Come annunciato la settimana scorsa proseguo il mio percorso relativo a Carlo “Collodi” Lorenzini e Cortona, un legame da approfondire. Questa “missione”, per me che sin da piccola ho adorato Pinocchio, è sembrata importante e soprattutto a portata di mano, anche se ovviamente un po’ faticosa da svolgere. Qualcuno però doveva farlo… e allora ci ho provato io. E’ così che mi sono messa a studiare la famiglia Lorenzini attreverso vari documenti, i più importanti dei quali li ho potuti reperire presso l’Archivio di Stato di Firenze.
E’ stato un bello sforzo per i miei occhi, ma dai polverosi archivi ottocenteschi scritti in calligrafie decisamente scomode da leggere sono uscite molte cose interessanti.
A un certo punto sono infatti “entrati in campo” dei toponimi che noi cortonesi conosciamo bene: S. Pietro a Cegliolo, Piazzano, Metegliano… e un pochino anche Montanare.
Per iniziare sono partita da quello che scriveva riguardo alla propria famiglia Paolo Lorenzini, cioè Collodi Nipote (Carlo “Collodi” era suo zio, il fratello di suo padre), anch’egli autore di libri per ragazzi. Collodi Nipote parla chiaramente di Cortona come città di origine dei suoi avi e dà una propria versione delle vicende:
“Dei Lorenzini ve ne sono centinaia di famiglie in Italia, ma la nostra temo stia per estinguersi (…)Tutte queste famiglie hanno origine nel Cinquecento e proprio in Firenze , dove si chiamavano “Lorenzini” i partigiani e forse anche le guardie personali di Lorenzino de’ Medici. Quando egli dovette fuggire, dopo l’assassinio di Alessandro, i suoi fedeli dovettero sbandarsi e lasciata Firenze si dispersero in ogni parte d’Italia (…) La nostra famiglia è originaria di Cortona, dove altre ve ne sono che non hanno con la nostra alcun legame di parentela. Domenico Lorenzini, padre del Collodi, fu cuoco e assai valente nel suo mestiere, perché lo assunse in servizio il Marchese Lorenzo Ginori Lisci (…) E’ a mia conoscenza soltanto che ebbe due fratelli: Filippo e Lorenzo. Il primo si trasferì a Poggibonsi dove esercitò l’agricoltura coltivando terra di sua proprietà, il secondo rimase a Cortona e dovette avervi qualche commercio con discreto profitto, perché mi risulta che finanziò il Collodi quando fondò il giornale “Il lampione” (…)”
Sempre da Collodi Nipote sappiamo che Domenico, il padre di Carlo”Collodi”, viveva a Firenze e sposò Angela Orzali, la quale lavorava al servizio della Marchesa Garzoni, sempre a Firenze.
Ed infatti, come si può leggere in questo documento, all’ultimo rigo, al numero d’ordine 160
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il giorno 12 febbraio 1826 Lorenzini Domenico – cuoco – anni 31 – celibe – popolo al quale appartiene: S. Lorenzo – Comunità: Firenze- padre: Filippo- madre: Allegria Maria – Sposa: Angela Orzali – anni 26
Nel Registro dei matrimoni dell’anno 1822 relativi a Cortona risulta inoltre che il 16 giugno di quell’anno si era sposato anche suo fratello, il cortonese Lorenzo
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Si legge al numero d’ordine 85:
Lorenzini Lorenzo: bracciante – anni 32 – celibe – Popolo al quale appartiene: Ossaia- padre: Filippo – madre: Allegria Maria – data matrimonio:16 Giugno 1822 – Sposa: Gosti Teresa – contadina – anni 29 – padre: Gaetano – madre: Pitalati Angela – Testimoni: Gentile Domeo e Tattanelli Sebastiano – atto Registrato a San Pietro a Cegliolo.
Nell’ultima colonna “avvertenze” è stato annotato: “atto estero” e questo può essere spiegato dal fatto che il matrimonio (come certifica un documento trovato dal Sig. Santucci Fernando presso il Comune di Tuoro sul Trasimeno) fu celbrato a Piazzano. E Piazzano, prima dell’Unità d’Italia, era in uno stato estero rispetto a Cortona, lo Stato Pontificio.
