La gestione dei rifiuti così non funziona?
I cittadini, gli amministratori locali, le associazioni ambientaliste chiedono la raccolta differenziata dei rifiuti mediante il sistema del “porta porta” poi tutti sono pronti a metterla in discussione quando il sistema non offre risparmi sulla bolletta. Il dato di raccolta differenziata pubblicato sul Rapporto Rifiuti dalla Provincia di Siena dice che si è arrivati al 46%. Dato che ricalca la quota degli anni passati; mentre nel comune di Arezzo
si registra numeri particolarmente negativi. I più recenti studi, infatti, dimostrano come la percentuale di rifiuti recuperati sul totale dei rifiuti urbani prodotti sul territorio sia molto più bassa rispetto alla media toscana e nazionale. L’ultimo dato è stato reso noto dall’Agenzia Regionale per il Recupero delle Risorse e fa riferimento al 2013, indicando il totale della differenziata ad Arezzo al 40,46%, e al 2014, in cui è stato appurato un ulteriore peggioramento al 40,13%: numeri lontanissimi da quelli previsti dal piano regionale che indica l’obiettivo della differenziata al 70%. Alcuni “studiosi” addirittura insinuano che esiste un incapacità nell’organizzazione del servizio da attribuirsi alla società di gestione altri ancora nel fatto che, il costante aumento della Tari, è dovuto al fatto che non abbiamo abbastanza rifiuti per gli inceneritori, tanto da doverne prendere dalla Calabria e dalla Liguria per riuscire ad ammortizzare gli investimenti fatti dalle società toscane proprietarie degli impianti, a causa delle errate previsioni nel passato. La logica è un po’ bizzarra: meno rifiuti produciamo, più dobbiamo pagare, perché ormai le società proprietarie degli impianti hanno fatto, nel passato, notevoli investimenti e a causa del fatto che i cittadini sono diventati virtuosi ed attenti. Allora la risposta deve essere quella di continuare con la politica fallimentare di raccolta con i cassonetti stradali? In modo da garantire sempre quella quota di rifiuti da bruciare ed avvelenare l’aria degli abitanti che vivono nelle vicinanze? Lo dicevamo, qualche mese fa, su un nostro articolo, vi è l’esigenza di invertire questo trend: è necessario implementare la raccolta in modo differenziato attraverso il sistema del porta a porta su tutto il territorio dell’ATO Toscana Sud, una più uniforme ed omogenea distribuzione dei punti dedicati alla differenziazione, aumentando certamente anche i cestini e i raccoglitori urbani per i vari materiali: carta, cartone, plastica e vetro per garantire una migliore qualità delle frazioni raccolte ottenendo così migliori contributi dai vari consorzi di filiera, un investimento in una campagna di informazione e di sensibilizzazione volta a stimolare la cittadinanza verso questa corretta pratica e ad illustrarne tutti i vantaggi in termini di benessere delle persone e del territorio.Questo richiederebbe, ovviamente, un investimento importante da parte dei Comuni nella fase di raccolta ma, nel lungo periodo, i costi sarebbero ammortizzati e recuperati dalle minori spese di smaltimento per l’incenerimento e dai maggiori ricavi per il riciclo dei materiali recuperati. Uno spostamento di fondi dalla fase di smaltimento alla fase di raccolta, con la positiva conseguenza di migliorare la qualità della vita e, alla lunga, di diminuire le spese a carico dei cittadini. Alla luce di tutto questo, l’aumento della raccolta differenziata e del riciclo rappresenta un’esigenza che non può essere sottovalutata. CONCLUDO RIBADENDO ANCHE LA NECESSITA’da parte del governo di mettere in campo strumenti legislativi che possano favorire il riuso e riutilizzo dei materiali raccolti e soprattutto che favoriscono il mercato del riciclato: mercato che può dare lavoro oltre che risparmio. E per quanto riguarda gli inceneritori mi sembra che la generale contestazioni messa in campo qualche successo l’abbia dato: la costruzione di 12 nuovi inceneritori prevista nel Decreto Sblocca Italia, sembra sia, al momento, sospesa e per quelli esistenti ……… si può pensare di riconvertirli.
