Sei Toscana completa il rinnovamento del proprio assetto gestionale con la nomina del nuovo amministratore delegato
Il Consiglio d’Amministrazione di Sei Toscana ha nominato Marco Mairaghi nuovo Amministratore Delegato della società. Con la nomina dell’A.D. Sei Toscana completa l’assetto gestionale previsto dallo statuto e avviato con il rinnovo degli organi alcune settimane fa, con l’obiettivo di gestire questa importante e delicata fase. Mairaghi, già consigliere d’amministrazione di Sei Toscana dallo scorso dicembre, ha ricoperto incarichi e maturato esperienze nel settore dei servizi pubblici locali e dell’ambiente.
Fiorentino, laureato in Economia e Commercio, è stato fino al 2014 sindaco del Comune di Pontassieve e presidente dell’unione dei comuni del Valdarno e della Valdisieve. E’ stato membro del Consiglio Nazionale di Anci, vice-presidente di Anci Toscana e presidente di Anci Innovazione fino al 2015.
La tecnologia si evolve e ci semplifica la vita
Tanto che la maggior parte delle nostre azioni passa ormai inevitabilmente dal palmo della mano. Pensate a quante delle attività che compiamo quotidianamente hanno strettamente a che fare con le recenti innovazioni tecnologiche: fruire prodotti dell’industria culturale, comunicare, fare shopping. L’evoluzione dei dispositivi ha radicalmente permeato le nostre vite insinuandosi perfino in quelle operazioni che fino a qualche tempo fa sarebbero sembrate impensabili. Per esempio, accendere la luce. Quanto sarebbe comodo in alcune situazioni poter prendere il nostro smatphone regolare l’illuminazione di alcune stanze della casa o del giardino da remoto, indipendentemente da dove ci troviamo? Sicuramente molto.
Grazie a Hue, il sistema di illuminazione smart di Philips per il controllo remoto della luce questo è possibile.
Philips Hue può essere connesso al web e ai dispositivi mobili. Lo starter kit comprende tre lampade LED Wi-fi e la loro base wireless, che va collegata al router di casa. Ma per fare cosa esattamente? Semplice: creare ambienti di luce completamente personalizzabili, grazie alla capacità delle lampade di cambiare tonalità e di creare la giusta atmosfera per ogni situazione. L’idea di Hue è fornire un’illuminazione completamente controllabile unendola al risparmio energetico della tecnologia LED. Il sistema Hue si completa di interruttori wireless che funzionano senza batterie e sensori di passaggio.
Il sistema di illuminazione Hue di Philips è disponibile negli store Estra: un sistema che può cambiare il design della tua casa e aumentarne la sicurezza.
Il nome non vi suona nuovo? Probabilmente è perché avete già visto la puntata di Smartman in cui ve ne abbiamo parlato. E se non l’avete ancora fatto, la trovate a questo link.
Autoproduzione: è questo il mantra di chi vuole mangiare bene per vivere meglio.
Molti pensano che sia un privilegio riservato a chi vive in campagna e ha uno spazio di terra da seminare. Non è così: coltivare insalata, zucchine, peperoni può diventare una bio-abitudine alla portata di tutti! Il merito è degli orti domestici, una tendenza green che da qualche anno permette di coltivare ortaggi ed erbe aromatiche anche a chi vive in città. Poco importa se si ha a disposizione una piccola aiuola, un attico soleggiato o un balcone minuscolo: basta davvero un piccolo angolo di cucina. Oggi, infatti, grazie a una serie di soluzioni smart chiunque può procurarsi un orto domestico e usufruire dei suoi vantaggi economici e ambientali. Ecco i tre dispositivi smart che possono aiutarti a a produrre direttamente in casa le verdure e gli ortaggi di cui hai bisogno.
DALL’ORTO ALLA PADELLA – Il progetto più futuristico è quello del designer Antoine Lebrune per l’azienda francese Fagor Brandt. In questo caso, l’orto si colloca direttamente sopra al fornello e al lavello e, quando non sono utilizzati, diventa una sorta di coperchio che li nasconde. Questa posizione è strategica per chi deve cucinare: per preparare il contorno, basta cogliere gli ortaggi dal “piano superiore”, lavarli e poi metterli direttamente in padella. Inoltre, una volta finita la cena, è sufficiente riporre i piatti nel lavello, abbassare l’orto domestico e avviare la lavastoviglie che è direttamente integrata nel piano-cucina hi-tech.
