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Ambientiamoci!

Ecotassa, Toscana aggiorna il modello
Approvato dalla Regione Toscana il nuovo modello di dichiarazione annuale del tributo speciale per il deposito in discarica e in impianti di incenerimento senza recupero energetico dei rifiuti solidi (cd. “Ecotassa”).

Sicurezza sul lavoro, anche committente privato risponde per infortunio

In tema di sicurezza sul lavoro, il committente proprietario dell’immobile è titolare di una posizione di garanzia, atta a fondare una sua responsabilità in caso di infortunio, sia nella scelta che nel controllo dell’impresa appaltatrice.

Canapa, parte filiera antinquinamento
Il 14 gennaio 2017 è entrata in vigore la legge 242/2016 recante disposizioni per la promozione della coltivazione della canapa a fini di riduzione dell’impatto ambientale.

Strategia energetica, il Governo la sta facendo scrivere ai privati?

Il senatore del M5S Gianni Girotto e Giuseppe Civati di Possibile hanno presentato due interrogazioni, chiedendo al ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, se corrispondano al vero le indiscrezioni di stampa sul coinvolgimento della società Boston Consulting per la stesura della nuova SEN. Chi sta scrivendo la nuova Strategia energetica nazionale (SEN), che il Governo intende lanciare al G7 energia in programma a Roma ad aprile?

La domanda continua a circolare in questi giorni, dopo le anticipazioni della stampa riguardo alla collaborazione di una società di consulenza privata e le successive polemiche andate in scena anche sui social network. L’incertezza che regna sulla vicenda ha spinto il senatore del M5S, Gianni Girotto, a presentare un’interrogazione al ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, chiedendo se «corrisponde al vero quanto riportato dal quotidiano “Il Fatto Quotidiano” in merito al coinvolgimento della Boston Consulting Group nella stesura della Strategia energetica nazionale attraverso una consulenza pagata da operatori del settore energetico che potrebbero esserne favoriti». Girotto chiede poi al ministro, in caso di riscontro positivo, «se non ritenga opportuno intraprendere iniziative atte a evitare che la SEN sia influenzata dagli interessi particolari di operatori del settore dell’energia che hanno una composizione societaria prevalentemente composta da investitori stranieri». In un articolo pubblicato il 4 gennaio – evidenzia il documento preparato da Girotto – il Fatto Quotidiano riportava che «per aggiornare la SEN il Ministro Calenda avrebbe chiesto l’aiuto della società di consulenza Boston Consulting Group, da cui proviene Francesco Cuccia che attualmente ricopre l’incarico di capo della sua segreteria tecnica, e che il costo della consulenza verrebbe pagata da Terna e Snam […]».

Bolletta elettrica, ecco come cambia da gennaio 2017

Vediamo per ogni fascia di consumi come cambiano i conti in bolletta con la nuova fase della riforma della tariffa degli utenti domestici che scatta da gennaio. Nonostante lo spot dell’Autorità, risparmia solo chi consuma più di 2.700 kWh l’anno: a riforma completata 24 milioni di utenze, su circa 30 milioni, spenderanno di più. Da qualche giorno l’Autorità per l’Energia ha lanciato una campagna per annunciare i cambiamenti in arrivo con la seconda fase della riforma delle tariffe per i clienti domestici che scatterà dal 1° gennaio 2017. Punta di diamante è uno spot (vedi video qui sotto) che ha come protagonisti vari simpatici elettrodomestici parlanti che elencano benefici e i vantaggi della nuova riforma.

Il messaggio che si vuol far passare è che la nuova riforma è più equa, favorisce l’efficienza energetica e tutela i meno abbienti.

Peccato che non sia esattamente così: il bonus sociale a cui si fa riferimento, presentato come una novità, in realtà esisteva già anche se è stato potenziato. Con la riforma ad essere avvantaggiato è chi consuma di più, mentre risparmiare energia elettrica diventerà meno conveniente.

