Riapre la stazione ecologica delle Macchiaie nel comune di Sinalunga. Una struttura a servizio dei cittadini
Dal 1° giugno è nuovamente aperta la stazione ecologica del comune di Sinalunga, in località Macchiaie. La struttura, gestita da SEI Toscana, negli ultimi mesi era rimasta chiusa per il completamento dei lavori di adeguamento e messa a norma ai sensi del D.M. 08/04/2008 e s.m.ii.
La stazione ecologica è un’area appositamente attrezzata e custodita dove i cittadini residenti nel comune senese potranno effettuare, gratuitamente, la raccolta differenziata di quei materiali recuperabili altrimenti destinati a smaltimento in discarica. Una soluzione pratica e veloce che permetterà a tutti i residenti nel comune di Sinalunga di provvedere personalmente al conferimento dei rifiuti, con particolare riferimento a quelli voluminosi e ingombranti, contribuendo così a una gestione virtuosa. La struttura è in località Macchiaie ed è aperta il lunedì, mercoledì e sabato dalle 8 alle 13. Con l’apertura della stazione ecologica, cambia l’orario di apertura del centro di raccolta di via Voltella che sarà aperto il martedì e venerdì dalle 8 alle 13; il lunedì dalle 15 alle 18; il giovedì dalle 12:30 alle 18 e il sabato dalle 14 alle 16:30. Nella stazione ecologica del comune di Sinalunga possono essere conferiti rifiuti ingombranti (come poltrone, divani e materassi); apparecchiature elettriche ed elettroniche (come televisori, frigoriferi, videoregistratori e computer, lampade esaurite e neon); rifiuti metallici (come reti da letto, telai di bicicletta e scaffali); farmaci scaduti; pile e batterie; oli minerali e vegetali; vetro; sfalci e potature; legno; cartoni; provenienti dalle sole “utenze domestiche” (le attività commerciali potranno accedere solo previo espletamento dei previsti adempimenti di Legge). Tutte le informazioni sui centri di raccolta e le stazioni ecologiche dei comuni delle province di Arezzo, Grosseto e Siena sul sito di SEI Toscana – www.seitoscana.it – o al numero verde 800 127 484.
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· Giornata Mondiale del Vento
Si rinnova anche quest’anno l’appuntamento con la Giornata Mondiale del Vento, evento di portata internazionale dedicato al mondo dell’eolico. La Giornata Mondiale del Vento verrà celebrata in Italia l’11 giugno a Roma, data nella quale si terranno l’Assemblea generale ANEV, un Convegno istituzionale e un concerto di Danilo Rea sul Vento. ore 15,00 Convegno Eolico Italiano: Costi e Benefici.
Ddl Ecoreati è legge: ecco cosa cambia
· L’aula del Senato dà il via libera al provvedimento. Diventano reati l’inquinamento, il disastro ambientale, l’impedimento dei controlli, l’omessa bonifica, il traffico di materiale radioattivo. Sono dovuti passare vent’anni ma finalmente i delitti contro l’ambiente sono entrati nel Codice Penale. Ieri in tarda serata è arrivato il via libera del Senato al Ddl Ecoreati, il provvedimento recante disposizioni in materia di crimini ambientali. L’aula di palazzo Madama ha respinto tutti gli emendamenti presentati ed ha approvato il testo con 170 voti a favore, 20 contrari e 21 astenuti. L’ok è arrivato soprattutto dopo il superamento dello scoglio dell’air gun, uno dei punti più dibattuti del Ddl: il divieto all’utilizzo di questa tecnica di esplorazione petrolifera e le relative pene sono state soppresse nel precedente passaggio alla Camera, senza subire modifica alcuna nella quarta lettura al Senato. La soprressione era stata motivata sulla base del principio di precauzione, non essendo a detta dei parlamentari stato stabilito con certezza la nocività per alcune specie animali dell’utilizzo di siffatte tecniche ispettive. Il Governo ha tuttavia accolto ordini del giorno della Lega Nord e di M5S che lo impegnano a prevedere specifiche punizioni per l’utilizzo della tecnica dell’air gun e idonee sanzioni ove non siano osservate le prescrizioni dei decreti di valutazione d’impatto ambientale. Le principali novità del Ddl Ecoreati
