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Notizie Ambientali

Sei Toscana… On The Move a Cortona

Anche Sei Toscana sarà protagonista al festival internazionale di fotografia Cortona On The Move che si terrà da giovedì 14 luglio a domenica 2 ottobre 2016. Il Festival, dal motto Fotografia in viaggio si svolgerà nel centro storico di Cortona (Arezzo) e nella Fortezza Medicea del Girifalco sotto la direzione artistica di Arianna Rinaldo ed organizzato dall’Associazione ONTHEMOVE.

Il festival vede la presenza di protagonisti affermati sulla scena nazionale e internazionale e la ricerca di giovani talenti, attraverso la celebrazione dei grandi maestri e la riscoperta degli archivi storici. Il viaggio è inteso come movimento, scoperta e cambiamento interiore: ogni anno il festival propone un nuovo viaggio in mondi diversi e in situazioni da esplorare e cogliere mediante il linguaggio della fotografia. Sei Toscana, in un simile contesto, ha deciso di collaborare ad un progetto del fotografo Niccolò Rastrelli che ha come idea di base quella di mostrare con scatti artistici e originali coloro che tutti i giorni operano sulle strade della Toscana del Sud, per tenere pulite le nostre città, salvaguardare la bellezza dei nostri borghi, promuovere le raccolte differenziate e garantire servizi fondamentali per il benessere di tutta la società. Il “reportage” cercherà inoltre di tenere conto della varietà delle attività in capo al gestore unico e, al tempo stesso, della bellezza e dell’unicità dei territori in cui operiamo.

L’assemblea dei Soci approva il bilancio 2015 di Sei Toscana

I Soci di Sei Toscana hanno approvato all’unanimità il bilancio dell’esercizio chiuso al 31.12.2015 con un utile netto di oltre 2,064 milioni di euro (1,8 milioni di euro nel 2014) ed il valore totale della produzione che supera i 165 milioni di euro. Dal punto di vista industriale nel corso del 2015 Sei Toscana ha gestito complessivamente oltre 478.000 tonnellate di rifiuti urbani e assimilati, di queste, circa 176.000 tonnellate sono state differenziate ed avviate al recupero, ricavando poco meno di 7 milioni di euro dalla loro vendita che, in applicazione del contratto di servizio con Ato, vengono interamente portati in detrazione dal corrispettivo dei servizi di raccolta. L’impatto sulla struttura complessiva dei ricavi è infatti neutro. Gli investimenti hanno raggiunto un valore di circa 16 milioni di euro, circa 3 milioni in più rispetto al primo anno di gestione, a testimonianza dell’impegno della società nel continuare l’opera di miglioramento e adeguamento delle strutture per garantire un servizio più efficace ed efficiente nei comuni serviti. “L’obiettivo del miglioramento dei servizi è sempre in primo piano – dichiara il presidente Simone Viti – ed è nostra intenzione lavorare nello spirito di condivisione e collaborazione con le amministrazioni comunali e con l’autorità di ambito per individuare soluzioni su tutto ciò che compete al gestore. Siamo convinti di avere numeri, forza innovativa e capacità industriale per gestire il servizio in modo efficiente, efficace e sostenibile”.

I produttori di Biomasse informano

I compostatori italiani, produttori di biomasse, stimano di arrivare al 2020 con 8 milioni di tonnellate di rifiuti trattati, con un giro d’affari che crescerebbe di 300 milioni, a 2 miliardi e mezzo di euro solo con compostaggio e digestione, e la creazione di altri 5.000 posti di lavoro sul ciclo completo. Sono i numeri del settore secondo il Consorzio Italiano Compostatori. Il fatturato delle aziende associate al Cic si aggira sui 1,5 miliardi di euro, e il totale degli addetti raggiunge quota 12 mila, tenendo conto anche dell’indotto. cui andrebbero, in prospettiva, ai 2,5 miliardi di business se ne potrebbero aggiungere 1,3 miliardi di ricadute economiche ed occupazionali della innovativa filiera del biometano. Secondo la ricerca “La filiera del rifiuto organico. Un patrimonio italiano da valorizzare” presentata dal CIC, il compostaggio e la digestione hanno ancora ampio potenziale di crescita e di sviluppo e risultano strategici per cogliere gli obiettivi europei e portare in discarica solo il 5-10% dei rifiuti urbani, come avviene nelle nazioni europee avanzate.