UN GIARDINO VERTICALE – Natufia Kitchen Garden, come si intuisce dal nome, è un perfetto giardino da tenere in cucina. All’esterno sembra un frigorifero, ha una porta trasparente che consente di vedere le piante, mentre le luci all’interno ne permettono la crescita. All’interno è composto da trentadue spazi dedicati alle piantine. In un cassetto alla base del mobile, invece, si possono far germogliare i semi.
UN ORTO, DUE VARIANTI – Hortus orto-pensile è un’idea del progettista Raoul Bretzel che ne ha realizzate due versioni. Nella prima l’orto di casa si sviluppa in verticale, nella seconda è usato come pensile sopra ai mobili della cucina. Un primo modello è dotato di tre zone da utilizzare per la piantumazione degli ortaggi e ha un impianto di innaffiamento a goccia: un metodo che assicura la cura delle piante anche ai coltivatori più distratti. Il secondo è collegato al resto della cucina con un meccanismo che consente di abbassarlo o sollevarlo dal piano di lavoro. Non resta che decidere cosa coltivare! Un consiglio? Abbandona il sogno di coltivare succose e dolci angurie e concentrati su verdure adatte ai piccoli spazi, che non richiedono terra molto profonda ed esposizioni particolari alla luce del sole.
Ecco il computer quantico Miliardi di volte più potente
Il Sacro Gral della scienza. Il prossimo cambio di paradigma. Il salto – è proprio il caso di dire – in grado di mandare in soffitta la legge di Moore, che per alcuni decenni ha ritmato lo sviluppo della potenza di calcolo dei processori, prevedendo che si raddoppiasse ogni due anni.
Si tratta dei computer quantici, macchine a metà tra realtà (prossima) e fantascienza, in grado di fare operazioni miliardi di miliardi di volte più complesse dei più potenti data centre oggi in circolazione. Per molti una chimera, per alcuni un’ossessione. Per tutti la prossima rivoluzione.
A portarci tutti un po’ più vicini al primo prototipo di computer quantico riproducibile su scala industriale c’ha pensato un team internazionale di scienziati che, in collaborazione con i guru del coding di Google, hanno di recente presentato una ricerca che si annuncia rivoluzionaria.
l team, capitanato da Winfried Hensinger, professore di quantum technology dell’università del Sussex (Regno Unito), propone per la prima volta uno schema costruttivo che supera tutti i problemi pratici fino ad ora insormontabili.
Una sorta di manuale d’istruzioni per costruire computer quantici su larga scala, che ha impegnato il team di Hensinger per quasi 5 anni.
“Per molti anni – ci spiega Klaus Molmer, professore di fisica quantistica dell’università di Aarhus (Danimarca) – tutti hanno sostenuto che fosse totalmente impossibile costruire un computer quantico. Il nostro lavoro non solo mostra che costruirli è possibile, ma mette a disposizione di tutti anche i dettagli e le istruzioni pratiche per costruirne uno in larga scala”.
L’architettura proposta nella ricerca si basa su una tecnologia modulare: strutture non troppo grandi (e quindi meno complicate sul piano tecnologico) da unire fra loro, permettendo così di “scalare”, mantenendo però i margini di errori nel calcolo entro percentuali accettabili.
“La nostra architettura – continua Molmer – ha il merito di neutralizzare o rendere “tollerabili” margini di errore nel calcolo anche relativamente grandi. Questo ovviamente ha dei costi economici e obbliga a costruire macchine estremamente voluminose. Almeno per ora. Siamo sicuri che condividendo la nostra ricerca, con l’apporto della comunità scientifica internazionale, questi limiti saranno superati in pochi anni”.
La potenza di calcolo, e le peculiarità fisiche dei computer quantici si prestano alle applicazioni più disparate. Dall’industria farmaceutica, a quella energetica. Dagli studi sul cambiamento climatico, agli interrogativi più antichi sulla struttura dell’universo. I computer quantici potrebbero rivoluzionare la nostra conoscenza e la nostra stessa esistenza. Tutto pronto dunque per vederli sulle nostre scrivanie? Non esattamente.
“Una macchina come quella che viene descritta nella nostra ricerca – spiega ancora Molmer – occuperebbe all’incirca 2 campi di calcio e arriverebbe a costare circa 1 miliardo di euro”. Una cifra non impossibile, specie se paragonata agli investimenti che ogni giorno muovono l’economia della Silicon Valley. Ma di certo i computer quantici a portata di scrivania restano fantascienza. Almeno per ora.
Tutela acque, ok definitivo a conversione Dl “Mezzogiorno”
Via libera definitivo dal Parlamento il 22 febbraio 2017 al Ddl di conversione del Dl 243/2016, confermando le norme su sistemi di fognatura e depurazione acque, mentre spuntano novità per gli impianti a biomassa.