A conti fatti, quando la riforma sarà ultimata, l’82% delle famiglie italiane spenderà un po’ di più. Ma spieghiamo bene cosa cambia e mostriamo, numeri alla mano, quanto e quanti risparmieranno e, soprattutto, quanto e quanti invece pagheranno di più. La riforma in breve

Il 2 dicembre dell’anno scorso l’Autorità ha approvato la riforma delle tariffe elettriche per i clienti domestici. Avevamo spiegato nel dettaglio in questo articolo in cosa consiste.

In sintesi, si abolisce la progressività, ossia il meccanismo che fa pagare di più il kWh a chi ha consumi maggiori e di meno a chi ha consumi bassi.

Inoltre i costi di rete (cioè i costi pagati per la trasmissione, distribuzione e misura dell’energia elettrica) vengono spostati sulla parte fissa, cioè saranno pagati per punto di prelievo e per potenza impegnata, anziché per kWh consumato.

Tra le altre novità c’è da ricordare che vengono introdotti livelli di potenza con un “passo” più fitto e si riducono i costi per il cambio di livello.

La riforma prevedeva due step di cambiamento: uno partito dal 1° gennaio 2016 e unoche partirà, appunto, da gennaio dal 2017, per arrivare a regime nel 2018.

Dal 1° gennaio 2017 ci sarà la piena applicazione della tariffa non progressiva per gli oneri di rete e verrà effettuato il primo intervento anche sulla tariffa per gli oneri di sistema, in modo da diminuire l’effetto di progressività e limitare a due il numero di scaglioni di consumo annuo. Verranno poi introdotte tutte le novità legate all’impegno di potenza.

Anche l’eolico nel nuovo decreto sull’inquinamento acustico

Lo schema di decreto sull’armonizzazione della normativa nazionale sull’inquinamento acustico inserisce gli impianti eolici tra le “sorgenti sonore fisse” e prevede che il Minambiente emani uno specifico regolamento per misurare e contenere il rumore delle turbine.Gli impianti eolici entrano tra le “sorgenti sonore fisse” definite dalla legge quadro sull’inquinamento acustico, la 447/1995 e sarà emanato un apposito decreto.

Autolavaggio, i reflui sono industriali e lo scarico va autorizzato
Le acque reflue provenienti da attività di autolavaggio sono “industriali” e gli scarichi vanno autorizzati, altrimenti si incorre nella contravvenzione ex articolo 137, comma 1, Dlgs 152/2006.

Rifiuti, deroga italiana a “sfalci e potature” sotto il mirino Ue
La deroga alla disciplina dei rifiuti prevista dalla legge italiana per gli “sfalci e potature” di giardini e parchi potrebbe contrastare con le norme Ue e la Commissione ne chiederà conto all’Italia.

Valutazioni ambientali, Toscana disciplina “Via postuma”
Dal 21 dicembre 2016 si applicano le modalità ad hoc di rinnovo dell’autorizzazione all’esercizio di attività, non sottoposte a valutazione d’impatto ambientale all’epoca del rilascio, ma attualmente soggette alla disciplina.

L’agricoltura toscana a tutto biogas

Ricerca e rinnovabili spingono il settore primario: i risultati del progetto europeo Impresa e l’esperienza Ccer. L’Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana (Arpat) dà conto dei risultati raccolti in seno al progetto europeo Impresa – conclusosi con la fine dell’anno 2016 –, che ha «analizzato negli ultimi tre anni l’impatto di tutte le forme di ricerca europea su i più importanti obiettivi delle politiche agricole, tra cui la produttività delle aziende agricole, ma anche la valorizzazione ambientale e l’efficienza delle filiere agroalimentari». Due i casi studio seguiti in Italia, uno dei quali – condotto dai ricercatori dell’Università di Pisa – ha riguardato «l’impatto dell’adozione del biogas nelle imprese agricole toscane».