Manifestazione contro i nuovi inceneritori

Molte agenzie di stampa indipendenti accreditano di 20.000 persone il corteo svoltosi oggi a Firenze contro l’inceneritore di Renzi-Hera. Forse domattina alcuni giornalisti parleranno di poche migliaia ma nessuno potrà negare la partecipazione straripante da Firenze in primis ma anche dal resto d’Italia (da Acerra, da Brescia, da Terni, da Civitavecchia, da Roma, dalla Sicilia, dalla Lombardia con adesioni da paesi come USA, Canada, Filippine, Germania, Francia, Slovenia, Spagna, Bulgaria). GLI INCENERITORI SONO DAVVERO IMPOPOLARI tanto più se in situazioni come quelle della città di Firenze che fanno della CULTURA E DELLA BELLEZZA il loro giusto vanto. Ora possiamo dire che una fetta sempre più consistente di opinione pubblica sta capendo e sostenendo che RIFIUTI ZERO E’ L’ALTERNATIVA PRATICABILE e che i costi milionari (si parla di 160 milioni di euro per l’inceneritore) sarebbero una regalia a “corpi separati dalle comunità locali.

Il Giappone ha più punti di ricarica per le auto elettriche che distributori di benzina

Nel 2040 nel mondo ci saranno 41 milioni di veicoli elettrici, 1 auto su 4 sarà EV , il 35% di quelle leggere. Il Giappone, la terza potenza economica del pianeta, sta ancora accelerando sulle auto elettriche (EV), ha già superato il resto del mondo e ora ha più punti di ricarica che distributori di benzina e gasolio. A dirlo è una recente ricerca della Nissan – il cui modello Leaf completamente alimentato a batteria può viaggiare per 172 km con una singola carica – secondo la quale in Giappone ci sono più di 40.000 posti di ricarica rispetto a meno di 35.000 stazioni di servizio per fare il pieno di carburanti fossili.
esperti non si aspettano che le vendite di veicoli elettrici a superino il 5% del totale dei veicoli leggeri nella maggior parte dei mercati, tranne dove i sussidi faranno la differenza, come in Giappone o in Paesi come la Norvegia, l’Olanda e la stessa India dove c’è già una roadmap per passare alle auto elettriche abbandonando quelle a combustione interna. Ma Morsy avverte che «Questo confronto dei costi è destinato a cambiare radicalmente negli anni 2020», e tutto a favore delle auto elettriche.

