Partendo dal presupposto che la mia più grande passione è la cucina, incuriosita dall’esponenziale fortuna che stanno riscuotendo i programmi televisivi di carattere gastronomico, poco tempo fa decisi, con non poca presunzione, di movimentare la solita routine candidandomi al casting di un famoso talent show culinario, divenuto ormai un tormentone globale. Superate le prime selezioni mi sono trovata di fronte allo squadrone dei fautori di cotanta fortuna che, al contrario di ciò che potessi pensare, era composto da giovani ragazzi e baldanzose signore che non avevano la più pallida idea di quale fosse la differenza tra una frolla ed una sfoglia. Una delle prime domande postemi da uno degli autori del format era un generico: Preferisci Chef o Cuoco?
C’è una reale differenza tra i due ruoli? Siamo qui per discutere di ricette oppure per filosofeggiare riguardo ai fornelli? C’è bisogno di gerarchizzare qualcosa di così democratico e divino come il cibo? Io voglio tutto il pacchetto, prendo lo chef e pure il cuoco. L’esperienza si è più o meno conclusa così e me ne sono tornata verso il mio paesello. E’ stata comunque una divertentissima avventura che ha avuto il potere di innescare in me la riflessione su come il cibo nella nostra società non abbia più solo la basilare funzione nutritiva, ma stia acquisendo valore in quanto fatto culturale, divenendo così uno specchio su cui si riflettono molte delle vicende sociali ed economiche che affliggono il nostro oggi. Secondo i più esperti sociologi la cucina è divenuta uno dei più importanti scomparti dell’arte contemporanea, ricca di feconde ed irriproducibili installazioni che vengono continuamente proposte e decontestualizzate. La ristorazione ha infatti preso il posto degli intrattenimenti culturali che animavano la gioventù dei miei nonni, oggi si trovano più fruitori di entrée firmati in ristoranti stellati piuttosto che di opere concertistiche a teatro. Scommetto che ognuno di voi lettori spesso si concede un break per dilettare il palato, ma raramente rifocilla il proprio spirito deliziandolo con mostre o balletti. Sta cambiando la società, l’economia è in continua retrocessione e le nostre esigenze primarie si stanno fondendo sempre di più con le necessità estetiche più frivole ed ecco che tutti, o quasi, ci dilettiamo in perfette performance casalinghe ai fornelli, divenendo dei Cracco o dei Barbieri, mettendo in mostra delle grandi e spesso ipotetiche, doti culinarie. Andy Warhol affermava che un artista è chiunque sappia far bene una cosa, cucinare per esempio. Bene, nel mio piccolo ho quindi deciso di illudere me stessa che la mia passione unita ad una silente laurea in Storia dell’Arte possa farmi divenire l’artista della mia cucina e, con un po’ di boria, vi posto la ricetta di uno dei miei piatti preferiti, la personale rivisitazione dell’intramontabile binomio toscano Cantucci e Vinsanto che, rielaborato in chiave cosmopolita, diviene una Cheesecake gustosissima. Provare per credere.
Al lavoro allora, gli ingredienti sono per una torta da 6 persone affamate, oppure otto persone disappetenti.
PER LA BASE:
250 g di Cantuccini (meglio se artigianali)
100 g di burro sciolto
una manciata di mandorle
PER LA CREMA:
130 g di zucchero
3 uova
600 g di formaggio cremoso a temperatura ambiente
250 ml di panna fresca
una bustina di vanillina
PER LA RIDUZIONE AL VINSANTO:
200 ml di Vinsanto
1 cucchiaio di miele
Per preparare la base biscottata dobbiamo sbriciolare i cantuccini insieme alle mandorle piuttosto finemente nel mixer. Fondere il burro in un pentolino e non appena sciolto incorporate i biscotti tritati. Foderate la tortiera con carta da forno ed incorporate il composto, compattando MOLTO BENE con un cucchiaio. Mettere in frigo per 20 minuti.
Accendere il forno a 180°. Prendere una ciotola ed incorporare le uova allo zucchero; unire il formaggio a temperatura ambiente e la vanillina. Per ultimo mettete la panna liquida, mi raccomando di mescolare gli ingredienti solo lo stretto necessario, infatti se esageriamo con la lavorazione entrerebbe troppa aria nell’impasto e con la cottura si potrebbero formare antiestetiche crepe nel centro della torta.
Togliete la teglia dal frigorifero, sovrapponete all’impasto dei biscotti la crema ottenuta ed infornate nel forno preriscaldato a 180° per 30 minuti, poi abbassate la temperatura a 150° e continuate per altri 15 minuti. A fine cottura la torta deve risultare molle nel centro, non preoccupatevi, otterrà la consistenza perfetta raffreddandosi. Mi raccomando di rimuovere la torta dalla teglia solo quando questa sarà perfettamente fredda.
Un consiglio, consumate la torta il giorno dopo, sarà perfettamente compatta. Prima di servire procedete a fare la salsa al Vinsanto facendo scaldare a fuoco lento il liquore insieme al miele; si chiama riduzione al Vinsanto proprio perché il liquido deve cuocere fino a ridursi della metà. Guarnire a piacimento e… buon appetito!
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bello! da provare!
Bellissimo!! E buonissimo!! Cuoca spettacolare!!!!
Sembra molto buono...la prossima settimana lo provo! ;)