La nuova legge introduce nel codice penale cinque nuovi reati raddoppiando gli attuali termini di prescrizione per i reati ambientali e prevedendo, in sede di condanna o patteggiamento per il reato, la confisca dei beni e il ripristino dello stato dei luoghi, nonché la riduzione dei due terzi delle pene in caso di ravvedimento operoso. Disastro ambientale: prevede condanne da 5 a 15 anni di reclusione per chi abusivamente altera gravemente o irreversibilmente un ecosistema o compromette la pubblica incolumità. La pena aumenta se il disastro è commesso in aree vincolate o a danno di specie protette e ridotta invece fino ad un massimo di due terzi se il reato è commesso per colpa e non per dolo. Inquinamento ambientale: prevede condanne da 2 a 6 anni e una multa da 10mila e 100mila euro per chi abusivamente compromette o deteriora in modo significativo e misurabile la biodiversità o un ecosistema o la qualità del suolo, delle acque o dell’aria. La pena viene ridotta a due terzi in caso di assenza di dolo, mentre aumenta in caso di aggravanti quali: lesioni personali (fino a 7 anni di reclusione); lesioni gravi (da 3 a 8 anni); lesioni gravissime (da 4 a 9 anni); morte (da 5 a 12 anni) in caso di morte della persona. Ove il resto provochi eventi lesivi plurimi e a carico di più persone si applica la pena più grave aumentata fino al triplo, fermo restando tuttavia il limite di 20 anni di reclusione. Anche in questo caso la pena è ridotta fino ad un massimo di due terzi se il reato è commesso per colpa e non per dolo.Traffico e abbandono di materiale ad alta radioattività: è punito con la reclusione da 2 a 6 anni e una multa fino a 50mila euro chi abusivamente “cede, acquista, riceve, trasporta, importa, esporta, procura ad altri, detiene, trasferisce, abbandona materiale di alta radioattività”. Impedimento del controllo: pena prevista da 6 mesi a 3 anni per chi nega o ostacola l’accesso o intralcia i controlli ambientali. Omessa bonifica: punisce con la reclusione da uno a 4 anni e multa fino a 80mila euro chiunque avendone l’obbligo non provvede alla bonifica e al ripristino. Diminuzione della pena dalla metà a due terzi per chi invece si impegna a evitare che l’attività illecita sia portata a conseguenze ulteriori o provvede alla messa in sicurezza, bonifica e, ove possibile, al ripristino dello stato dei luoghi, “prima che sia dichiarata l’apertura del dibattimento di primo grado” (ravvedimento operoso).
Spreco alimentare, nei supermercati francesi sarà proibito
Entro luglio 2016 i supermercati di oltre 400 metri quadrati dovranno stipulare accordi finalizzati alla donazione del cibo rimasto invenduto ma ancora commestibile. La Francia è pronta reprimere più severamente lo spreco alimentare. Per farlo Parigi sta mettendo a punto un nuovo provvedimento che vieti ai grandi supermercati di distruggere il cibo invenduto ma commestibile, pena multe salatissime e in alcuni casi anche pene detentive. Insomma per governo francese, sui rifiuti alimentari non si scherza. Alla questione aveva già approcciato lo scorso anno con il lancio della campagna “Inglorious fruits and vegetables”, intelligente strategia di marketing lanciata da Intermarche (la terza più grande catena di supermercati francese) per presentare la frutta e la verdura imperfetta o deformata. Una mossa che, a sorpresa, ha riscosso un grande successo commerciale tra i consumatori con un clamoroso incremento del 60% nella vendita di prodotti solitamente scartati dagli stessi fornitori perché lontani dalle misure auree richieste dal mercato. Ridurre lo spreco alimentare quindi non è così difficile, ma perché diventi una prassi adottata dalla grande distribuzione, la Francia ha compiuto quel passo in più richiesto oggi dall’Unione Europe. La Commissione Ue ha infatti proposto che gli Stati membri sviluppino strategie nazionali di prevenzione dei rifiuti alimentari, con l’obiettivo di ridurli di almeno il 30 per cento entro il 2025. La norma francese in realtà è parte di una legge più ampia che il Governo sta redigendo sul fronte di energia e ambiente; al suo interno, questo giovedì, è stata acclusa la disposizione che chiede ai supermercati di oltre 400 metri quadrati di firmare contratti, entro il luglio 2016, finalizzati alla donazione del cibo rimasto invenduto ma ancora commestibile a enti di beneficenza al settore dell’alimentazione animale o all’industria del compost. Il mancato rispetto della legge potrebbe esporre i gestori al rischio di due anni di carcere e multe di 75.000 euro. Chissà che le nuove norme non portino la Francia a superare la leadership della Germania che già dal 2012 ha lanciato la campagna “troppo buono per la spazzatura” e il sito foodsgharing.de per offrire in rete tutto il cibo sovrabbondante o non più gradito che, nella propria dispensa, correrebbe il rischio di andare a male. Una iniziativa simile è presente anche in Italia dove è attivo ormai da tempo I Food Share, piattaforma on line che permette la condivisione del cibo in eccedenza. Chiunque può donare prodotti agroalimentari e metterli in condivisione per evitarne semplicemente lo spreco; possono aderire cittadini, grande distribuzione, piccoli esercenti, panificatori e aziende agricole.