Acciaio e rifiuti tecnologici spingono l’economia circolare italiana
Risultati incoraggianti. Dopo la Ceca, per una rinnovata Unione europea si può contare su green economy e materie prime seconde. L’Italia dell’economia circolare continua a tagliare traguardi importanti, come confermano i dati appena declinati sulle frazioni merceologiche dei rifiuti tecnologici e quelli d’acciaio, in due rapporti elaborati rispettivamente da Cobat e Ricrea.
Il Consorzio nazionale raccolta e riciclo che si occupa di pile, batterie, moduli fotovoltaici e Raee – ovvero il Cobat – ha presentato a Roma il proprio Rapporto di attività 2015, portando a testimonianza gli oltre 146 milioni di chili di rifiuti tecnologici raccolti nell’ultimo anno, e poi avviati a riciclo per recuperare preziose materie prime seconde. Risultati ottimi, ma gli obiettivi che ci prefiggiamo sono ben più ambiziosi. Siamo in prima fila per trovare una perfetta sintesi tra economia circolare e mobilità sostenibile, raccogliendo e riciclando tutte le componenti delle auto del futuro, quelle ibride e soprattutto elettriche, stando al passo con le innovative batterie che le alimentano. Materiali e merci diffusi sul mercato si evolvono difatti continuamente – purtroppo raramente secondo i dettami dell’eco-design – e l’economia circolare per rimanere tale deve stare al passo.In particolare, sono due le ricerche che hanno dato risultati incoraggianti nel 2015 e che Cobat ha deciso di portare avanti anche quest’anno: una sull’individuazione di una tecnologia efficace, efficiente e sostenibile per il riciclo e il trattamento delle batterie al litio, con l’Istituto di chimica dei composti organometallici del Cnr, e una commissionata alla società K&I Lab, collegata alla società Siae di Senago (MI) presso cui converge buona parte delle pile portatili raccolte dal Consorzio: lo studio ha avuto come obiettivo l’analisi di metodologie sostenibili, sia sotto l’aspetto di processo che sotto l’aspetto economico, in grado di garantire il riciclo delle diverse tipologie chimiche di cui sono costituite le pile portatili, per ottenerne materia prima seconda.
Un materiale che invece non cambia, ma che anzi mantiene la sua centralità all’interno del sistema economico è l’acciaio. Nel corso del 2015 è cresciuta la quantità di imballaggi in acciaio immessi al consumo in Italia (+2,3%), e – come testimonia nel corso della propria assemblea annuale Ricrea, il Consorzio nazionale per la raccolta e il riciclo di tali imballaggi – sono migliorati sia i tassi di raccolta (+3,2%) sia quelli di riciclo (+3,5%), che misurano rispettivamente un metodo e il suo fine ultimo. Dalle scatolette ai barattoli per alimenti, dalle bombolette aerosol ai grandi fusti industriali, fino ai tappi corona e alle lattine, i contenitori in acciaio sono sempre più diffusi, e si prestano alla circolarità dell’economia verde: nel 2015 in Italia è stato riciclato il 73,4% dell’immesso al consumo per un totale di 347.687 tonnellate, sufficienti per realizzare quattro copie del Golden Gate, il celebre ponte in acciaio di San Francisco. Sulla base dei quantitativi dichiarati dalle aziende produttrici ed utilizzatrici, il dato di immesso a consumo relativo agli imballaggi in acciaio indicato da Conai per il 2015 è pari a 473.840 tonnellate, mentre le tonnellate di rifiuti d’imballaggio raccolte nel 2015 sono state 410.085, pari al peso di circa 5.118 locomotive ferroviarie; la quota pro-capite di imballaggi in acciaio raccolti in un anno è stata in media di 3,82 kg per abitante.
Per le sue caratteristiche intrinseche, «l’acciaio è il materiale più riciclato in Europa: è facile da differenziare e viene riciclato all’infinito senza perdere le proprie intrinseche qualità – osserva Maurizio Amadei, presidente Ricrea – Grazie alla separazione magnetica, gli imballaggi in acciaio possono essere recuperati anche dalla raccolta indifferenziata: stiamo lavorando con i Comuni per migliorare la percentuale di recupero anche dall’indifferenziata, evitando così che queste risorse vadano perdute. Tutto l’acciaio riciclato dagli imballaggi può tornare infatti a nuova vita, trasformato ad esempio in binari, travi, chiavi inglesi, telai di biciclette, chiodi, bulloni».
Grazie alle 347.687 tonnellate di acciaio recuperato dagli imballaggi in Italia – sottolineano da Ricrea – nel 2015 si è ottenuto un risparmio diretto di 660.605 tonnellate di minerali di ferro e di 208.612 tonnellate di carbone, oltre che di 622.359 tonnellate di CO2.

Pesticidi nelle acque della Toscana, i risultati del rapporto Ispra

Il glifosate e il suo metabolita Ampa hanno grande capacità di contaminare le acque. L’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) ha presentato il Rapporto nazionale pesticidi nelle acque 2016. Ecco cosa dice la scheda che riguarda la Toscana:

La rete di monitoraggio regionale è ben distribuita e comprende 285 punti complessivi. I dati 2014 riguardano 107 punti delle acque superficiali e 178 di quelle sotterranee. Sono stati effettuati 1.000 campioni per un totale di 77.890 misure analitiche. Il numero delle sostanze cercate è 82, al di sopra della media nazionale. Non sono comprese tuttavia le sostanze recentemente immesse sul mercato, alcune delle quali classificate pericolose.

Nelle acque superficiali ci sono pesticidi nel 90,7% dei punti e nel 51,9% dei campioni investigati. Sono state trovate 63 sostanze: le più frequenti sono imidacloprid, dimetomorf e fluopicolide.

Nelle acque sotterranee è stata riscontrata la presenza di residui pesticidi nel 38,2% dei punti e nel 23,1% dei campioni. Sono state rinvenute 34 sostanze: le più frequenti sono atrazina-desetil, imidacloprid, carbendazim e pendimetalin.

Il livello di contaminazione è superiore ai limiti di qualità ambientale in 14 punti delle acque superficiali (13,1% del totale) e in 2 punti delle acque sotterranee (1,1% del totale).

La rete di monitoraggio della Toscana per la prima volta prende in considerazione il glifosate, una delle sostanze maggiormente usate a livello nazionale, ed il suo metabolita Ampa, sostanze individuate tra i principali contaminanti delle acque. La ricerca di queste sostanze, però, si presenta abbastanza limitata; infatti le due sostanze sono state cercate in pochi punti della rete di monitoraggio complessiva della Regione. Il glisofate è cercato in 22 punti per le acque superficiali e in 10 punti delle acque sotterranee, ma la sua frequenza di ritrovamento è pari al 91% nel primo caso e 60% nel secondo.

