Con la crisi i consumi elettrici calano ancora, ma le fonti pulite crescono
Il Rapporto mensile sul sistema elettrico nazionale, pubblicato da Terna, fotografa impietosamente la crisi economica del nostro Paese, certificando per l’ennesima volta il crollo dei consumi elettrici rispetto all’anno passato. Ma non ci sono solo cattive notizie: infatti il Rapporto descrive un’Italia che si basa sempre di più sulla produzione di energia elettrica da fonti energetiche rinnovabili e diminuisce drasticamente la produzione termoelettrica.
Cala inoltre il saldo negativo con l’estero, proprio grazie all’apporto di energia pulita prodotta a livello nazionale. Secondo i dati Terna, nel mese di settembre 2013, l’energia elettrica richiesta nel nostro Paese, pari a 26,1 TWh (terawattora), è diminuita del 2,6% rispetto allo stesso mese dello scorso anno. Una flessione che diviene ancor più netta e sale al -3,2% se “depurata dall’effetto calendario”, cioè considerando che a settembre 2013 si è avuto un giorno lavorativo in più rispetto a settembre 2012 (21 invece di 20). La domanda di energia elettrica è stata soddisfatta per l’89,1% grazie alla produzione interna e, per il 10,9% restante, dal saldo dell’importazione di energia dall’estero. Crescono ancora le rinnovabili: fotovoltaico (2,2 TWh, +27,2%), eolico (1,0 TWh, +11,1%), geotermico (0,4 TWh, +0,9%) e idrica (3,3 TWh +0,6%). Crolla invece, ma non è una novità, la produzione termoelettrica (16,4 TWh, -6,2%). Anche se analizziamo i primi nove mesi dell’anno il calo risulta molto evidente: la domanda di energia elettrica è infatti risultata in flessione del 3,7% rispetto al corrispondente periodo del 2012; mentre a parità di calendario il valore è -3,4%. La richiesta di energia elettrica in Italia, durante questo periodo, è stata così suddivisa: termoelettrico 135,8 TWh (-15,0% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno), idrica 40,7 TWh (+29%), fotovoltaica 18,8 TWh (+20,1%), eolico 11,4 (+23,4%), geotermico 4,0 TWh (+0,6%), saldo con l’estero 30,1 TWh (-0,4%).
Rifiuti zero, consegnate in Parlamento le firme per la Legge di iniziativa popolare
La presidente della Camera Laura Boldrini ha ricevuto a Montecitorio i promotori della campagna “Rifiuti zero”, che hanno consegnato alla Camera dei deputati le 80.000 firme raccolte a sostegno di una proposta di Legge di iniziativa popolare per Rifiuti zero. La Campagna si propone di massimizzare il riuso e il riciclo dei rifiuti, contrastando il ricorso allo smaltimento in discarica e all’incenerimento. E’ un processo di vera sostenibilità che può far ripartire il ciclo economico e creare, a regime, 500.000 posti di lavoro secondo le stime degli osservatori economici. L’Europa ormai riconosce che il cassonetto è una vera ‘miniera urbana’ e chiede che l’industria manifatturiera sia in grado di riutilizzare i rifiuti, anziché bruciarli.
Sintesi della proposta, le finalità generali del presente disegno di Legge di iniziativa popolare si fondano sulle seguenti linee direttrici:
Far rientrare il ciclo produzione-consumo all’interno dei limiti delle risorse del pianeta; Rispettare gli indirizzi della Carta di Ottawa, 1986; Rafforzare la prevenzione primaria delle malattie attribuibili a inadeguate modalità di gestione dei rifiuti; Assicurare l’informazione continua e trasparente alle comunità in materia di ambiente e rifiuti; Riduzione della produzione dei rifiuti del 20% al 2020 e del 50% al 2050 rispetto alla produzione del 2000;Recepire ed applicare la Direttiva quadro 2008/98/CE; Recepire ed applicare il risultato referendario del giugno 2011 sull’affidamento della gestione dei servizi pubblici locali. Per perseguire le suddette finalità, il presente progetto di legge contiene una serie di misure finalizzate a:
Promuovere e incentivare anche economicamente una corretta filiera di trattamento dei materiali post-utilizzo; Spostare risorse dallo smaltimento e dall’incenerimento verso la riduzione, il riuso e il riciclo; Contrastare il ricorso crescente alle pratiche di smaltimento dei rifiuti distruttive dei materiali; Ridurre progressivamente il conferimento in discarica e l’incenerimento; Sancire il principio “chi inquina paga” prevedendo la responsabilità civile e penale per il reato di danno ambientale; Dettare le norme che regolano l’accesso dei cittadini all’informazione e alla partecipazione in materia di rifiuti; Itrodurre forme di cooperazione tra Comuni per la raccolta porta a porta e la filiera di trattamento al fine di sviluppare l’occupazione locale in bacini di piccola-media dimensione, che favoriscano le attività di produzione e commercializzazione di materiali e prodotti derivati da riciclo e recupero di materia.
