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Bomber di provincia (8): Stefan Schwoch

Chi sarà il bomber di provincia della settimana? Il vostro Steve, dagli annali del calcio, è andato a ripescarvi un giocatore che ha militato anche in Napoli e Torino, quando queste non erano al massimo del loro splendore, ma è soprattutto al Vicenza che ha dato il meglio. Ecco a voi un giocatore con un cognome che è un codice fiscale: Stefan Schwoch.

Stefan Schwoch, di padre polacco come Caruso Pascoski, nasce il 19 ottobre del 1969 nel profondo nord, esattamente a Bolzano. Il bolzanino intraprende una brillante carriera soprattutto nelle serie minori, incominciando nell’allora Interregionale nel Passirio Merano nel 1987 per concluderla 21 anni dopo nella squadra che poi gli avrà dato le maggiori soddisfazioni, il Vicenza.

In 688 partite mette a segno 260 reti, di cui solo 2 in 14 presenze in serie A in quel di Venezia, con Walter ” Monzon “ Novellino allenatore. Terminata l’avventura nella massima serie, passerà al Napoli, allora in serie B. A proposito di questo suo passaggio nella squadra partenopea, nelle prossime righe vi scriverò di un curioso aneddoto.

Il resto della sua carriera, Stefan da Bolzano, lo passa nella cadetteria o nelle serie ancora minori. Solo a Torino, sponda granata, non lascia un grandissimo ricordo, chiuso com’era da Marco Ferrante, ma complice la cessione di quest’ultimo all’Inter, ritrova un po’ dello smalto perduto nella parte finale della stagione, contribuendo con 8 reti in 31 partite alla promozione del granata in serie A nell’annata 2000/2001. Dalla stagione successiva fino a fine carriera sarà idolo incontrastato della tifoseria vicentina. Un attaccante dal forte temperamento, con la maglietta sempre sudata a fine partita, con un aspetto da boscaiolo svedese, con quei suoi capelli sempre al vento e la barba sempre, quantomeno, incolta: tutto questo ha fatto di Stefan Schwoch, con la pronuncia come l’orologio ma scritto differentemente, un idolo di tantissime tifoserie, soprattutto di quella napoletana. A Napoli hanno adorato un bolzanino, incredibile a dirsi e anche lui, dopo la diffidenza iniziale, ha adorato questa città. Eccovi l’aneddoto sul suo passaggio ai partenopei: “Ricordo che quando seppi che mi avevano venduto al Napoli non volevo manco dirlo a quella che all’epoca era mia moglie. I mass media, infatti, danno un’immagine distorta della città. Quando poi glielo dissi, lei mi disse: “Io laggiù non ci vado”. La decisione, tuttavia, spettava a me e decisi di andare. Lei e mio figlio si trovarono così bene che quando fui ceduto al Torino mi disse: “Io non torno lassù”. Mi viene in mente il film Benvenuti al Sud, a me è accaduto davvero…”  ( cit. dalepepe.it )

Purtroppo per lui, la sua avventura, dopo due splendidi anni culminati con la promozione in serie A, terminò con non poche polemiche. Questa una sua dichiarazione al riguardo: “L’anno di Napoli fu il più esaltante della mia carriera. Fu una stagione bellissima, diedi il massimo e l’affetto del pubblico fu straordinario. Non so se Zeman non mi volle ma so solo che il giorno prima mi dissero che non mi avrebbero mai venduto mentre quello dopo ero del Torino. Fu una cosa bruttissima, ci rimasi malissimo, non dimenticherò mai quel giorno”. ( cit. dalepepe.it )

Stefan Schwoch, un vero bomber di razza, un vero bomber di provincia.

 

Stefano Steve Bertini

 

Stefano Bertini

Laureato in Scienze Politiche, ha oltre 10 anni di esperienza come giornalista. Nel tempo, oltre a dirigere questo sito, ha collaborato con molte testate sia locali che sportive spaziando fra on-line, carta stampata, radio, TV. "Steve", come ormai lo chiamano tutti, é uomo di grandi passioni e a quella per lo sport e le sue mille storie da raccontare unisce l'amore incondizionato per il cinema poliziottesco. E' per questo che in quanto a versatilità, stoicità e capacità di adattamento ci piace definirlo come una sorta di Sandro Ciotti, mixato con Mario Poltronieri e Enzo G. Castellari. In salsa chianina, ovviamente.

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Stefano Bertini
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