Che fine ha fatto Arrr, l’Agenzia regionale recupero risorse della Toscana
L’Agenzia regionale recupero risorse (Arrr) è diventata una società in house della Regione Toscana. Con Legge regionale 59/2014 approvata dal Consiglio il 2 Dicembre scorso, infatti, l’Agenzia nata nel 2009 (LR 87/2009) è stata ridisegnata nella compagine societaria, trasformandola in una SPA di cui la Regione è azionaria al 100%, e nei ruoli che è chiamata a svolgere. Con il nuovo assetto Arrr avrà infatti anche nuove competenze rispetto a quelle già svolte in questi anni nel supporto alle attività della Regione Toscana nel settore dei rifiuti e della bonifica dei siti inquinati, per supportare gli uffici regionali a seguito delle recenti modifiche alla LR 25/1998 e alla 10/2010, che attribuiscono nuovamente al livello regionale molte delle competenze che precedentemente erano state delegate alle province. In particolare saranno di nuovo di competenza regionale il rilascio delle autorizzazioni per la realizzazione, l’esercizio e la chiusura degli impianti di gestione dei rifiuti e lo svolgimento delle operazioni di smaltimento e recupero dei rifiuti stessi, anche pericolosi. Sarà dunque l’Agenzia Regionale Recupero e Risorse ad adiuvare la Regione nell’esercizio delle funzioni amministrative e a dare assistenza e supporto tecnico e amministrativo agli uffici regionali per le procedure di autorizzazione per le discariche per rifiuti pericolosi e non pericolosi, per gli impianti di termovalorizzazione con risparmio energetico, per gli impianti di compostaggio e di digestione anaerobica. La società nel suo nuovo assetto è amministrata da un consiglio di amministrazione, di cui fanno parte Laura Etri e David Tei, dipendenti della Regione e nominati dal Consiglio regionale, e Marco Meacci, con funzioni di presidente e amministratore delegato nominato dal Presidente della Giunta regionale. Arrr oltre alla compagine societaria ed alle competenze, ha rinnovato anche la struttura e la veste grafica del sito che comunque risponde ancora awww.arrr.it.
La Fondazione per lo sviluppo sostenibile ed Ecomondo hanno indetto la settima edizione del Premio Sviluppo Sostenibile 2015.
Il premio è nato per promuovere le buone pratiche e le migliori tecniche utilizzate da imprese che hanno ottenuto importanti risultati ambientali anche grazie a iniziative innovative.Il riconoscimento ottenuto dalle imprese e la diffusione di informazioni e conoscenze in questo ambito può creare un circolo virtuoso con risultati positivi anche in campo occupazionale. Nessun settore ha potenzialità di benessere, di sviluppo e di nuova occupazione comparabili con quello della green economy. Se prendiamo, ad esempio, due settori questo è quanto mai evidente: nel riciclo dei rifiuti tra il 2008 e il 2012 le imprese sono cresciute del 12% e gli addetti del 19% arrivando a circa 130.000, e nell’agricoltura biologica, possiamo contare sul più alto numero di aziende in Europa, circa 50.000″. Le imprese dovranno inviare tutto il materiale entro il 30 giugno.
Ecostenibilità degli imballaggi: Conai mette in palio 200.000 euro. Le domande vanno presentate entro il 31 luglio.
In palio 200.000 euro per i progetti più meritevoli.
E’ partita la seconda edizione del “Bando CONAI per la prevenzione – Valorizzare la sostenibilità ambientale degli imballaggi”, promosso da CONAI, il Consorzio Nazionale Imballaggi, per premiare le soluzioni di packaging più innovative e ecosostenibili immesse sul mercato nel biennio 2013-2014.