Partendo dal ruolo «cruciale» esercitato in questo ambito del Centro ricerche produzioni animali (Crpa) ha coordinato (tra il 1980 e il 1986) il primo programma di ricerca italiano finalizzato alla promozione del biogas in agricoltura, lo studio ha portato a numerose evidenze collegate alla diffusione del biogas in Toscana: «Attualmente – sintetizza l’Arpat – chi adotta il biogas è altamente istruito, ma non possiede alcuna esperienza in ambito agricolo; la decisione di investire in questo campo proviene piuttosto dalla consulenza di esperti. Gli agricoltori toscani alimentano i loro impianti principalmente con colture energetiche auto-prodotte e rifiuti agro-alimentari acquistati da aziende locali. Trarre energia da rifiuti presenta infatti dei vantaggi, poiché elimina i costi di smaltimento e allo stesso tempo fornisce un reddito aggiuntivo. Ci sono inoltre benefici ambientali dovuti alla riduzione dello sfruttamento di risorse. Il sottoprodotto degli impianti a biogas, il digestato, viene impiegato come fertilizzante organico; tuttavia lo spandimento di tale residuo richiede adeguati trattamenti ed è spesso oggetto di conflitti tra le aziende e la popolazione locale».

Nonostante alcune difficoltà, l’impiego del biogas in agricoltura ha portato dunque a importanti benefici per il comparto, mostrando una volta di più quanto il ruolo degli impianti a energie rinnovabili – una volta ben integrati nei delicati equilibri dei territori – possa essere positivo per lo sviluppo di settori economici tradizionali come quello primario. Un caso ormai in grado di fare scuola nel merito è quello offerto dal 2009 dalla Ccer: nata nel 2009 grazie ad un’intesa tra CoSviG, Slow Food Toscana, Fondazione Slow Food per la Biodiversità ed un gruppo (in crescita) di aziende quali caseifici, frantoi, aziende vinicole, allevamenti, la Comunità del cibo a energie rinnovabili ospita solo produttori toscani che utilizzino, per il proprio processo produttivo, almeno il 50% tra energia termica ed elettrica proveniente da fonte rinnovabile, nonché materie prime provenienti esclusivamente dal territorio toscano.

Il tessuto ricarica

La realtà supera la fantasia, anzi la fantascienza. Ve lo ricordate il mitico Marty McFly? Se sognate da sempre di indossare la giacca autoregolante e autoasciugante indossata dal protagonista del film ‘Ritorno al futuro’, preparatevi a vedere il vostro desiderio che diventa realtà. Tutto merito di un nuovo tessuto hi-tech, realizzato con un filo che combina celle solari e batterie per l’accumulo. Cucito su una normale giacca, la trasformerebbe in una batteria solare in grado di alimentare computer e sensori indossabili.

Per ricaricare lo smartphone, potrebbe essere sufficiente tenerlo in tasca!

L’invenzione è frutto degli studi del ricercatore Jayan Thomas, esperto di nanotecnologie all’Università della Florida Centrale, che ha ammesso di essersi ispirato alla saga diretta da Robert Zemeckis: “Se riuscissimo a sviluppare vestiti o tessuti auto-ricaricanti, potremmo realizzare tutte quelle fantasie cinematografiche: questa è la cosa stupenda”.
Thomas, insieme al suo gruppo di ricerca, è riuscito a a sviluppare dei filamenti fatti con sottilissime strisce di rame, flessibili e leggere. Queste bande hanno una cella solare da un lato e strati per l’accumulo di energia dall’altro. Per testare le possibili applicazioni di questa nuova tecnologia, i ricercatori hanno provato a tessere i filamenti con un piccolo telaio da tavolo. I primi tessuti ottenuti in questo modo sono stati applicati sulle giacche, in modo da sfruttare l’energia solare per ricaricare smartphone, sensori per la salute e altri gadget elettronici.
I campi di applicazione per questa scoperta sono molteplici. Uno dei più importanti potrebbe essere legato al campo militare. Pensiamo, per esempio ai soldati in Iraq o Afghanistan, che camminano sotto il sole. Di fatto è come se alcuni di loro portassero quasi 14 chili di batterie addosso. Altre potenziali applicazioni riguardano le auto elettriche, che potrebbero ricaricarsi ogni volta che sono esposte al sole.

