Comunque si alle pale eoliche a Cortona?
Non saranno venti ma solo due, non avranno la potenza di 2,5 MW ma solo di 1, non saranno collocate sul Monte Ginezzo ma in quello di Sant’Egidio e senza creare nessun “parco”. Sembra comunque certo che un’azienda avrebbe avanzato la richiesta di collocare due pale eoliche sul Monte Sant’Egidio per produrre energia da utilizzare per il proprio autoconsumo.
Ancora non è trapelata la volontà dell’amministrazione comunale (che dovrà comunque presentare una variante al P.R.G.) e di nessun altro ente coinvolto nel rilascio dell’autorizzazione. Noi, che abbiamo sempre considerato in modo positivo l’ipotesi di un parco eolico a Ginezzo, nell’occasione, non possiamo far altro che sottolineare l’importanza di questa nuova occasione, rimarcando il rammarico per l’altra occasione, ormai perduta.
L’obbiettivo del 50% di raccolta differenziata dei rifiuti in Italia è un miraggio?
Solo 7 le Regioni italiane che nel 2012 sono andate oltre la soglia del 50% nel riciclo: Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia, Trentino Alto Adige, Veneto, Friuli e Sardegna, quest’ultima unico territorio del Sud. È quanto emerge dalla Terza edizione del Rapporto Anci su raccolta differenziata e riciclo 2012 presentato il 30 ottobre 2013. A livello nazionale il riciclo si ferma al 38,6%, mentre la raccolta differenziata pari al 39,9%. Percentuali ancora lontane appunto dalla soglia del 50% in termini di peso, che è l’obiettivo del riciclo al 2020 previsto dal Codice dell’ambiente (Dlgs 152/2006). Il rapporto evidenza la necessità che si spinga molto sul riciclo dato che conferma che nel 2012 la percentuale di avvio a riciclo è cresciuta dell’1,3% rispetto al 2011, contro un incremento della differenziata del 4,4%. La banca dati del 3° “Rapporto raccolta differenziata e riciclo 2012” è nata grazie agli accordi sottoscritti dall’Anci con il Conai, il Centro di coordinamento Raee, il Centro di coordinamento nazionale pile e accumulatori e il Consorzio nazionale abiti usati e ha come obiettivo principale quello di dare un ulteriore contributo a sostegno della crescita e del miglioramento del quadro conoscitivo della raccolta differenziata nel nostro Paese, agevolando gli interventi programmatori dei Comuni.
“Italia rinnovabile”
è la prima tappa di una mobilitazione che continuerà in tutta Italia per dare forza a questa domanda di cambiamento e convincere Governo e Parlamento a scegliere questa strada abbandonando il carbone, le trivellazioni alla ricerca di petrolio, scelte che penalizzano il paese (in termini di emissioni di CO2, salute e qualità ambientale), marginalizzano l’Italia e ne mantengono la dipendenza dall’estero. Ecco il decalogo di scelte intelligenti ed indispensabili in tempo di crisi lanciato nella manifestazione che si è tenuta ai Fori Imperiali di Roma denominata “Mobilitiamoci per un Italia rinnovabile:
1-Cambiare il meccanismo di scambio sul posto dell’energia elettrica, per offrire una opportunità per tutti gli impianti da fonti rinnovabili e in cogenerazione ad alto rendimento, di scambiare energia con la rete in alternativa agli incentivi;
2-Introdurre la possibilità per l’energia termica ed elettrica prodotta da impianti da fonti rinnovabili fino a 5 MW e in cogenerazione ad alto rendimento, che non beneficiano di incentivi, di poter essere venduta attraverso contratti di vendita diretta tra privati o a soci di cooperative o a utenze condominiali sulla base di accordi bilaterali nel rispetto delle condizioni di sicurezza e stabilità del servizio e che possa essere distribuita attraversi reti di distribuzione private o utilizzando le reti di distribuzione esistenti;
3-Eliminare tutti i sussidi diretti e indiretti per le fonti fossili, attraverso un intervento sulle bollette che elimini tutte le voci legate a fonti “assimilate”, rimborsi per centrali inquinanti di riserva o nelle isole minori, oneri impropri e vantaggi per i grandi consumatori che devono essere sostituiti con incentivi per gli interventi di efficienza energetica;
4-Introdurre una carbon tax sulla produzione termoelettrica, che spinga innovazione e concorrenza nell’offerta elettrica, premiando l’efficienza in termini di emissioni di CO2. Attraverso un intervento sull’accisa da differenziare sulla base delle emissioni di CO2 prodotte dagli impianti si potrebbe spingere questa prospettiva. Una politica di questo tipo si integra con il sistema ETS per spingere sull’innovazione e soprattutto permetterebbe di premiare le produzioni più efficienti (come le centrali a gas a discapito di quelle a carbone o a olio combustibile), generando nuove risorse;
5-Riformare le regole delle tariffe biorarie per gli utenti domestici. Per tornare a condizioni di reale vantaggio per coloro che riducono i consumi nei periodi della giornata di picco dei consumi;
