E’ ormai accertato e consolidato, per la cultura castiglionese, che la Pieve di Chio sia diventata, sotto la guida del sapiente ed energico Pievano Don Alessandro Bivignani , uno dei fari piu’ efficaci e luminosi per diffondere nella nostra comunita’ la conoscenza e l’amore per l’arte sopratutto quando questa si fonde ed interseca la fede.
L’argomento della conferenza e’ stata la presentazione del libro del Prof. Pierangelo Mazzeschi dal titolo “Gino Severini e La via Crucis di Cortona”.
Gino Severini e’ un faro della pittura del novecento a livello internazionale, (a mio parere il piu’ grande interprete della pittura futurista e della sua evoluzione cubista) nato a Cortona, che nella adolescenza dovette lasciare insieme alla madre con vergogna per aver rimediato una espulsione scolastica “perenne” da tutte le scuole del Regno.
Ha vissuto, fin dalla prima adolescenza a Roma e in seguito a Parigi dove si e’ fatto uomo, artista e padre, scoprendo nel fisico “fame, freddo e miseria” che presto si trasformarono in sazieta’” di esperienze,artistiche ,” calore” di amicizie (tra cui Picasso) e della “richezza” dell’amore familiare.
Una vita quella di Severini su cui bisognerebbe prima o poi che qualcuno (e chissa’ se questo qualcuno potrebbe essere il Prof Mazzeschi) proporre per un film ad un regista di chiara fama.
La conferenza e’ stata lunga ed i temi trattati, sia in senso artistico che storico che di fede, molti ed interessanti che sarebbe necessario scrivere un volume, e non una recensione, e per questo voglio riprenderne uno solo, che potrebbe essere a mio parere, utile alla nostra comunita’ Castiglionese.
Gino Severini, pur dovendo abbandonare con vergogna Cortona, mai ha smesso di amarla e di rinunciare ad arricchirla con le sue opere e parziale testimonianza di cio’ ne’ ha dato prova il Prof. Mazzeschi nella conferenza illustrando la bellezza delle 15 stazioni della Via Crucis poste sulle edicole che da Porta Berarda raggiungono il Santuario di Santa Margherita, dove nei mosaici sono riportati, a sfondo della figura del Cristo, i volti, i panorami e sopratutto i tramonti di Cortona.
Un’opera, questa della Via Crucis tra le meno conosciute di Severini, in cui l’artista immerge il suo amore per Cortona nella Passione di Gesu’.
Solo questo tema e’ di per se’ grandioso ed imponente perche’ la rappresentazione nella stessa opera di arte, fede e vita e’ qualcosa che solo i grandi riescono ad interpretare compiutamente.
La conferenza ha illustrato, e non poteva essere altrimenti, un’altra grandiosa opera che Severini ha voluto realizzare e donare a Cortona, sopratutto grazie alla volonta’ e determinazione dell’ultimo vescovo della Diocesi Mons. Franciolini, sulla facciata della Chiesa Inferiore di San Marco (sopra San Domenico)
L’imponente e grandioso Mosaico di San Marco
patrono di Cortona insieme a quella Santa
che prima di Monaca fu’ Donna, Vedova e Madre.
Opera spettacolare, scenograficamente esplosiva su cui ho fatto una domanda specifica al Prof. Mazzeschi, durante la cena in pievania, che e’ questa.
“Sarebbe possibile oggi che una chiesa mediovale possa essere arricchita’ da un’opera di questa grandezza*
la risposta dell’insigne professore e’ stata :
Burocraticamente impossibile
Realizzare il Mosaico di San Marco e’ stato praticamente un Miracolo e per questo forse bisognerebbe iniziare una causa di beatificazione per Mons. Franciolini e Gino Severini (aggiungo io)
Chissa’ se in qualche grande fuoriuscito castiglionese potrebbe riaccendere l’amore per la sua citta’ natale se si incontrasse con il libro del Prof. Mazzeschi ?