Arriva la lavastoviglie salva-ambiente: piatti puliti in un minuto senza elettricità
Presto nelle nostre cucine potrebbe arrivare una lavastoviglie davvero amica dell’ambiente. Il designer Chen Levin ha sviluppato ‘Circo Independent’, una lavastoviglie a manovella in grado di lavare in un minuto bicchieri, posate e piatti senza usare elettricità, ma sfruttando l”olio di gomito’ di chi la utilizza. Oltre ad essere ad impatto zero, ‘Circo Independent’, oggi solo un prototipo, garantisce un notevole risparmio di acqua: per lavare le stoviglie utilizza meno di 3 litri di acqua. Utilizzarla è semplice: basta riempire la base con acqua, aggiungere una tavoletta di acetato di sodio (che riscalda l’acqua) e iniziare a girare la manovella. Il meccanismo è simile a quello di una lavastoviglie tradizionale, con una centrifuga che spruzza l’acqua dalla base. Al termine del lavaggio, ‘Circo Independent’ si trasforma in scolapiatti: tolto il ‘coperchio’, le stoviglie possono essere lasciate ad asciugare nella rastrelliera.
Francia lancia la prima giornata dell’aria pulita e promuove l’uso della bici
Un’occasione per ricordare l’importanza di respirare un’aria pulita. Questo 25 settembre la Francia organizza la prima giornata dedicata alla qualità dell’aria (Jnqa): un modo di sensibilizzare i cittadini sul tema in vista della Cop21 di Parigi, la conferenza internazionale sui cambiamenti climatici. La qualità dell’aria che respiriamo, all’esterno e all’interno degli edifici, ha conseguenze sul piano sanitario, ambientale ed economico. Dedicarle una giornata, ricca di eventi in diverse città francesi, serve a promuovere le soluzioni e le buone pratiche che permettono di ridurre le emissioni inquinanti. Per ridurre l’inquinamento creato dalle automobili, negli ultimi mesi il governo francese sta investendo per invitare i cittadini a usare di più la bicicletta: è stato modificato il codice della strada, adottata l’indennità chilometrica per le bici (novità che ha portato all’aumento del 50% dell’utilizzo delle bici per gli spostamenti casa-lavoro nelle prime 18 aziende in cui è stata sperimentata), aggiunta la possibilità di prenotare un posto-bici in treno per favorire l’intermodalità, istituito l’obbligo di rastrelliere per bici in tutte le stazioni ferroviarie, create delle iniziative di promozione della bicicletta nelle scuole.
Al Sud cresce la raccolta differenziata del vetro
La raccolta differenziata dei rifiuti di imballaggio in vetro avviati a riciclo in Italia nel 2014 ha raggiunto una media di 29,7 kg intercettati per abitante, con sensibili variazioni nel suo funzionamento tra il Nord, il Centro e il Sud. Ed è proprio quest’ultimo che evidenzia un recupero progressivo ed anche nel 2014, conferma il trend positivo degli ultimi anni, con una crescita di +6,8% rispetto all’anno precedente. A tracciare il quadro è Coreve, il Consorzio per il Recupero del Vetro da imballaggi. In particolare, la raccolta al Sud permette di raggiungere una resa media di 19 chilogrammi per abitante l’anno, alla rincorsa dei quasi 30 chilogrammi della media nazionale, che sembrano lontani ma che invece si possono raggiungere, come dimostrano non solo il Comune di Salerno (30 Kg/abitante) ma anche la Campania e l’Abruzzo, ed anche superare (Sardegna 40,9 Kg/abitante). Far crescere la raccolta differenziata laddove ci sono ancora margini e migliorarne la qualità può permettere di ottenere grandi benefici ambientali, ma anche economici. Nel 2014 la raccolta differenziata del vetro ha evitato agli italiani costi per lo smaltimento in discarica pari a quasi 150 milioni di euro e corrisposto direttamente o indirettamente ai Comuni, tramite il sistema Coreve 56,8 milioni di euro. Ma si può fare molto di più. Il beneficio economico di un comune di 30.000 abitanti che raccoglie circa 15,4 kg/ab anno di vetro è di circa 100.000 euro l’anno (contributi Coreve per il ritiro e avvio