6-Rivedere la normativa che riguarda regole di approvazione dei progetti da fonti rinnovabili per uscire da una situazione di totale incertezza che non offre alcuna garanzia di trasparenza e informazione per i territori coinvolti e neanche per gli imprenditori onesti;
7-Reintrodurre un sistema di incentivi in conto energia per la sostituzione di coperture in amianto con tetti fotovoltaici. La cancellazione di questo incentivo ha infatti tolto a famiglie e imprese una speranza fondamentale di rimuovere dai tetti una fibra letale;
8-Introdurre, come in Germania, un sistema di incentivi per le famiglie e le piccole e medie imprese per impianti fotovoltaici integrati con sistemi di accumulo vincolati a contratti di net-metering programmato con almeno il 60% della produzione in autoconsumo;
9-Creare condizioni di vantaggio per tutti gli interventi di riqualificazione energetica e statica del patrimonio edilizio;
10-Rendendo permanenti le detrazioni fiscali per gli interventi di miglioramento delle prestazioni energetiche del patrimonio edilizio, allargandole alla messa in sicurezza antisismica e differenziandole rispetto al contributo apportato in termini di riduzione dei consumi energetici, utilizzando la leva dei fondi strutturali 2014-2020.Approvare delle specifiche regole per la realizzazione degli impianti eolici offshore, per uscire da una situazione di conflitti e polemiche per la totale assenza di qualsiasi riferimento per la valutazione degli impianti e il coinvolgimento del territorio.
Legambiente: «Basta con i giochi di parole. Chi produce meno rifiuti deve pagare meno»
Ieri ad “Un giorno da Pecora” su Radio Due facevano l’esame sulle nuove sigle delle tasse – Tarsu, Tares, Trise, Tari – a Santo Versace ed altri ospiti, con risultati tra il comico e l’improbabile, ma oggi le agenzie hanno battuto la notizia molto meno divertente che molti temevano dopo quella che si sta rivelando l’ennesima burla sull’Imu di Berlusconi e company: sono possibili ulteriori aumenti delle tasse sulla casa attraverso la legge di stabilità.
Chi inquina paga, chi produce meno rifiuti deve risparmiare Questo è l’unico principio su cui deve basarsi la tariffazione sui rifiuti. Che si chiami Tares o Trise oppure Tari, non è possibile che questa vada ad aggravare il peso fiscale sugli italiani in maniera illogica e ingiusta. Chi produce meno rifiuti dovrebbe essere premiato, mentre la nuova tassa sui rifiuti Tari, forse più della precedente Tares, rischia, al contrario, di aggravare ulteriormente il peso fiscale sugli italiani in maniera ingiusta. Intanto sul sito di Legambiente, continua la raccolta firme della petizione popolare “Italia rifiuti free”, indirizzata al presidente del Consiglio dei ministri Enrico Letta e ai ministri dell’ambiente Andrea Orlando e dell’economia e delle finanze Fabrizio Saccomanni, Per chiedere al governo di rivedere questo tributo in maniera tale da rispettare il principio europeo del “chi inquina paga”, calcolandolo solo sulla effettiva produzione di rifiuti indifferenziati e consentendo così alle utenze più virtuose di pagare di meno, come richiesto recentemente anche dalle associazioni di categoria Federambiente e Fise – Assoambiente. Nonostante tutto, a livello locale la gestione dei rifiuti in Italia sta vivendo una fase di grande evoluzione. Sono oltre 1300 i Comuni che in tutto il Paese superano l’obiettivo di legge del 65% di raccolta differenziata, si stanno diffondendo le buone pratiche locali per la riduzione degli imballaggi inutili, sono sempre più numerosi gli impianti di riciclaggio che costituiscono l’ossatura portante della green economy dei rifiuti. Ma ci sono ancora tanti problemi irrisolti: continuiamo a produrre troppi rifiuti e a smaltirne quasi la metà nelle inquinanti discariche. In più di settemila Comuni italiani l’ammontare della tassa non è determinato secondo la quantità di rifiuti prodotti, mentre solo alcune centinaia di enti locali fanno pagare in base alle quantità effettivamente prodotte grazie alla tariffazione puntuale.
Lago di Chiusi, un successo per l’ambiente: inaugurato il depuratore di Pian delle Torri
E’ stato inaugurato il depuratore di Pian delle Torri a Chiusi, che permetterà di far arrivare al lago acque reflue trattate. Dal punto di vista tecnico l’impianto può servire potenzialmente circa 12.000 abitanti equivalenti. Al momento però potrà ricevere gli scarichi di Chiusi città, e successivamente saranno collegati anche gli agglomerati urbani di Chiusi Scalo, Montallese e della sponda umbra del Lago di Chiusi. Da un lato, il depuratore offrirà un importante servizio alla cittadinanza del comune di Chiusi e dall’altro andrà a sanare una situazione di scarichi liberi, tutelando un’area di pregio quale quella lacustre. Oltre al depuratore, sono stati realizzati e messi in posa circa 20 km di nuova fognatura, che serviranno a condurre gli scarichi all’impianto, e 11 nuovi sollevamenti fognari, per far funzionare tutto il processo.Per Chiusi questa è senza dubbio una delle inaugurazioni più importanti nella storia del comune.
