Dalle energie rinnovabili 6,5 milioni di posti di lavoro nel mondo nel 2013
Ma in Italia e in altri paesi Ue gli occupati nel settore rallentano. Secondo il “Renewable Energy and Jobs – Annual Review 2014”, il secondo rapporto annuale sul lavoro dell’International Renewable Energy Agency (Irena), «nel 2013, circa 6,5 milioni di persone erano già impiegate nel settore delle energie rinnovabili in tutto il mondo».
Lo studio inoltre sottolinea «l’importante ruolo che le energie rinnovabili continuano a svolgere nella creazione di occupazione e nella crescita nell’economia globale». Il rapporto è stato presentato al quinto Clean Energy Ministerial che si conclude oggi a Seoul, la capital della Corea del sud, il meeting dei ministri dell’energia e dei responsabili ministeriali del settore di 23 Paesi, che si è concentrato sulla valutazione dei progressi compiuti e nell’individuare passi concreti per accelerare la transizione verso la global clean energy economy. “Per l’Italia e per altri Paesi europei viene segnalato un rallentamento ed un calo occupazionale proprio a causa dell’abbandono da parte dei governi di alcune politiche di incentivo delle rinnovabili.
La politica agricola dell’Ue dovrebbe tener conto meglio delle risorse idriche
In una relazione pubblicata oggi dalla Corte dei conti europea (“L’integrazione nella PAC degli obiettivi della politica UE in materia di acque: un successo parziale”) si rileva che «l’Ue è riuscita solo in parte a integrare nella politica agricola comune (Pac) gli obiettivi della politica Ue in materia di acque». E si aggiunge che «L’audit ha evidenziato debolezze nei due strumenti (la condizionalità e lo sviluppo rurale) attualmente usati per integrare nella Pac le questioni relative alle risorse idriche e ha individuato ritardi e debolezze nell’attuazione della direttiva quadro sulle acque». La Pac rappresenta poco meno del 40 % del bilancio dell’Ue (nel 2014, oltre 50 miliardi di euro) ed attraverso questa politica l’Ue vuole influire sulle pratiche agricole che hanno un impatto sulle risorse idriche, ma il relatore Kevin Cardiff ha evidenziato che «In Europa, l’agricoltura consuma, in maniera del tutto logica, una grande quantità di acqua, assorbendo un terzo circa dell’acqua complessivamente utilizzata, ed esercita pressioni sulle risorse idriche attraverso, ad esempio, l’inquinamento idrico da nutrienti,” ha dichiarato . “Sebbene si siano registrati dei progressi, la Commissione e gli Stati membri devono integrare meglio le questioni relative alle risorse idriche nella politica agricola comune, al fine di garantire un uso sostenibile a lungo termine di tali risorse».
Il cattivo odore è inquinamento (olfattivo) atmosferico
L’inquinamento olfattivo – cattivo odore – anche se non è disciplinato in maniera specifica dal legislatore, è da considerarsi una forma di inquinamento atmosferico che può causare pesanti disagi per la qualità della vita e per l’ambiente. Lo ricorda il Tribunale amministrativo del Veneto (Tar) – con sentenza 5 maggio 2014, n. 573 – in riferimento alla questione di una società produttrice di membrane e miscele bituminose impermeabilizzanti e isolanti per l’edilizia nel territorio del Comune di Ceggia. In particolare alla domanda presentata alla Provincia di Venezia per l’installazione di una nuova linea di produzione di membrane da aggiungere alle due esistenti. Del resto, trattandosi di una modifica sostanziale, in quanto idonea a comportare variazioni qualitative o quantitative alle emissioni inquinanti, necessita dell’autorizzazione provinciale per le emissioni in atmosfera. La Provincia ha autorizzato la realizzazione della terza linea di produzione, prescrivendo però il funzionamento alternativo delle linee in modo che al massimo ne fossero in esercizio contemporaneo solo due e subordinando l’utilizzo di tutte e tre le linee alla presentazione di un progetto per il trattamento degli effluenti gassosi. Una limitazione imposta alla capacità produttiva che non si fonda – così come sostiene la società – sul superamento dei limiti quantitativi delle emissioni, ma sulla presenza di gravi problematiche di carattere olfattivo.
Toscana, terra di giganti: record assoluto dei siti Unesco, patrimonio dell’umanità
La nostra Regione può considerarsi in solitaria in vetta al mondo di questa prestigiosa classifica. Tanto per riflettere come sia (anche) una fortuna l’esser nati lungo quello che non a caso viene chiamato il Bel Paese, è bene ricordare come l’Italia – con 49 siti Unesco – sia la nazione al mondo con il maggior numero di luoghi dichiarati patrimonio dell’umanità. Un record che non è immobile, ma anzi si alimenta di nuovi e ulteriori successi. L’ultimo dei quali, in Toscana. Con le cerimonie svoltesi tra ieri e oggi può dirsi ufficialmente concluso quel percorso iniziato quasi un anno fa, quando il 23 giugno 2013 il Committee del World Heritage Centre dell’Unesco approvò all’unanimità l’iscrizione del sito seriale “Ville e Giardini medicei in Toscana” nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità. Un traguardo non da poco. Grazie a quest’ultimo, eccellente ingresso, la Toscana può considerarsi in solitaria in vetta al mondo di questa prestigiosa classifica. Se infatti l’Italia è la punta di diamante tra le nazioni del globo coi suoi 49 siti Unesco, il territorio che brilla di più è proprio la Toscana. Con la bellezza (è il caso di dirlo) di 7 luoghi dichiarati patrimonio dell’umanità, nessuno in Italia riesce a batterla. Mancano ancora Cortona e la Valdichiana Aretoino-Senese
Torna anche nel 2014 il giorno dello spaccio collettivo mondiale!