Rifiuti, il riciclo delle frazioni critiche e il nuovo accordo Anci/Conai
Anci, Conai, Coreve, Corepla, Federambiente, Cispel Confservizi Toscana, Regione Toscana, Provincia di Pisa, Arpat, Agenzia Regione Recupero Risorse, Assosele e Assorimap, tutti insieme, forse per la prima volta, in vista del rinnovo dell’accordo quadro Anci/Conai (dicembre 2013) si sono riuniti per risolvere il problema del recupero delle plastiche eterogenee. Questo materiale (che rappresenta il 50% delle plastiche raccolte), per tutta una serie di motivi, in Italia viene raccolto in modo singolare: Si raccoglie in modo differenziato quasi esclusivamente per portarle al recupero energetico. Il sistema deve decidere una volta per tutte. Delle due l’una: o non si raccolgono, o se si raccolgono in modo differenziato l’allocazione delle risorse deve essere in sintonia con gerarchia e proclami: prima il riciclo e poi il recupero energetico. Non si può fare l’opposto. Gli investimenti fatti dalla Regione Toscana per creare un’industria del riciclo prima e per stimolare una domanda di manufatti in materiale riciclato poi retendono che sia rispettata la gerarchia europea: il riciclo del plasmix deve essere sostenuto almeno con le stesse risorse oggi dedicate al recupero energetico.
Dal Pil al Bes, la Toscana cambia metro di sviluppo?
Ormai da tempo il dibattito politico-economico ha evidenziato la necessità di adottare indicatori di maggiore dettaglio rispetto al Pil per fotografare il vero andamento del benessere di un Paese. Le proposte tecniche non mancano, e sono già stati messi a punto varie alternative: vedi ad esempio il Fil (Felicità interna lorda), il Bil (Benessere interno lordo) o l’Indice di benessere economico sostenibile, in grado tutti di rappresentare in modo “più fine” lo stato di salute di una nazione rispetto a quanto faccia il Pil, che misura quantitativamente l’attività macroeconomica e non può recitare il ruolo di indicatore dell’intero sviluppo economico-sociale come invece avviene. Tra le proposte di nuovi indicatori frutto del lavoro “made in Italy”, il Bes “Benessere equo e sostenibile” elaborato dall’Istat insieme al Cnel, ora pare trovare estimatori anche in terra toscana. Il Bes può ispirare le politiche pubbliche e soprattutto dare un grande aiuto nella fase di valutazione dei risultati di governo: può davvero favorire uno sviluppo in grado di conciliare benessere ed equità, economia e sostenibilità.
La Regione Toscana fa lo sconto a chi investe in tutela paesaggio e cultura
La Regione Toscana prova ad investire su cultura e paesaggio, confidando nell’aiuto dei privati. Dal 2014 infatti, chi finanzia iniziative culturali o contribuisce alla tutela e alla valorizzazione del paesaggio, sostenendo ad esempio il recupero di immobili posti sotto tutela, potrà contare su un sconto sull’Irap, l’imposta regionale sulle attività produttive. La legge, proposta nel 2011 dalla giunta e votata dal Consiglio regionale l’anno scorso, era stata impugnata. La Consulta lo scorso giugno ha dato ragione alla Regione e la giunta toscana ha approvato stamani il regolamento, che prima della sua adozione definitiva dovrà però tornare in Consiglio per l’ultimo parere. La legge regionale 45 del 2012 prevede agevolazioni per chi effettua donazioni a favore di iniziative culturali o di progetti per la valorizzazione del patrimonio paesaggistico: quest’ultimi se coerenti con i contenuti del piano paesaggistico. Il meccanismo è semplice: si paga cento e il 20 per cento può essere detratto dall’Irap.