Discorso analogo anche per il suo metabolita Ampa, il quale viene trovato nel 44,4% dei 9 punti delle acque superficiali in cui viene cercato e nel 50% dei 2 punti delle acque sotterranee in cui viene cercato.

Questi risultati confermano che il glifosate e il suo metabolita Ampa hanno grande capacità di contaminare le acque, pertanto si rivela necessario ampliare la ricerca a queste sostanze.

Rifiuti, dopo la raccolta differenziata solo il 60% degli imballaggi in plastica viene riciclato
Il resto va (con incentivi) a termovalorizzazione e, in maniera residuale, in discarica. Che fine fanno gli imballaggi in plastica quando, divenuti ormai rifiuti, vengono intercettati dalla raccolta differenziata? Secondo i dati forniti oggi a Roma durante l’evento “Il riciclo della plastica made in Italy”, organizzato da Corepla (il Consorzio nazionale per la raccolta, il riciclaggio ed il recupero degli imballaggi in plastica) insieme a Legambiente, le performance del Paese registrano un lieve miglioramento. Pur a fronte di un ammontare di rifiuti urbani – di cui gli imballaggi in plastica fanno parte – che in Italia è tornato a crescere già nel 2014, nel corso del 2015 sono state raccolte in modo differenziato circa 900.000 tonnellate di imballaggi in plastica: 15,1 Kg per abitante all’anno (erano 13,9 nel 2014), un primato dovuto alla crescita del servizio al Sud e all’aumento avvenuto nelle zone “consolidate” (come il Veneto, passato da 21 a 23 kg circa procapite): «Contiamo di raggiungere il milione di tonnellate raccolte nel 2017», ha sottolineato Giorgio Quagliuolo, presidente Corepla. Nel frattempo di queste 900mila tonnellate lo 0,8% finisce in discarica, mentre sono state avviate a riciclo 540.000 tonnellate di rifiuti di imballaggio in plastica: esattamente il 60% del totale. Il resto – procedendo per esclusione – viene evidentemente avviato a recupero energetico, registrando così un leggero miglioramento rispetto all’anno precedente, quando interessava circa la metà degli imballaggi in plastica raccolti in maniera differenziata.

Olio di palma, secondo Efsa contiene sostanze potenzialmente tossiche. Più a rischio i bambini

Contaminanti da processo anche in altri oli vegetali e alimenti. Il parere dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare. Secondo il parere “Risks for human health related to the presence of 3- and 2-monochloropropanediol (MCPD), and their fatty acid esters, and glycidyl fatty acid esters in food” dell’European food safety authority (Efsa), che ha valutato i rischi per la salute pubblica derivanti dalle sostanze: glicidil esteri degli acidi grassi (GE), 3-monocloropropandiolo (3-MCPD), e 2-monocloropropandiolo (2-MCPD) e loro esteri degli acidi grassi,  sostanze si formano durante le lavorazioni alimentari, in particolare quando gli oli vegetali vengono raffinati ad alte temperature (circa 200° C), «i contaminanti da processo a base di glicerolo presenti nell’olio di palma, ma anche in altri oli vegetali, nelle margarine e in alcuni prodotti alimentari trasformati, danno adito a potenziali problemi di salute per il consumatore medio di tali alimenti di tutte le fasce d’età giovanile e per i forti consumatori di tutte le fasce d’età». I livelli di GE, 3-MCPD e 2-MCPD (compresi gli esteri) più elevati sono stati rinvenuti negli  oli di palma e grassi di palma, seguiti da altri oli e grassi e l’EFSA sottolinea che «per i consumatori di tre anni di età e oltre, margarine e ‘dolci e torte’ sono risultati essere le principali fonti di esposizione a tutte le sostanze».

In Florida la prima città americana totalmente a energia solare

Babcock Ranch, nel Sud-Ovest della Florida, sarà la prima città Usa in cui il fotovoltaico soddisferà tutto il fabbisogno elettrico residenziale e commerciale. Entro fine 2017 verranno costruiti 1.100 edifici abitativi a basso consumo energetico. Fra 20 anni si estenderà su un’area di quasi 72 kmq e sarà abitata da 50.000 persone. La prima città degli Stati Uniti dove il solare produrrà più energia di quella richiesta per le attività commerciali e residenziali. È il sogno di Babcock Ranch, nel Sud-Ovest della Florida, la città solare che doveva vedere la luce già alcuni anni fa e che la crisi immobiliare aveva momentaneamente bloccato.