Sabato 31 maggio 2014 torna il Pasta Madre Day: il più grande momento di spaccio collettivo mondiale!
L’iniziativa come ogni anno è promossa da Riccardo Astolfi e dalla Comunità del Cibo Pasta Madre, la rete mondiali degli spacciatori di pasta madre: gli oltre 2.000 aderenti (sparsi in tutta Italia e in tanti altri Paesi e mappati sul sito pastamadre.net) si mobilitano per donare un pezzetto di lievito madre a chiunque lo desideri.
Chiunque può organizzare un momento di spaccio nella propria città: basta trovare un piccolo spazio (in piazze, botteghe o dove si vuole) e regalare un po’ della propria pasta madre, con un sorriso e qualche consiglio. L’elenco degli eventi dell’edizione 2014 sarà disponibile presto (e sarà in continuo aggiornamento sino al 31 maggio) sul sito della Comunità del Cibo Pasta Madre.
Tariffa sperimentale pompe di calore domestiche: le regole dell’Autorità
Partirà il 1° luglio 2014 la sperimentazione tariffaria rivolta ai clienti domestici che utilizzano pompe di calore elettriche come unico sistema di riscaldamento.
Certificati Bianchi, ancora un ritocco al prezzo convenzionale minimo
Per la sessione del 13 maggio, il prezzo di garanzia sarà pari a 138 €/TEE. Circa 7 euro in più rispetto alla sessione del 6 maggio scorso.
Impianto a biomassa da rifiuti, ok ad autorizzazione per ‘rinnovabili’
Un impianto sperimentale a biomassa da rifiuti che produce sia energia elettrica sia biocarburante da gassificazione al plasma è un “impianto a fonti rinnovabili” autorizzabile ex Dlgs 387/2003 (autorizzazione unica).
Solar-Jet, ottenuto in laboratorio il primo cherosene solare
Grazie a un progetto di ricerca denominato Solar-Jet, finanziato dall’Unione Europea, è stato ottenuto il primo cherosene rinnovabile, utilizzando luce solare, acqua e anidride carbonica.
VIA e impianti eolici, se in prossimità di abitazioni va valutato anche l’impatto acustico
Lo ha stabilito il Consiglio di Stato con la sentenza n. 1217/2014, che ha annullato l’Autorizzazione Unica rilasciata dalla Regione Marche per la costruzione del Parco eolico di Piano Rotondo.
Oltre 700mila gli impianti rinnovabili, presenti in tutti i Comuni italiani
Le rinnovabili sono presenti in tutti gli 8.054 comuni italiani. I comuni italiani dove si trovava almeno un impianto erano 7.937 nel 2013 e solo 356 nel 2006. Tutti i dati della diffusione locale delle energie pulite in Italia nel rapporto ‘Comuni Rinnovabili’ di Legambiente presentato a Solarexpo-The Innovation Cloud. Sono 29 i Comuni al 100% rinnovabili.
Lavoro e Salute con la Bicicletta
Cambiare radicalmente il sistema di trasporto urbano e puntare sulla mobilità ciclistica potrebbe garantire all’Europa la creazione di 76 mila nuovi posti di lavoro e 10 mila morti in meno ogni anno. A sostenerlo è il report pubblicato ieri dall’Unece, la Commissione economica per l’Europa dell’Onu e dall’Ufficio regionale europeo dell’Oms.
Il modello da seguire è, naturalmente, Copenhagen. La capitale danese ha infatti puntato molto sulla bicicletta come mezzo di trasporto urbano tanto da raggiungere, negli anni, percentuali di utilizzo intorno al 25-30% e poco inferiori del 50% in centro.
“Le persone – sostiene il rapporto OMS – sarebbero impiegate localmente nella vendita al dettaglio di biciclette e nella loro manutenzione, o nella fornitura di abbigliamento e accessori per ciclisti”.
Inoltre, attualmente l’inattività fisica e lo smog sono tra i principali fattori associati alle morti in Europa, 500 mila ogni anno, più altri 90 mila causati dagli incidenti stradali. Per questo, un utilizzo diffuso della bicicletta potrebbe essere la soluzione ad entrambi i problemi.
“Un sistema di trasporto efficiente è essenziale per il funzionamento delle moderne economie – afferma Zsuzsanna Jakab, direttore regionale per l’Europa dell’Oms -. Tuttavia, il trasporto può danneggiare notevolmente l’ambiente e la salute. Ecco perché chiediamo che da Parigi esca una dichiarazione audace che solleciti più investimenti governativi nel settore dei trasporti eco-sostenibili. Investire in questo settore – aggiunge – potrebbe creare nuovi posti di lavoro, garantire una salute migliore derivata dall’attività fisica con le due ruote, meno incidenti stradali, una riduzione del rumore e una migliore qualità dell’aria delle città”.