Le domande devono essere presentate entro il 31 luglio.
Parigi 2015, mobilitazione per il clima
La Coalizione italiana organizzerà eventi nazionali e territoriali per sollecitare all’azione contro i cambiamenti climatici, per favorire la conversione del modello agricolo verso il biologico valorizzando il contributo dell’agricoltura alla riduzione delle emissioni, per bloccare il programma governativo di sviluppo delle trivellazioni. Già 50 le associazioni[1] unite per il clima. Associazioni diverse per storia, cultura, obiettivi e ragioni sociali, insieme per un unico scopo: contrastare i cambiamenti climatici dando vita a una coalizione aperta a tutti quelli che condividono l’obiettivo di costruire iniziative e mobilitazioni comuni e diffuse, così da raggiungere la massima sensibilizzazione possibile sulla lotta ai cambiamenti climatici, argomento focale della Cop21 di Parigi. La Coalizione italiana «Parigi 2015: mobilitiamoci per il clima», organizzerà eventi nazionali e territoriali per sollecitare all’azione contro i cambiamenti climatici, per favorire la conversione del modello agricolo verso il biologico valorizzando il contributo dell’agricoltura alla riduzione delle emissioni, per bloccare il programma governativo di sviluppo delle trivellazioni, per avviare la costruzione nei diversi settori industriali di un modello produttivo che acceleri la transizione energetica in corso, garantendo i livelli occupazionali, per un futuro pulito, efficiente e rinnovabile. Necessario sarà discutere con il governo italiano e con l’Unione europea perché assumano posizioni utili in sede di Cop21 e garantiscano a difendere un’economia a basse emissioni di carbonio entro il 2020. Nel documento approvato dalla Coalizione si legge: «I cambiamenti climatici rappresentano oggi un’emergenza globale e locale, che mette a rischio la vita di persone, specie ed ecosistemi. In pericolo c’è la sicurezza di intere popolazioni in ogni area del pianeta, costi economici, difficoltà crescenti nell’accesso all’acqua, riduzione della produzione agricola, aggravamento delle condizioni di povertà e nuove cause di conflitto e di fuga». Acli, Aiab, Aiig, Arci, Arci Caccia, Arci Servizio Civile, Asud, Auser, Cevi – Centro di Volontariato Internazionale di Udine, Cgil, Cia, Coldiretti, Cts, Federconsumatori, Fiab, Fiom, Focsiv, Fondazione Culturale Responsabilità Etica, Forum Italiano dei Movimenti per l’acqua, Greenpeace, Isde-Medici per l’ambiente, Istituto Nazionale Urbanistica, Inu, Italian Climate Network, Kyoto Club, La Nuova Ecologia.it, Lega Pesca, Legambiente, Link, Lipu, Lunaria, Marevivo, Movimento Consumatori, Movimento Difesa Cittadino, Oxfam, Pro Natura, Rete Degli Studenti Medi, Rete Della Conoscenza, Rete Per La Pace, Rinnovabili.it, Rsu Almaviva, Salviamo il Paesaggio, Sbilanciamoci, Sì Rinnovabili No Nucleare, Slow Food Italia, Spi, Cgil, Touring Club italiano, Uil, Uisp, Unione degli Studenti, Unione degli Universitari, Wwf Italia
Iniziativa di Greenpeace
Sette proposte per l’agricoltura del futuro
L’organizzazione ambientalista descrive un sistema basato sulle più recenti innovazioni scientifiche, grazie al quale è possibile produrre alimenti sani lavorando con la natura e non contro di essa. La strada verso un modello di agricoltura che garantisca un giusto sostentamento agli agricoltori e protegga l’ambiente, è quella descritta nel rapporto «Agricoltura sostenibile: sette principi per un nuovo modello che metta al centro le persone», pubblicato oggi da Greenpeace International.