L’auto ad aria Italiana
L’auto ad aria sembrava un sogno che da utopia si andava però a trasformarsi in un buco nero. L’avevano infatti data per spacciata quando si chiamava Eolo. Problemi tecnici e inconvenienti bloccavano la produzione in serie dell’automobile ecologica per eccellenza, visto che emette solo aria fredda. Ora si chiama AirPod ed è un’evoluzione del progetto. La bella notizia per noi italiani è che questo veicolo sarà prodotto (incrociando le dita) in Sardegna. Ci hanno creduto gli imprenditori cagliaritani di AirMobility (link: http://www.airmobility.it) , che hanno strappato la licenza esclusiva per l’Italia. Sono convinti di riuscire a far partire una nuova filiera del settore automobilistico grazie al precedente accordo in India tra la Mdi – società francese, guidata dall’ex ingegnere di Formula Uno della Williams Guy Nègre, che detiene i diritti sul modello – e la Tata Motors. La fabbrica di Air Mobility si trova nel cagliaritano (Bolotana) e avrà caratteristiche standardizzate secondo un modello che verrà ripetuto in tutto il mondo, al fine di rendere più efficiente la produzione. Sono già impegnati 30 dipendenti e questa è già un’altra grande notizia per una regione così in difficoltà per quanto riguarda il tessuto industriale e lavorativo.
Toscana, con Giovanisì in arrivo incentivi per il lavoro nell’agricoltura
Il progetto della Regione Toscana Giovanisì, che attraverso la formazione e valorizzazione del merito ha l’obiettivo di dare opportunità di lavoro e quindi di inclusione sociale ai giovani, verrà ulteriormente potenziato. Con una mozione a prima firma del consigliere regionale Paolo Tognocchi (Pd)), il Consiglio regionale della Toscana ha infatti impegnato la Giunta ad inserire gli imprenditori agricoli senza dipendenti tra i possibili soggetti ospitanti del tirocinio a favore di giovani sotto i trenta anni. L’agricoltura è un settore fondamentale per lo sviluppo dell’economia toscana così come per la sicurezza ambientale dei nostri territori questa mozione aggiunge alle diverse politiche già in essere un’ulteriore importante possibilità di formazione per quei giovani della nostra regione che vorranno con coraggio scommettere sulle tante potenzialità del settore agricolo. Scade il 24 ottobre 2013 il termine per partecipare al bando del XIII Premio innovazione amica dell’ambiente organizzato dalla Fondazione Legambiente Innovazione. Il premio è un riconoscimento nazionale rivolto all’innovazione di impresa in campo ambientale e viene attribuito a innovazioni di prodotto, di processo, di servizi, di sistema, tecnologiche e gestionali, realizzate o in stato di realizzazione avanzata che abbiano dimostrato di contribuire a significativi miglioramenti orientati alla sostenibilità ambientale e che si segnalino per originalità e per potenzialità di sviluppo, anche in relazione alle specificità territoriali. Il bando accoglierà le innovazioni sviluppate in una delle seguenti aree tematiche: agricoltura – alimentazione;edilizia – riqualificazione – rigenerazione urbana;energia – servizi energetici – reti – stoccaggio;mobilita’ – trasporti – logistica;patrimonio artistico e culturale – riqualificazione e valorizzazione del paesaggio – turismo tecnologie e sistemi informativi per la qualità della vita;uso efficiente delle risorse – ecodesign – gestione dei rifiuti -clean technologies;processi produttivi e servizi innovativi in tutti i settori; Il bando è rivolto principalmente alle imprese (private, pubbliche, individuali, cooperative, consortili, organizzazioni non profit) che producono beni o erogano servizi. La partecipazione è gratuita ed è aperta anche alle amministrazioni pubbliche, alle istituzioni scientifiche, agli istituti universitari, ai liberi professionisti e alle associazioni di cittadini. I criteri di valutazione sono: la riduzione di emissioni inquinanti e climalteranti;l’efficienza nell’uso delle risorse in tutte