Dunque: il racconto di Collodi Nipote è confermato, ma non del tutto.
E’ vero che Domenico e Lorenzo sono fratelli, ma sorgono dei dubbi sul fatto che Lorenzo sia il fratello benestante di Domenico e che facendo il bracciante abbia potuto finanziare i giornali fondati dal nipote Carlo Collodi (nel 1848 il primo e nel 1855 il secondo) .
Al momento del Censimento 1841 Lorenzo infatti abita a “Mitigliano – Parrocchia Santa Maria” e come si vede (n. 13) la famiglia è così composta:
Lorenzini Lorenzo – età 53 – colono – condizione: indigente
Teresa – anni 44 – colona – indigente
Angela – anni 18
Rosa – anni 16
Filippo – anni 8
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La parola “indigente” riportata nell’atto certo stride con l’immagine dello zio cortonese ricco, così tanto facoltoso da poter finanziare la fondazione di due giornali.
In altri atti che ho trovato, che si riferiscono a fatti fatti relativi agli anni 1866/1870 circa, sono poi venuta a conoscenza che Angela – sposata Corbelli in quel momento viveva ancora nella zona di Metegliano e suo fratello Filippo viveva a Montanare. Filippo era padre di tre bambini: Lorenzo, Maria Teresa, Serafino.
Ma lo zio ricco allora dov’è?
Le mie ricerche continuano, sperando di poter trovare una risposta a questa domanda.
Nel frattempo se questa mia ricerca vi ha incuriosito e avete voglia di contribuire vi suggerisco il link dell’Archivio di Stato di Firenze dove potrete trovare i nati, i morti, i matrimoni avvenuti tra il 1808 ed il 1865 in tutti i Comuni della Toscana, nonché i dati del Censimento 1841 dove troverete la composizione delle famiglie dell’epoca.
http://www.antenati.san.beniculturali.it/v/Archivio+di+Stato+di+Firenze/
Per gli anni e secoli precedenti, purtroppo, bisognerebbe poter accedere agli atti conservati presso il nostro Archivio Vescovile che però da un po’ di tempo non è accessibile né al pubblico né agli studiosi e ricercatori (se ne parlò su Valdichianaoggi l’anno scorso, con questa lettera del prof. Diego Zancani che sollevò la questione)
Registrazione Matrimonio Lorenzo Lorenzini
Registrazione Matrimonio Domenico Lorenzini
Censimento 1841 Lorenzo Lorenzini prima parte
Censimento 1841 Lorenzo Lorenzini seconda parte
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I miei più cari complimenti ad Antonella che esordisce come ricercatrice letteraria e giornalista. Ora è più chiaro come il talento giornalistico sia ...di famiglia. Vai avanti e con l'esperienza di anagrafe che hai, scopri un pò di antenati a tutti. Brava.
Può darsi che il nipote si riferisca al rilancio de:"Il Lampione" nel maggio 1860.Quando "Collodi" assunse nel giornale un profilo più importante di quello ricoperto nel 1849,all'atto della sua fondazione.Nella quale il ruolo di Giacinto Tofani ed altri patrioti sembrerebbe di maggior rilievo.Se mi permette un suggerimento,in particolare se nutre l'interesse di approfondire la fisionomia collodiana di pubblicista e polemista politico,troverà un grande vantaggio nel consultare l'opera di Donatella Cherubini sui giornali risorgimentali e l'Università di Siena.La prof.Cherubini insegna a Siena :una circostanza che potrebbe facilitare anche un incontro.In fondo "Il Pollo" farebbe benissimo a ricalcare certe orme,dati i tempi.E così saremmo doppiamente obbligati nei Suoi confronti.Per averci ricordato la ricchezza intellettuale e morale di un grande patriota; e per aver suscitato la curiosità di riscoprire un contesto culturale e civile che ha ancora molto da insegnarci.