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Cosa si fa ai tempi del Covid-19?

In questo periodo non facile, in cui tutti ci si scopre amanti delle passeggiate e del moto quando fino ad un mese fa il solo moto che si conosceva era quello dalla sala da pranzo al divano, ci inventiamo i passatempi più disparati per poter trascorrere la giornata senza pensare troppo a quello che sarà il domani.

C’ è chi si attacca allo stereo, chi al PC, chi va sul balcone a cantare a squarciagola, chi alla televisione guarda programmi di cui ignorava l’ esistenza come “ Quattro Ristoranti “, dove Alessandro Borghese, figlio della ceca Barbara Bouchet che tutti noi maschietti ricordiamo con piacere, con il suo voto può decidere o ribaltare il risultato.

E poi c‘ è chi, come il sottoscritto, si inventa esperto cinefilo di tutti i generi e sottogeneri cinematografici, dal poliziottesco al rape and revenge alle cosiddette sitcom, che altro non sono che le “ Situation Comedy “, come quella di cui vi parlerò oggi.

Dovete sapere che quando ero poco più o poco meno che decenne, quindi diversi lustri addietro, mi ero innamorato di una sitcom americana che aveva tra i protagonisti il proprietario di sette lavanderie e di sua moglie, George e Louise, soprannominata “ Weezy “, la loro domestica bisbetica non troppo domata Florence, la loro coppia di amici e consuoceri “ black and white “ Tom ed Hellen Willis , un portinaio molto avvezzo alle mance, Ralph, ed un logorroico vicino inglese che lavorava alle Nazioni Unite, Henry Bentley, al quale George sbatteva spesso e volentieri la porta in faccia.

Se siete stati appassionati come me di questa sitcom, avrete capito che sto parlando de I Jefferson, andata in onda in Italia fra il 1984 ed il 1987 su Canale 5, della durata di 253 episodi e poi inspiegabilmente interrotta, con Sherman Hensley, l’ attore che interpretava George Jefferson, che apprese la notizia solo dai giornali, con la serie che non ebbe una fine effettiva, ma che gli autori decisero di interrompere in quanto in calo di ascolti. Quali erano gli argomenti trattati dalla serie?

Nonostante fosse una sitcom, trattava anche temi piuttosto forti come quello del razzismo, e svolgendosi negli Stati Uniti non avrebbe potuto essere altrimenti , delle crisi coniugali e della povertà ma era anche qualcosa di leggero che dalle diciannove all’ ora di cena teneva piacevolmente compagnia.

Come nella maggior parte di queste sitcom, ogni battuta era accompagnata dalle risate registrate e non vi nascondo che certe volte, pur non capendo certe battute, pure il sottoscritto rideva come se non ci fosse un domani. Successivamente, ci fu un’ altra serie televisiva, probabilmente scopiazzata, dal titolo “ I Robinson “, ma colui che possedeva sette lavanderie, si faceva trattare come un pellaio dalla domestica, camminava sulla schiena di Mister Bentley e poi gli sbatteva la porta in faccia, dava mance a Ralph perché gli reggesse il gioco e chiamava ciccione il suo amico Tom Willis non aveva eguali.

Una famiglia di neri che tentava di farsi spazio nell’ alta borghesia dei bianchi in mezzo a situazioni tragicomiche, questo era il succo, spesso dolce, ma qualche volta amaro, di questa serie televisiva.

Quasi tutti i protagonisti sono passati, come qualcuno è solito dire, a miglior vita e quasi tutta la maggior parte di loro ha legato principalmente il suo nome a questa serie, tranne qualche rara eccezione come, ad esempio, Isabel Sanford che nel 1967 interpretò il ruolo della domestica nello splendido “ Indovina chi viene a cena? “.

Altre curiosità: Roxie Roker, la signora Willis, era la madre di Lenny Kravitz, mentre il soprannome “ Weezy “,fu scelto da Sherman Hemsley in quanto da ragazzo l’ attore americano aveva avuto una cotta per una ragazza di nome Louise, da lui ribattezzata scherzosamente “ Weezy “. E come non ricordare quando George chiamava Hellen “ zebra “, in quanto sposata con un bianco oppure quando Aldo, Giovanni e Giacomo in “ Chiedimi se sono felice “ dicono “ Andiamo a svaligiare la tintoria dei Jefferson “, dove ogni riferimento non è puramente casuale.

Tante risate di cui avremmo bisogno oggi e tanti momenti per riflettere, che dovremmo sfruttare senza farci prendere da un inutile e deleterio panico.

Stefano Steve Bertini

Stefano Bertini

Laureato in Scienze Politiche, ha oltre 10 anni di esperienza come giornalista. Nel tempo, oltre a dirigere questo sito, ha collaborato con molte testate sia locali che sportive spaziando fra on-line, carta stampata, radio, TV. "Steve", come ormai lo chiamano tutti, é uomo di grandi passioni e a quella per lo sport e le sue mille storie da raccontare unisce l'amore incondizionato per il cinema poliziottesco. E' per questo che in quanto a versatilità, stoicità e capacità di adattamento ci piace definirlo come una sorta di Sandro Ciotti, mixato con Mario Poltronieri e Enzo G. Castellari. In salsa chianina, ovviamente.

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Stefano Bertini

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