Canapa, nasce una filiera agro-industriale made in Toscana
La coltivazione della canapa e la costruzione di una filiera agro-industriale legata alle innumerevoli possibilità di utilizzo di questa pianta (alimentari, cosmetiche, tessili, in bioedilizia, ecc.) è stata al centro di della tavola rotonda al Mercato dei Fiori di Pescia, organizzata da Legambiente Valdinievole, Assocanapa, Chimica Verde, Associazione “Il chicco di grano” e Confederazione Italiana Agricoltori (Cia). Il convegno, che ha visto la partecipazione di più di 100 persone provenienti da tutta la Toscana e dalle regioni limitrofe. Era presenta tra gli altri Beppe Croce, responsabile agricoltura di Legambiente, che ha parlato dell’importanza della canapa e dei suoi usi. Secondo gli organizzatori, Il convegno ha destato un largo interesse anche nel mondo agricolo locale e diversi agricoltori si sono dichiarati disponibili a partecipare alla definizione del progetto di filiera, che intende, in questa prima fase, limitarsi alla canapa da seme, per poi, una volta consolidatosi, affrontare anche la coltivazione e la trasformazione della canapa da fibra. Per l’avvio del percorso, Legambiente, Assocanapa, Chimica Verde, “Il chicco di grano” e Cia hanno deciso di convocare, nella seconda decade di novembre, una riunione operativa alla quale parteciperanno gli agricoltori, l’Oleificio Sociale Valdinievole di Vangile, l’azienda Floriddia di Peccioli, che produce e vende pasta biologica, farina biologica, cereali, pane e legumi.
La pollina è un rifiuto o no?
Attraverso la pronuncia n. 37548 del 13 settembre 2013 la III sezione penale della Cassazione è ritornata sull’argomento delle materie fecali, in particolare dell’esclusione delle stesse dal novero dei rifiuti. La vicenda, sotto il profilo di fatto, prende le mosse da una situazione assai frequente nella prassi del mondo agricolo, ovvero l’accumulo di materie fecali, nel caso di specie pollina, su terreni coltivati allo scopo dichiarato di destinarla alla concimazione. L’utilizzo della pollina per la concimazione costituisce una prassi agricola in uso da tempo per il territorio, ed a motivo di ciò, le deiezioni non dovevano considerarsi rifiuto ai sensi dell’art. 185, comma 1, non rientrano nel campo di applicazione della Parte IV a partire dal 25 dicembre 2010, tra l’altro,: … le materie fecali, se non contemplate dal comma 2, lettera b) [ndr S.O.A.], paglia e altro materiale agricolo paglia, sfalci e potature nonché altro materiale agricolo o forestale naturale non pericoloso utilizzati in agricoltura, nella selvicoltura o per la produzione di energia da tale biomassa mediante processi o metodi che non danneggiano l’ambiente né mettono in pericolo la salute umana. Peraltro, anche a livello comunitario si ritrovano pronunce che confermano che gli effluenti di allevamento possono sfuggire alla qualifica di rifiuti, se vengono utilizzati in modo certo, nello stesso processo produttivo e senza trasformazione preliminare, come fertilizzanti dei terreni nel contesto di una pratica legale di spargimento su terreni ben identificati, e se il loro stoccaggio è limitato alle esigenze delle operazioni di spargimento. La sentenza del settembre 2013, dunque precisa ulteriormente il regime delle esclusioni delle materie fecali, in particolare in relazione al requisito della provenienza – da attività agricola propriamente detta e non industriale, seppur di allevamento – ed al requisito dell’utilizzo in agricoltura, che deve essere certo (con onere della prova a carico dell’imputato circa le reali possibilità di spandimento in agricoltura, ad esempio per la disponibilità di un terreno adeguato alla concimazione) oltreché rispondente alle regole della corretta fertirrigazione.
Consigli di lettura
Rinnovabili: se non ora, quando? Comprendere le rinnovabili e la loro importanza per il futuro
di Francesco Dugoni, Maria Luisa Doldi prefazione di Ugo Bardi , introduzione di Ermete Realacci
uscita: agosto 2013
numero pagine: 144
ISBN: 9788866270973
formato: 13,2 x 18,5 Euro 15,00
Tascabili
Il libro verde dello spreco in Italia: l’energia a cura di Andrea Segrè, Matteo Vittuari
uscita: settembre 2013
numero pagine: 240
ISBN: 9788866270959
formato: 13,2 x 18,5 cm
16,00 euro
Saggistica
La terra che vogliamo Il futuro delle campagne italiane
di Beppe Croce, Sandro Angiolini in collaborazione con Legambiente
uscita: settembre 2013
numero pagine: 208
ISBN: 9788866270935