Adesso Kitson&Partners, una delle maggiori agenzie immobiliari della Florida, ha deciso di rilanciare il progetto di quella che sarà la città più grande in fase di sviluppo di tutti gli Stati Uniti, estendendosi su un’area di quasi 72 kmq, circa le dimensioni di Manhattan. Confinerà con due aree protette: il Babcock Ranch Preserve (295 kmq), la più grande area protetta della Florida, e la Cecil M. Webb Wildlife Management Area (304 kmq).

I primi abitanti entro un anno

«Babcock Ranch sarà un esempio delle città del futuro, capace di offrire ai residenti un equilibrio unico tra infrastrutture tecnologicamente avanzate e servizi, con un accesso immediato a un ricco ambiente naturale e a un vero senso di comunità – ha affermato il presidente e CEO di Kitson&Partners Syd Kitson -. Fra meno di un anno a partire da oggi i primi residenti si potranno stabilire con un approccio completamente nuovo del vivere in città».

«Abbiamo la fortuna di avere diversi partner di valore che hanno lavorato con noi dall’inizio per costruire una città in grado di soddisfare le diverse esigenze delle famiglie, delle realtà aziendali, delle comunità e dell’ambiente naturale circostante. La città non sarà chiusa agli estranei: sarà una città aperta, senza recinti, dove chiunque ha voglia potrà venire per visitare e incontrare i residenti», ha spiegato Kytson.

Una città da 50.000 abitanti

La fase iniziale del progetto, che verrà completata nel 2017, vedrà la realizzazione di 1.100 edifici abitativi, con opzioni sia mono-familiari che multi-familiari. Una volta che la città sarà completata (tra 20 anni), sarà formata da 19.500 edifici residenziali e oltre mezzo chilometro quadrato di spazi per la comunità e di tipo commerciale. La metà della superficie totale sarà destinata a spazi verdi, laghi e percorsi naturalistici, per una lunghezza di 50 miglia. I primi nuclei abitativi di Babcock saranno realizzati intorno all’impianto fotovoltaico a terra e la filosofia sarà la stessa anche per i nuclei abitativi successivi.

Il solare sugli edifici residenziali

Gli edifici residenziali saranno predisposti per l’installazione del fotovoltaico: sarà l’acquirente a decidere in tal senso.

«Non è facile stimare quanti abitanti della città decideranno di installare il fotovoltaico sul tetto di casa – fanno sapere i responsabili di Kitson&Partners a QualEnergia.it -. Per cui oggi non siamo ancora in grado di stimare la produzione fotovoltaica dai singoli edifici residenziali».

In base alle stime dei progettisti, Babcock Ranch sarà comunque la prima città al mondo in cui la produzione fotovoltaica supererà il fabbisogno elettrico annuo residenziale e commerciale fin dal primo giorno in cui verrà abitata.

I moduli solari

Florida Power&Light è una controllata di NextEra Energy, che negli scorsi anni ha promosso progetti fotovoltaici in tutti gli Stati Uniti per 1,5 GW in base a un accordo con il costruttore di moduli Hanwha Q Cells. Gli impianti solari verranno installati a Babcock Ranch nell’ambito di questo accordo.

Efficienza energetica

Ovviamente, tutti gli edifici della città saranno realizzati utilizzando le tecnologie disponibili sul mercato per quanto riguarda l’efficienza energetica e rispetteranno i criteri dello Stato della Florida per ottenere il Florida Green Building Certificate (FGBC).

«Il nostro focus è sempre stato quello della conservazione dell’energia prima del suo consumo – spiegano i responsabili del progetto – e per noi l’elemento preponderante è una corretta progettazione al fine di risparmiare energia. Ma questo non vale solamente in ambito energetico, elettrico e termico, ma anche in quello idrico, ad esempio. Per tale motivo, proprio in un’ottica di efficienza, per gli edifici del downtown abbiamo deciso per il raffrescamento degli ambienti e per la produzione di acqua calda sanitaria di utilizzare dei sistemi centralizzati, invece di sistemi individuali.