a riciclo, oltre al risparmio dello smaltimento in discarica) e potrebbe facilmente raddoppiare se la raccolta fosse pari alla media italiana. Per un comune di 100.000 abitanti, con rese di raccolta in linea con la media nazionale, i benefici arriverebbero a circa 700.000 euro! Aumentare la raccolta differenziata e migliorarne la qualità può portare ingenti benefici economici direttamente nelle casse dei comuni, oggi più che mai alla ricerca di risorse per mantenere in equilibrio le proprie finanze. Ma attenzione, per ottenere questi risultati bisogna fare in modo che bicchieri e oggetti di cristallo, piatti e tazzine di porcellana, o contenitori in pyrex, quando si rompono e vengono buttati non siano mescolati ai rifiuti degli imballaggi in vetro perché, pur assomigliandogli, sono fatti di materiali diversi ed inquinano la raccolta. Per cui la loro destinazione è spesso indicata dai Comuni essere il contenitore dei rifiuti indifferenziati. Solo se la presenza di inquinanti è bassa e il vetro non viene frantumato dai compattatori nella raccolta si possono ottenere i migliori risultati economici per i Comuni e di riciclo per il Paese. A causa della presenza di questi inquinanti, su 1.764.000 tonnellate di vetro proveniente dalla raccolta differenziata nazionale, nel 2014, 149.000 tonnellate sono state scartate e avviate nelle discariche.
Primo packaging eco-sostenibile: è fatto con gli scarti dei fagioli
Un’impresa italiana del settore dei cereali ha ideato il modo per impiegare quello che avanza dalla lavorazione dei legumi:si chiama Crush Fagiolo ed è una carta riciclata al 100%. È anche l’unica ad essere certificata per il contatto diretto con gli alimenti.
È LA PRIMA CARTA per il packaging eco-sostenibile: 100% riciclabile ed è l’unica ad essere certificata per il contatto diretto con gli alimenti. Com’è fatta? Con gli scarti della lavorazione dei fagioli. L’idea nasce nell’ambito del progetto etico ‘Save the Waste’ di Pedon, impresa vicentina tra i big del settore di cereali e legumi. Questo tipo di packaging comporta svariati vantaggi, dalla salvaguardia dell’ambiente al coinvolgimento di tutti gli attori della filiera, dal produttore al consumatore. Il processo inizia con la selezione delle sementi garantite No Ogm coltivate da migliaia di famiglie di agricoltori etiopi all’interno di programmi per lo sviluppo economico e agricolo. Gli scarti dei processi vengono recuperati e impiegati nella produzione della carta chiamata Crush Fagiolo che riduce del 15% l’impiego di cellulosa vergine proveniente da alberi e diminuisce del 20% l’emissione di gas effetto serra. Il risultato è un astuccio certificato
Ogm free, che può stare a contatto diretto con il prodotto, eliminando così la busta interna al pack, e che racchiude il 30% di fibra riciclata post-consumo.
E-waste, l’Europa che non ricicla: il 65% dei rifiuti elettronici fra discarica e illecito
Potevano essere oro. E invece in Europa la maggior parte degli apparecchi elettrici ed elettronici usati – telefonini, televisori, computer, elettrodomestici – sono immondizia inutilizzabile. Invece di finire nei centri di raccolta appositi per un riciclo corretto, 6,2 milioni di tonnellate dei 9,5 milioni totali prodotti nel 2012 nei 28 Paesi dell’Ue più Norvegia e Svizzera (cioè il 65%), sono finite nella spazzatura o sono state esportate o riciclate in modo non corretto. Con la perdita per l’industria legale del riciclo di metalli preziosi come oro e argento. Per un valore stimato fra 800 milioni e 1,7 miliardi di euro all’anno. A dirlo è lo studio Countering WEEE Illegal Trade che ha indagato per due anni nel mercato dell’usato e dei rifiuti di apparecchi elettrici e elettronici (Raee). Coordinato dall’Interpol lo studio ha coinvolto United Nations University (UNU), United Nations Interregional Crime and Justice Research e Compliance & Risks, ed è stato finanziato dall’Unione europea.