le fasi del progetto;la diminuzione di consumo di risorse non rinnovabili (materiali ed energetiche) e la riduzione di inquinamento e di rifiuti prodotti (in quantità e pericolosità), nell’intero ciclo di vita;uso di risorse rinnovabili, la valorizzazione o la rigenerazione di risorse locali, il miglior utilizzo di infrastrutture esistenti (con particolare riferimento al trasporto);Il potenziale impatto dell’innovazione sul sistema produttivo o sui consumi in generale, tenendo conto della situazione di partenza e dell’efficienza relativa rispetto ad attività simili;la capacità di coinvolgere nella propria innovazione attori sociali diversi (fornitori, produttori, istituzioni, associazioni, consumatori), cambiando le modalità di consumo; la capacità di valorizzare i fattori specifici di innovazione, tenendo conto del contesto e delle fragilità territoriali;lo sforzo fatto per migliorare l’informazione relativa alle proprie prestazioni sociali e ambientali, in maniera oggettiva, chiara e trasparente. Verrà inoltre apprezzato il carattere non episodico di tale comunicazione;costituirà titolo preferenziale il ricorso a forme di certificazione volontaria (serie ISO 14000, ISO 50001 EMAS, etichette ambientali di prodotto, SA8000, produzione e acquisto di energia verde, certificazione biologica, certificati verdi per la produzione di energia rinnovabile) o forme di gestione controllata in base a parametri ambientali e/o sociali (bilancio ambientale e/o di sostenibilità); costituirà elemento importante di valutazione lo stato di avanzamento dell’innovazione proposta: se già allo stato di offerta commerciale (attuale o prossima), di prototipo industriale in fase di test o di brevetto;saranno valutate favorevolmente le innovazioni presentate da enti ed organizzazioni che si siano particolarmente distinte nella difesa della legalità.
Festival del Camminare, la quinta edizione dal 19 ottobre al 3 novembre
Il Festival del Camminare, o meglio il Walking Festival come è stato chiamato fin dal suo debutto nel 2009, è giunto alla sua quinta edizione. Un evento che il Parco nazionale dell’Arcipelago Toscano ripropone ogni anno per far conoscere “fuori stagione” un territorio ricco di biodiversità, di cultura e storie umane. Accompagnati da guide ambientali, ospitati anche dalle Case del Parco di Rio nell’Elba e Marciana e da quest’anno anche dalla Casa del Parco di Pianosa, si possono risalire pendii, discendere vallate, raggiungere la costa, attraversare la macchia mediterranea, percorrere aspri viottoli montani ed agevoli sentieri costieri spettacolari, avvistare rapaci, riconoscere le erbe spontanee e tanto altro, in gruppo e in allegria, in un modo salutare e coinvolgente per godersi il tempo libero. All’Ente parco dell’Arcipelago spiegano che «Elba, Giglio, Giannutri, Pianosa e Capraia sono le protagoniste di questi appuntamenti e i dati di affluenza degli scorsi anni confermano l’interesse di un pubblico selezionato ed attento. Il Festival ha attratto una media di 1.700 visitatori con la punta massima di 2.500 nella scorsa edizione 2012. La variabile meteo incide sulla partecipazione così come la cadenza delle festività e di ponti nei week end condizionano le presenza sull’isola dei turisti.
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Sempre interessantissima questa rubrica di Valter Lupetti. Noto con piacere anche l'attenzione rivolta alla campagna per la legge di iniziativa popolare "rifiuti zero" a cui Rifondazione comunista ha aderito in beata solitudine, ma in assoluta convinzione. La raccolta firme ha avuto successo e adesso la palla passa al Parlamento (e qui l'entusiasmo si affievolisce considerando lo spessore degli attuali parlamentari italiani). La gente deve continuare a premere su tutte le istituzioni con forza per ottenere dei risultati che siano davvero importanti per il futuro di una società più giusta, equa e rispettosa dell'ambiente