L’organizzazione ambientalista descrive un sistema basato sulle più recenti innovazioni scientifiche, grazie al quale è possibile produrre alimenti sani lavorando con la natura e non contro di essa.Il futuro dell’agricoltura europea è nelle mani degli agricoltori che lavorano con pratiche ecologiche e sostenibili. Svolgono un lavoro cruciale per la nostra società e per questo motivo è necessario e urgente sostenerli. La politica deve ascoltare chi chiede cibo sano e agricoltura sostenibile, reindirizzando i sussidi verso chi pratica forme di agricoltura ecologica. I sette principi per un’agricoltura sostenibile descritti nel rapporto di Greenpeace sono:
1. restituire il controllo sulla filiera alimentare a chi produce e chi consuma, strappandolo alle multinazionali dell’agrochimica;
2. sovranità alimentare. L’agricoltura sostenibile contribuisce allo sviluppo rurale e alla lotta contro la fame e la povertà, garantendo alle comunità rurali la disponibilità di alimenti sani, sicuri ed economicamente sostenibili;
3. produrre e consumare meglio: è possibile già oggi, senza impattare sull’ambiente e la salute, garantire sicurezza alimentare e, contemporaneamente, lottare contro gli sprechi alimentari. Occorre diminuire il nostro consumo di carne e minimizzare il consumo di suolo per la produzione di agro-energia. Dobbiamo anche riuscire ad aumentare le rese dove è necessario, ma con pratiche sostenibili;
4. incoraggiare la (bio)diversità lungo tutta la filiera, dal seme al piatto con interventi a tutto campo, dalla produzione sementiera all’educazione al consumo;
5. proteggere e aumentare la fertilità del suolo, promuovendo le pratiche colturali idonee ed eliminando quelle che invece consumano o avvelenano il suolo stesso;
6. consentire agli agricoltori di tenere sotto controllo parassiti e piante infestanti, affermando e promuovendo quelle pratiche (già esistenti) che garantiscono protezione e rese senza l’impiego di costosi pesticidi chimici che possono danneggiare il suolo, l’acqua, gli ecosistemi e la salute di agricoltori e consumatori;
7. rafforzare la nostra agricoltura, perché si adatti in maniera efficace il sistema di produzione del cibo in un contesto di cambiamenti climatici e di instabilità economica.
Per contribuire alla crescita dell’agricoltura sostenibile, Greenpeace collabora con agricoltori e comunità rurali. Ad esempio, in Grecia sostiene gli agricoltori che producono colture proteiche locali da utilizzare nella mangimistica in sostituzione della soia Ogm importata. Gli agricoltori coinvolti in questo progetto confermano che le pratiche agricole ecologiche, senza l’utilizzo di input chimici, fertilizzanti o irrigazione artificiale (dato che le varietà locali sono ben adattate al clima greco) stanno aumentando la produzione e il loro reddito.
I nostri rifiuti tutti on line
Sia la produzione rifiuti sia i dati dell’differenziata di tutti i comuni italiani. Le informazioni sono suddivise anche per frazione merceologica (carta, legno, plastica, rifiuti elettronici ecc.) e la copertura temporale riguarda gli anni 2010, 2011, 2012 e 2013. Il portale si arricchirà a breve di due ulteriori sezioni: il quadro degli impianti di gestione dei rifiuti urbani; e i costi sostenuti dai comuni per il servizio di igiene urbana. Per la prima volta online la banca dati sulla produzione e la raccolta differenziata dei rifiuti urbani. All’indirizzo http://www.catasto-rifiuti.isprambiente.it/ è infatti possibile consultare i dati aggiornati annualmente dall’Ispra. Tali informazioni sono acquisite, elaborate e pubblicate dall’Istituto grazie al contributo delle sezioni regionali del Catasto e, in generale, di tutti i soggetti pubblici detentori dell’informazione, nonché attraverso il Modello Unico di Dichiarazione ambientale. Il valore aggiunto di questa banca dati è il raggiungimento del massimo livello di disaggregazione, che va dal singolo comune al dato nazionale. Le informazioni, estremamente dettagliate, sono suddivise anche per frazione merceologica (carta, legno, plastica, rifiuti elettronici ecc.) e la copertura temporale riguarda gli anni 2010, 2011, 2012 e 2013. Il portale si arricchirà a breve di due ulteriori sezioni: una inerente il quadro degli impianti di gestione dei rifiuti urbani localizzati sull’intero territorio nazionale (discariche, inceneritori, coinceneritori, impianti di compostaggio, digestione anaerobica, trattamento meccanico biologico), l’altra relativa novità è la confrontabilità dei dati, in quanto frutto di elaborazioni standardizzate, condotte applicando la medesima metodologia per tutti i contesti territoriali; la metodologia di Ispra ha il pregio di rendere i dati sempre comparabili sia spazialmente (da una regione all’altra) sia temporalmente (da un anno all’altro).