Il nostro sarà una specie di mega-laboratorio a cielo aperto – proseguono – per cui siamo interessati all’utilizzo anche di tecnologie innovative. Le batterie associate agli impianti fotovoltaici rappresentano soluzioni che intendiamo installare, in un primo momento su piccola scala per verificare le tecnologie che si adattano meglio alle caratteristiche climatiche dell’area e alle esigenze energetiche degli abitanti della città».

Rinnovabili elettriche: nel primo trimestre 2016 installazioni in calo del 25%
Le nuove installazioni di fotovoltaico, eolico e idroelettrico nei primi tre mesi del 2016 sono complessivamente calate del 25% rispetto al primo trimestre del 2015. Questo è quanto emerge dai dati ricavati dal Gaudì e rielaborati da Anie Rinnovabili.

Economia circolare, anche in Italia un’agenzia per l’uso efficiente delle risorse
500 mila nuovi posti di lavoro a livello nazionale: è quello che si otterrebbe, secondo ENEA, creando in Italia un’Agenzia per l’uso efficiente delle risorse e promuovendo la transizione verso l’economia circolare.

Accumuli, le batterie superefficienti grazie ai nanofili
Secondo uno studio realizzato dai ricercatori della University of California Irvine, utilizzando idelle batterie superefficienti e resistenti nel tempo.

Acque di scarico, senza collettamento stabile sono rifiuti
L’applicazione della disciplina sui rifiuti è esclusa solo nel caso in cui le acque di scarico siano immesse nel suolo, sottosuolo o fognatura tramite sistema stabile di collettamento.

Scarichi, controlli legittimi anche se notificati a dipendenti
L’avviso per l’espletamento delle analisi di laboratorio riguardanti le acque, secondo la Corte di Cassazione, non deve essere necessariamente dato nelle mani del titolare dello scarico.

Eurostat, nel 2015 in Italia +3,5% di emissioni di CO2
Balzo di 3,5 punti percentuali per le emissioni di CO2 da fonti fossili in Italia nel 2015 rispetto al 2014, come comunicato da Eurostat (Istituto di statistica Ue) che ha presentato il suo rapporto il 3 maggio 2016.

Agenzie ambientali, riforma torna in pista
La Commissione ambiente del Senato ha dato l’ok al Ddl di riforma dell’Ispra e delle Arpa/Appa, introducendo – come unica novità rispetto al testo licenziato dalla Camera più di due anni fa – una “clausola di invarianza finanziaria” sull’intero provvedimento.

Cial, riciclo alluminio nel 2015 al 70%
Il 29 aprile 2016 nel corso dell’assemblea del Consorzio nazionale per il recupero e il riciclo degli imballaggi in alluminio, sono stati presentati i risultati del 2015 che hanno segnato una percentuale di riciclo pari al 70%.

Tassa rifiuti, da regolamento comunale esclusi imballaggi terziari
Va disapplicato il regolamento comunale di determinazione della tassa rifiuti che non preveda l’esclusione degli imballaggi terziari stante la loro non assimilabilità assoluta ai rifiuti urbani.

Rumore, gestore aeroporto responsabile per rispetto limiti
In aeroporto, la responsabilità dell’attività di controllo e vigilanza sul rispetto dei limiti sonori consentiti è riconducibile al gestore dell’aeroporto, anche per ciò che concerne il decollo e l’atterraggio dei velivoli.

Sicurezza sul lavoro, legale rappresentante risponde di infortuni
Il legale rappresentante di una società è sempre destinatario delle norme antinfortunistiche e in assenza di una valida delega di funzioni risponde degli infortuni occorsi ai lavoratori.

Tutela lavoratori da elettrosmog, allineamento a norme Ue in vista
Licenziato in via preliminare dal Consiglio dei Ministri del 29 aprile 2016 il decreto legislativo di recepimento della direttiva 2013/35/Ue sulla tutela minima dei lavoratori dai campi elettromagnetici.

Michele Lupetti

Colui che nel lontano 2006 ideò tutto questo. Fondatore e proprietario di ValdichianaOggi, dopo gli inizi col blog "Il Pollo della Valdichiana". Oltre a dispensare opinioni sulle cose locali è Beatlesiano da sempre (corrente-Paul Mc Cartney), coltiva strane passioni cinematografiche e musicali mescolando Hitchcock con La Corazzata Potemkin, Nadav Guedj con i Kraftwerk. I suoi veri eroi, però, sono Franco Gasparri, Tomas Milian, Maurizio Merli, Umberto Lenzi... volti di un'epoca in cui sarebbe stato decisamente più di moda: gli anni '70

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Michele Lupetti

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