Pneumatici fuori uso da demolizione veicoli, aumentano contributi
Dal 16 febbraio 2017 si applicano i nuovi importi – maggiorati fino al 62% – dei contributi che gli acquirenti di nuovi veicoli devono pagare per la gestione dei Pfu provenienti dai veicoli fuori uso.
Raee, l’82% degli italiani ignora l'”uno contro zero”
Secondo una indagine presentata il 21/2/2017, l’82% degli italiani non conosce la disciplina dell'”uno contro zero” per la consegna gratuita dei rifiuti di piccole apparecchiature elettroniche prevista dal Dm 121/2016.
UN CICLO DI VITA INFINITO
L’Europa, nei prossimi dieci anni, ha in programma un cambio di paradigma epocale: si chiama economia circolare e prevede di allungare all’infinito il ciclo di vita dei prodotti industriali e di ogni elemento che li compone. La sfida è ambiziosa e prevede di passare, entro il 2030, dall’attuale modello di economia lineare basato sulla produzione di scarti, a un nuovo modello fondato sul riuso e sul riciclo delle cose. La missione dell’industria 4.0 è immaginare come ridare vita a un prodotto già utilizzato: ecco a missione.
Un approccio di questo tipo consente la creazione di nuovi posti di lavoro e, al tempo stesso, riduce la richiesta di nuove e costose materie prime, il cui prezzo negli ultimi dieci anni è cresciuto del 147%. Il passaggio a questo nuovo modello di economia, quindi, potrebbe portare con sé risparmi globali per oltre mille miliardi di dollari all’anno, e contribuire alla creazione di almeno 100 mila nuovi posti di lavoro, entro i prossimi nove anni.
Le aziende che hanno già sperimentato processi basati sull’economia circolare hanno registrato, e continuano a registrare, un netto risparmio sui costi delle materie prime impiegate nella produzione.
Adottare questo nuovo approccio significa ideare e sviluppare sistemi di recupero più efficienti che facilitino la manutenzione dei prodotti e ne allunghino il ciclo di vita. Le aziende, insomma, devono imparare a concepire i propri prodotti con la consapevolezza che questi, una volta utilizzati, possano diventare qualcos’altro, trovare un nuovo uso. Senza mai diventare “rifiuti”.
Nell’industria del food, i nuovi modelli produttivi basati sull’economia circolare possono innescare una serie di reazioni a catena utili non solo dal punto di vista ambientale, creando nuove opportunità di business. La sola produzione di caffè, per esempio, genera ogni anno oltre 12 milioni di tonnellate di rifiuti organici. Secondo gli esperti, in un nuovo modello basato sull’economia circolare, questi scarti potrebbero essere utilizzati per sostituire quelli del legno tradizionalmente utilizzati come fertilizzante nella coltivazione di funghi. E poi ancora, lo scarto derivante da questa ultima lavorazione, ricco di enzimi, potrebbe essere reimpiegato come mangime per il bestiame e quindi, al termine del suo ciclo, restituito al terreno sotto forma di letame.
Anche in ambito tecnologico, si potrebbe rendere i dispositivi e gli elementi che li compongono completamente riciclabili. Pensiamo al nostro smartphone: applicando i principi dell’economia circolare all’industria che li produce, secondo una ricerca condotta dagli analisti di McKinsey e dalla Ellen Macarthur Foundation, il costo di un telefono cellulare potrebbe essere ridotto di circa il 50%. Così come per gli elettrodomestici: i costi di un frigorifero, un forno o una lavatrice di alta qualità potrebbero essere abbattuti almeno del 30% se questi fossero noleggiati anziché venduti e se, al termine del periodo di utilizzo o alla fine del ciclo di vita, le componenti venissero riciclate e utilizzate per l’assemblaggio di un nuovo elettrodomestico. E così, all’infinito.
Il modello dell’economia circolare coinvolge sicuramente le abitudini dei consumatori, ma si pone soprattutto come regolatore dei processi produttivi e manifatturieri delle grandi imprese. Secondo gli obiettivi fissati dalla Commissione Barroso a luglio 2014, infatti, le misure per l’economia circolare prevedono il riciclo del 70% dei rifiuti municipali e dell’80% di quelli d’imballaggio entro il 2030, oltre al divieto di mettere in discarica i rifiuti riciclabili entro il 2025.
Energia, in Italia oltre 11 miliardi di euro di sussidi dannosi per l’ambiente
La stima è del ministero dell’Ambiente, che ha pubblicato la 1a edizione del catalogo con le misure fiscali che sostengono in vario modo la produzione e il consumo di combustibili fossili. Il passo iniziale per la riforma della tassazione ambientale suggerita dalla Commissione europea.
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