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ITALIA BATTE GERMANIA 113 A 65
Sono gli euro di costo medio di un impianto eolico per MegaWatt/ora. Le pale “Made in Italy” sono di gran lunga le più care d’Europa. Con una media continentale di 79 euro, la Danimarca è il paese dove produrre l’energia dal vento costa meno (54 euro), ma fanno molto meglio di Francia (64), Spagna (68) e anche nazioni economicamente meno evolute come la Romania (75 euro). In Italia il ricavo dall’eolico è però il più elevato d’Europa (123 euro contro una media europea di 90). Lo dice il rapporto Irex (Italian renewables index) del 2011.
GERMANIA BATTE ITALIA 11,30 A 10,29
I nostri politici hanno giustificato come necessario il taglio degli incentivi per le rinnovabili in quanto tale costo aggiunto nella bolletta energetica incide negativamente sulla ripresa economica. Ecco allora la necessità di verificare quanto questo valore incide realmente. Da una recente indagine dell’Associazione Kyoto Club viene fuori che i grandi consumatori di energia, quelli che più lamentano l’eccessivo costo delle rinnovabili, pagano i KW/h circa il 10% in meno di quanto costa ai loro colleghi tedeschi. Ma vediamo il quadro completo: le utenze domestiche italiane pagano per ogni 100 KW/h 19,97 Euro contro una media europea di 17,32, ma molto più delle famiglie tedesche che pagano in bolletta un sovrapprezzo di ben 22,94 Euro; le piccole imprese (consumi fino 500 Kw/h) in Italia pagano circa 18,50 euro contro una media europea di 15,6 e le imprese tedesche che pagano oltre 18 euro. Tra le aziende che consumano tra i 2.000 ed i 20.000 MW/h in Italia si pagano 13,57 euro, in Germania 13,46 e mediamente in Europa 11,49 euro. Per le imprese con consumi oltre le 70.000 MW/h in Italia si pagano 10,29 euro contro una media europea di 9,94; in Germania si superano gli 11,50 euro. Il confronto con la Germania è giustificato non solo perchè è il paese leader in Europa per lo sfruttamento delle energie rinnovabili, ma anche perchè tra i paesi europei è quello più simile al nostro per quanto riguarda il peso dell’industria manifatturiera sul sitema economico: ecco quindi che questo dato medio di 11.30 euro per i tedeschi contro i 10.29 euro per noi italiani, confrontato con quanto affermato dai nostri politici, suona alquanto stonato.
SOLARE TERMICO CON LA SOLA COMUNICAZIONE
E’ quanto si evince leggendo i commi 1° e 2° dell’articolo 7 del Decreto Legislativo 28/2011. Tale riferimenti ridefiniscono in maniera piuttosto chiara i casi in cui, per l’installazione di impianti solari termici, risulta sufficiente la sola COMUNICAZIONE COMUNALE al posto della D.I.A. L’inportante afferma la norma è che “l’impianto sia aderente o integrato nei tetti degli edifici esistenti con la stessa inclinazione e lo stesso orientamento di falda e che l’intervento non ricada nel campo di applicazione del codice dei Beni Culturali e del Paesaggio” (D.Legislativo 42/2004).
A LIVORNO LA CO-DIGESTIONE FUNZIONA
E’ attivo un progetto di co-digestione anaerobica di fanghi di depurazione e frazione organica dei rifiuti. Per la gestione funzionale dei rifiuti urbani, uno dei fattori più importanti è la capacità di trattare le varie frazioni raccolte in impianti adeguati alla tipologia del rifiuto. Per i rifiuti organici una possibilità è quella offerta dalla co-digestione anaerobica, trattamento nel quale si produce Biogas con un elevato contenuto di metano ed un “digestato” (materiale solido) che trattato specificatamente può diventare un ottimo concime.
ITALIA – GERMANIA… 3 A 3
Lo sapevate che occorrono 37 Lattine per produrre una caffettiera, 70 per una padella e 800 per una bicicletta? Ma basta riciclare anche una sola lattina per risparmiare l’energia necessaria per tenere accesa tre ore una televisione da 14 pollici. Riciclare alluminio consente poi di risparmiare il 95% dell’energia necessaria per produrlo dal minerale. Oggi, in Italia, oltre al 48% dell’alluminio circolante proviene dal riciclo. Si recupera circa il 56,1 % di quello immesso nel mercato e oggi il nostro paese detiene questo record in Europa insieme alla Germania. A livello Mondiale siamo al terzo posto dietro Stati Uniti e Giappone.
DETERSIVI BUGIARDI?
Può rivelarsi un acquisto meno “verde” del previsto quello dei detersivi ecologici. Una ricerca dell’American Chemical Society ha evidenziato che il carbonio contenuto nei saponi “verdi” per panni e stoviglie non è tutto ricavato da piante ma, in alcuni casi, deriva da prodotti petrolchimici. Alcuni detersivi con etichetta verde testati sono risultati contenere il 31 % di carbonio sintetizzato dal petrolio, che come hanno sottolineato i ricercatori “è risorsa non rinnovabile e incompatibile con la sostenibilità dei prodotti etichettati come vegetali”.
Si sa come Umbria Jazz, in ormai dieci lustri, abbia portato a Perugia e dintorni,…
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