In volo sopra la Senna

Stress, traffico e inquinamento. Immaginate di dovervi spostare da un capo all’altro della città. Che scegliate di farlo in auto o con i mezzi pubblici, difficilmente riuscirete a evitare uno di questi tre spiacevoli inconvenienti. Sempre che non vi troviate a Parigi. In questo caso, infatti, potreste fare affidamento su Sea Bubble: taxi volanti che sfruttano i corsi d’acqua per muoversi più rapidamente nelle grandi città. Le prime vetture potrebbero sbarcare sulla Senna già in primavera.
Alimentate a energia solare, queste “bolle volanti” consentiranno di attraversare tutta la capitale francese in appena un quarto d’ora.
A idearle sono stati due imprenditori Alain Thébault e Eric Tabarly che, per realizzare il loro progetto, hanno sfruttato lo stesso sistema che consente agli aerei di volare. In pratica, le ali posizionate sotto la barca, riducendo, in modo significativo la resistenza, sollevano il veicolo e gli permettono di galleggiare sull’acqua.
Il prototipo, che dovrebbe entrare a breve in azione, potrà ospitare fino a quattro passeggeri. L’idea è quella di utilizzare le Sea Bubbles come servizio taxi lungo la Senna. I ricercatori, inoltre, stanno valutando l’ipotesi di realizzare dei prototipi a guida autonoma. Al momento, però, le regole di navigazione sulla Senna non consentono l’utilizzo di questo tipo di mezzi.

Batterie solari per il mondo

Avete mai sentito parlare della Gigafactory? È un’enorme fabbrica di batterie alimentate a energia solare. Tesla, l’azienda automobilistica californiana di cui vi abbiamo già parlato in questo articolo, la sta costruendo da alcuni mesi nello stato del Nevada.
Le batterie prodotte da Tesla sono a ioni di litio. Ciò che le rende innovative, oltre alla loro potenza, è la capacità di conservare e accumulare energia. L’obbiettivo di questo progetto, come ha spiegato il CEO Elon Musk in una delle scene più famose del documentario di Leonardo Di Caprio sul riscaldamento globale, è quello di ridurre i costi per la produzione delle batterie che servono ad alimentare i prodotti dell’azienda, le auto elettriche prima di tutto.
Questo, d’altra parte, non è che uno degli utilizzi possibili. A beneficiare di questa produzione, infatti, potrebbe essere tutto il mondo. Secondo quanto riporta la rivista statunitense Forbes, tutti i progetti di Elon Musk sono motivati, a vari livelli, dalla sua preoccupazione sul riscaldamento globale. E Gigafactory non fa eccezione.

Auto a conduzione autonoma

Un’utilitaria bianca rallenta in prossimità di un incrocio, quasi si ferma, lascia sfilare un’altra auto in arrivo a destra, e riaccelera. Prosegue qualche centinaio di metri si ferma al semaforo, lascia rispettosamente passare i pedoni, e una volta scattato il verde si rimette in marcia girando verso destra.
Una scena del tutto normale, se non fosse per un dettaglio: la macchina è vuota.

Alla “guida” infatti non c’è un uomo, ma un concentrato di tecnologia di ultima generazione: un sistema di telecamere a 360 gradi, sensori a infrarossi, e un complesso di software di navigazione.

“Poteri percettivi da super uomo” – come Matt Sweeney, capo prodotto di Uber definisce l’impressionante set tecnologico di cui dispongono le self driving cars dell’azienda, che permettono alle auto di orientarsi attraverso una ricostruzione 3D in tempo reale dell’ambiente circostante nei minimi dettagli. Cartelli stradali e semafori inclusi.

Ai meno giovani, la scena appena descritta potrebbe far pensare a uno scherzo, o ricordare la trama di un film di fantascienza. Ai più giovani, una puntata della fortunata serie Black Mirror.
Ma le auto a conduzione autonoma sono già realtà. E presto – al massimo entro 5 anni – saranno una realtà di consumo mainstream. Per capire quanto concreto sia lo scenario, e quanto grande il mercato potenziale (secondo alcuni 560 miliardi di dollari nel 2035), basta guardare alle aziende che sull’auto a conduzione autonoma stanno investendo sul serio. Google, Uber, Tesla solo per citare i “primi della classe” della Silicon Valley, ma anche Apple e alcuni dei più importanti costruttori di auto del mondo, che in molti casi integrano già sistemi di autopilota nella loro offerta top di gamma.
Anche l’Italia potrebbe giocare un ruolo di primo piano nel disegnare il nuovo mondo della mobilità a 4 ruote, attraverso la partnership FCA-Google, che hanno legato i propri destini nel progetto Waymo. L’accordo, siglato nel maggio scorso, ha raggiunto un’importante obiettivo pochi giorni fa, con la consegna da parte della casa torinese di 100 Chrysler Pacifica ibride, pensate e costruite per integrarsi alla tecnologia self driving di “Big G”
“Un grande contributo alla nostra flotta – ha dichiarato John Krafcik – Il team di sviluppo di FCA’s si è dimostrato un partner agili e veloci, e ci ha permesso di assemblare questi veicoli in soli 6 mesi.