Un milione di euro a chi scopre come riciclare gli abiti
CI VUOLE una buona idea per riciclare i vestiti e il gioco è fatto: le cinque migliori selezionate accederanno per un anno a un acceleratore di impresa in collaborazione con Accenture e KTH Reale Institute of Technology di Stoccolma con accesso esclusivo all’industria della moda per essere messe alla prova. In palio c’è un milione di euro, stanziato da H&M attraverso la sua Conscious Foundation: è The Global Change Award. C’è tempo fino al 31 ottobre 2015 per partecipare a questo concorso internazionale. Metà dei soldi verrà attribuita secondo il giudizio di una giuria di otto esperti, tra cui Franca Sozzani, direttore di Vogue Italia, e la modella Amber Valletta. L’altra, secondo il voto online del pubblico, dal 1 al 7 febbraio 2016. Una cerimonia a Stoccolma proclamerà i vincitori il 10 febbraio 2016. L’aziende svedese non è nuova a idee di questo tipo: per limitare lo spreco di rifiuti tessili che si producono ogni anno (il 95% di questi non viene riutilizzato) ha introdotto un’iniziativa che guarda all’ambiente e anche al portafoglio dei clienti del “lowcost”: portando in negozio i propri capi usati si ottiene uno sconto di cinque euro su una spesa minima di 40 euro. Una delle maggiori sfide per l’industria della moda, infatti, sta nei milioni di tonnellate di rifiuti tessili che finiscono in discarica. “La domanda per la moda non è più ‘qual è il nuovo nero?’, ma piuttosto ‘quali sono le idee innovative in grado di chiudere il ciclo?’, spiega Rebecca Earley, docente all’Università delle Arti di Londrae e membro della giuria del premio. “The Change Global Award è alla ricerca di idee che proteggeranno le risorse naturali della terra, e io sono felice di esserne parte”.
Compra Usato e riciclato
è una mostra-convegno che si propone come evento di approfondimento su politiche, progetti, beni e servizi di green procurement pubblico e privato. La IX edizione si terrà a Roma il 1° e 2 Ottobre presso l’ Acquario Romano – Casa dell’architettura. Tra le partnership vi sono Regione Lazio, Roma Capitale, Coordinamento Agende 21 Locali italiane, Ecosistemi e Adescoop per la realizzazione del progetto. Nella passata edizione hanno partecipato più di 150 enti tra pubblici, privati e no profit.
Dal 1 settembre al 31 ottobre sono aperte le iscrizioni per partecipare alla Settimana Europea per la riduzione dei Rifiuti.
Dal 21 novembre al 29 novembre si svolgerà la 7a edizione della Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti (SERR). Ques’anno il tema è la dematerializzazione: “fare più con meno”.
Dal 1° settembre al 31 ottobre ci si potrà iscrivere per partecipare segnalando un’azione da realizzare. Possono partecipare: associazioni di cittadini o di categoria, enti pubblici e privati, aziende , organizzazioni non governative, scuole di ogni ordine e grado, ma anche altri soggetti come ospedali, circoli, etc.
Le azioni che saranno validate dovranno “mirare alla prevenzione e riduzione dei rifiuti nel suo insieme, o ancora al riuso o alla preparazione per il riuso dei prodotti e dei materiali, o ancora alla raccolta differenziata, alla selezione e al riciclo, ma anche alla pulizia straordinaria di rifiuti
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