiorata. E poi perchè, dovendo parlare di Pinocchio e delle origini cortonesi di Collodi, è bene tornare ai tempi in cui il mio babbo Folco me lo leggeva alla sera, facendosi (pure lui) delle grosse risate

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Antonella Scaramucci

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