Quello della auto a conduzione autonoma è un processo innovativo di portata enorme. Quanto le sfide che ci mette di fronte e le opportunità che nasconde. La sicurezza, innanzitutto. I diversi incidenti registratisi negli ultimi mesi hanno naturalmente catturato l’attenzione dei media, facendo rimbalzare la notizia in mezzo mondo. Secondo gli addetti ai lavori e molti osservatori – però – è proprio nel campo della sicurezza che queste auto hanno il potenziale di migliorare, in meglio, le nostre vite.

Ma c’è di più. Grazie al “network effect”, un panorama urbano popolato solo da self driving cars, permetterebbe loro di interagire, creando una enorme intelligenza collettiva della mobilità urbana. Risultato: addio code, ingorghi e drastico calo delle emissioni nocive.

Mobilità sostenibile in laguna

Calli, ponti, gondole e canali. Passeggiando per Venezia si ha l’impressione che, tra i vicoli di questa città, il tempo si sia fermato. Eppure, qualche giorno fa, l’arrivo di uno speciale battello elettrico ha traghettato la Serenissima verso il futuro. L’innovativo mezzo di trasporto si chiama Scossa e, in modo del tutto silenzioso ed ecologico, trasporterà i passeggeri fino a Piazza San Marco, nel cuore del centro storico cittadino.

La barca effettuerà la tratta senza gravare sull’inquinamento acustico grazie al suo motore elettrico e, sempre per lo stesso motivo, anche le emissioni nocive verranno notevolmente ridotte.

La nuova imbarcazione di Alilaguna, la società che gestisce il servizio pubblico di trasporti nel capoluogo veneto, sarà dotata di un motore elettrico ed entrerà presto in servizio nella tratta via mare che collega Piazza San Marco all’aeroporto Marco Polo. La spesa totale per la realizzazione di “Scossa”, che potrà ospitare 40 persone, è stata di 700mila euro.
Progetti nati nel segno della mobilità sostenibile come questo sembrano rappresentare una delle migliori risposte possibili all’inquinamento atmosferico che, proprio negli ultimi giorni, ha raggiunto livelli da record in molte città italiane. Tra le principali conseguenze delle basse temperature, infatti, c’è un maggiore ricorso agli impianti di riscaldamento e la tendenza a trascorrere più tempo in luoghi chiusi. All’inquinamento atmosferico prodotto dal riscaldamento si sommano le emissioni generate dalle industrie e dai trasporti. La corsa ai regali di Natale, infine, ha contribuito all’incremento del numero di veicoli privati in circolazione e dei mezzi pesanti per la consegna a domicilio delle merci che hanno intasato strade e autostrade.
In Europa, sono molte le città che, negli ultimi tempi, hanno cominciato a correre ai ripari affidandosi a innovativi progetti di mobilità dall’anima green. A Parigi, per esempio, sono in arrivo le Sea Bubble: taxi volanti che sfruttano i corsi d’acqua per muoversi più rapidamente da una parte all’altra della capitale francese. Le prime vetture potrebbero sbarcare sulla Senna già in primavera.
Anche chi si sposta con mezzi privati può dare il suo contributo all’ambiente scegliendo un mezzo a pedali. Risparmio, rispetto dell’ambiente, praticità ed esercizio fisico: sono tanti i motivi che stanno portando sempre più persone a scegliere le due ruote. Ed Estra, in linea con questa tendenza, si prepara a scommettere sulle biciclette elettriche.

Valter Lupetti

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Valter Lupetti

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