Se per comunista si intende esclusivamente chi aderisce alla dottrina ed all’attività politica delle organizzazioni espressamente denominate “comuniste” :in Italia,dalla scissione di Livorno ai giorni nostri;si rischia di escludere un numero ben più grande di soggetti. Le cui convinzioni ed iniziative condividono,sia pure inconsapevolmente,presupposti fondamentali del pensiero “comunista”.
E’ qualcosa che ricorda il crociano :”perché non possiamo non dirci cristiani” ;e che ,affrontato con la medesima saggezza,permetterebbe una più differenziata definizione delle identità e delle piattaforme culturali e politiche.La coscienza europea,dai tempi di Robespierre e del giacobino foianese Ferdinando Reddìti, ha posto il cuore del problema nell’affermazione dei Diritti dell’Uomo:fosse anche sovvertendo ordinamenti sociali e politici giudicati nemici dei medesimi.E’ pur vero che l’accento si è spostato, dalla libertà,l’uguaglianza e la fratellanza ,alla ricerca della felicità.L’identificazione, poi,della felicità col benessere materiale e la mobilitazione di masse sterminate verso la sua conquista ,sembrano dati di fatto incontestabili.Sotto questo profilo il comunismo trionfa a livello planetario .Quelli che credono di risolvere la faccenda buttando giù,come a Kiev,qualche statua di Lenin,per lo meno da un punto di vista concettuale,prendono una gran cantonata.E rischiano di non comprendere rischi e responsabilità di un’epoca storica ,che sarà pure cominciata con il crollo del socialismo reale, ma che manifesta sempre più nettamente il dilagare dell’aspirazione alla felicità come diritto .Il comune denominatore, di tutto quanto si muove oggi nell’universo mondo, è la rivendicazione di tale diritto.Sitratta di ordini di grandezza senza precedenti .Con ricadute sul piano della competizione per le risorse ,gli equilibri geopolitici e la stabilità interna degli Stati che non si comprendono, e tantomeno ci si può illudere di affrontare, in modo esclusivamente propagandistico.La consapevolezza di quanto precede sollecita la configurazione di un nuovo paradigma dell’azione politica.A tal fine,Robin Hood propone una nuova sfida ai candidati alla carica di Sindaco di Cortona.
a. materialismo,ricerca della felicità,arte della politica.Quale relazione intrattengono,a vostro avviso?
b .la felicità come diritto .Come pensate di garantire ,nella vostra veste istituzionale e nelle condizioni della società cortonese,tale diritto?
c. avete ignorato fino ad oggi di essere “comunisti”.
1.prendete il coraggio a due mani e fate “outing”;
2.vi ritirate,almeno provvisoriamente, dalla vita pubblica;
3.vi dedicate con entusiasmo agli studi filosofici;
4.cercate affannosamente uno psicoterapeuta;
5.vi limitate a scrivere una lettera risentita a Berlusconi, per aver inutilmente intorbidato le acque negli ultimi vent’anni;
6.sopraffatti dall’orrore,commettete suicidio.
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