Nel precedente articolo abbiamo provato ad analizzare le origini del British Blues: dalla Chris Barber’s Jazz Band ad Ottilie Patterson, dalloskiffle di Lonnie Donegan alla Alexis Korner’s Blues Incorporated, dai Cyril Davies R&B All Stars, al primo nucleo dei Bluesbreakers di John Mayall. Abbiamo visto che un altro affluente confluito nel grande fiume del blues inglese è stato il folk revival capitanato da Davy Graham.
Ci siamo soffermati sull’importanza del rock’n’roll anglosassone, abbiamo cercato di districarci tra le mille band del r&b britannico. Ed infine abbiamo iniziato a raccontare il periodo classico del British Blues andando ad analizzare le leggendarie formazioni dei Bluesbreakers di John Mayall, che in pochi anni vedono nelle sue fila magnifici musicisti che faranno la storia di questo movimento musicale, tra cui i chitarristi Eric Clapton, Peter Green e Mick Taylor.
Adesso è il momento di tuffarci nel periodo del cosiddetto boom del British Blues. Tra il 1965 e il 1970 c’è una vera e propria esplosione di blues band anglosassoni che ricalcano il modello dei Bluesbreakers di John Mayall. Molte di queste formazioni vedono la chitarra elettrica come principale strumento solista. Tra questi gruppi vanno ricordati i Fleetwood Mac del magnifico Peter Green, i Groundhogs di Tony McPhee, i Savoy Brown di Kim Simmonds, i Chicken Shack di Stan Webb, i Love Sculpture di Dave Edmunds, la Climax Blues Band con il virtuoso chitarrista Pete Haycock e i Killing Floor di Mick Clarke. Tra le band del periodo d’oro del British Blues non va dimenticata la Aynsley Dunbar Retaliation, capitanata dall’ex batterista dei Bluesbreakers Aynsley Dunbar.
Nella seconda metà degli anni 60 arrivano nuove suggestioni sonore dall’universo rock: c’è voglia di sperimentare, di farsi contaminare con altri generi musicali. Il primo artista del British Blues ad intraprendere un nuovo percorso musicale è uno dei suoi massimi protagonisti: Eric Clapton. Nel 1966 il nostro, abbandonati i Bluesbreakers di John Mayall, decide di formare un nuovo gruppo con altri due grandi musicisti provenienti dall’ambiente blues inglese, il bassista Jack Bruce e il batterista Ginger Baker. La band si chiama Cream ed in pratica inaugura la tradizione del power trio rock-blues. I componenti dei Cream danno sfoggio della loro grande perizia tecnica e cominciano a dilatare i brani con vertiginose fughe strumentali, alzano il volume, hanno qualche tentazione psichedelica e talvolta strizzano l’occhio al pop. Ovviamente non si sono dimenticati del blues, che però interpretano alla luce di questa nuova estetica musicale.
Un altro prodotto dell’evoluzione di questo movimento musicale è il cosiddetto hard blues, incarnato da band come il Jeff Beck Group o i magnifici Led Zeppelin di Jimmy Page. In particolare i primi Led Zeppelin prendono il blues di Chicago, lo amplificano con potenti iniezioni di energia elettrica e lo offrono alle nuove generazioni del rock sotto forma di heavy blues. Altri paladini del blues rock britannico sono i Ten Years After del funambolico chitarrista Alvin Lee, i Free del vocalist Paul Rodgers e del chitarrista Paul Kossoff e gli irlandesi Taste del grande guitar hero Rory Gallagher.
Infine ci sono band provenienti dalla scena British Blues che cercano nuovi percorsi musicali avvicinandosi all’improvvisazione jazz. Tra queste band vanno ricordati i Colosseum, fondati da tre ex componenti dei Bluesbreakers di John Mayall, il batterista Jon Hiseman, il sassofonista Dick Heckstall-Smith ed il bassista Tony Reeves, i Blodwyn Pig diMick Abrahams, ex chitarrista dei Jethro Tull e la Keef Hartley Band, formata da un altro ex membro dei Bluesbreakers, il batterista Keef Hartley.
Se volete conoscere la seconda ed ultima parte di questa affascinante storia musicale attraverso i suoi protagonisti più rappresentativi, basta che giovedì 19 marzo 2015 ascoltiate la tredicesima puntata di Rock Machine: British Blues Exploration p.2. Rock Machine è un programma radiofonico di Radio Incontri condotto e curato da me…
Radio Incontri trasmette sulle frequenze 88.4 MHz e 92.8 MHz, coprendo un’area che comprende le province di Arezzo, Perugia, Siena e Firenze.
Se invece volete ascoltare in diretta streaming la puntata, in onda a partire dalle ore 21, basta andare sulla pagina Rock Machine del sito di Radio Incontri