Perchè fare bene la raccolta differenziata dei rifuti è importante
In questi giorni sono stati resi pubblici da parte dell’Agenzia Regionale Recupero Risorse i dati riguardante la produzione di rifiuti e la percentuale di raccolta differenziata conseguita nel territorio toscano relativi all’anno 2016. La percentuale regionale media di raccolta differenziata è stata del 50,99% (ben al di sotto degli obbiettivi prefissati 65%) va comunque segnalato che per la prima volta si notano incrementi significativi anche in Provincia di Arezzo e nel territorio della Valdichiana. Poichè il 2016 era stato un anno di grandi investimenti, proseguiti poi in molto comuni, come quello di Cortona, anche nel 2017, dei dati a disposizione ne va data una lettura sopra le righe sia in considerazione del fatto che la vera rivoluzione organizzativa è partita durante l’anno in corso e sia del fatto che i calcoli sono stati effettuati in base alle disposizioni della nuova normativa nazionale che, modificando i criteri, finisce per penalizzare i valori rispetto al passato, tant’è che secondo il vecchio metodo di calcolo la media regionale sarebbe stata più alta dell’1% circa (51,99 per cento, +2,2 punti rispetto al 2015). Una nota negativa da segnalare è quella relativa al risultato conseguito dall’ATO TOSCANA SUD: 38,19% con una lieve diminuzione (-08%) rispetto al 2015 forse le varie vicissitudini che hanno colpito i vertici dirigenziali organizzativi hanno ritardato i tempi di realizzazione del piano industriale. Questi dati ci fanno riflettere sul perché dovremmo applicarci per smaltire i nostri rifiuti in modo differenziato contribuendo ad incrementarla perchè con qusto metodo di smaltimento si pongono le basi per il riciclo, un processo di conversione che trasforma i rifiuti in nuovi materiali, oggetti o sostanze del tutto differenti dai rifiuti d’origine. La raccolta differenziata offre una valida alternativa al classico smaltimento dei rifiuti eseguito in discarica o mediante incenerimento. Grazie al riciclo dei materiali è possibile ridurre le emissioni di gas a effetto serra, effettuare un impiego più efficiente delle materie prime e delle risorse intese come energia e acqua. Questo salto culturale che coinvolge tutti noi porta a conseguire benefici ambientali, benefici economici e benefici per la salute. A lungo termine ogni cittadino potrà beneficiare di numerosi vantaggi economici con la raccolta differenziata di plastica, alluminio, terre rare, carta, acciaio, rame, rifiuti organici, legno, sughero, metalli, rifiuti di cantiere ma questi vantaggi sono obbligatoriamente legati al grado di purezza del rifiuto. Ulteriori e sostanziosi vantaggi economici sino possono ottenere nel riciclo del vetro se, ad esempio, si riuscissero a differenziare le bottiglie per colore del vetro ( ma forse è arrivato il momento di riproporre ai grandi gruppi della distribuzione il “vuoto a rendere “). Altri benefici economici sono quelli indiretti come la creazione di nuovi posti di lavoro, apertura di nuovi stabilimenti e movimenti di capitali non trascurabili. Per esempio, il riciclaggio della plastica in Italia muove un business di 700 milioni di euro, con 2 mila addetti ai lavori e oltre 300 imprese coinvolte. Per finirei positivi anche per le comunità che si distinguono per maggior virtuosismo. I comuni più ricicloni vengono premiati dai vari consorzi e dallo stesso Stato. Infine dovremmo ricordarci che nei comuni dove la raccolta differenziata si fa bene, la “tassa sulla spazzatura” è più bassa e le casse comunali funzionano meglio in modo da offire ai cittadini migliori servizi.
Settemila studenti fanno “RI-Creazione” con Sei Toscana
Riduzione, riutilizzo, riciclo e recupero. Sono queste le parole d’ordine di “RI-Creazione. Da oggetto a rifiuto e ritorno”, il progetto di educazione ambientale promosso da Sei Toscana nei comuni della Toscana del sud.
Dopo il successo delle prime edizioni (che in due anni ha visto la partecipazione di quasi 12000 studenti), anche questo terzo anno di attività ha registrato uno straordinario riscontro da parte degli istituti scolastici del territorio. Saranno più di 7000 infatti i ragazzi delle scuole primarie e secondarie che parteciperanno, con 400 classi coinvolte, segno tangibile della qualità dell’offerta formativa caratterizzante il progetto promosso da Sei Toscana e della crescente attenzione verso le tematiche ambientali proveniente dal territorio.
La terza edizione di RI-Creazione vedrà la partecipazione degli istituti scolastici di 69 comuni dell’Ato Toscana Sud, coinvolgendo in pratica l’intero territorio in cui opera Sei Toscana, dal Valdarno all’Amiata, dalla Valtiberina alla Valdorcia, dalla Valdelsa sino alla costa maremmana e della Val di Cornia.
Quanti rifiuti produciamo ogni giorno? Come fare una corretta raccolta differenziata? In cosa consiste effettivamente il riciclo? A tutte queste domande risponderanno, tramite lezioni in classe, laboratori didattici e visite agli impianti, gli educatori ambientali selezionati da Sei Toscana per ogni territorio di riferimento.
Obiettivo del progetto è quello di incentivare la diffusione di buone pratiche quotidiane, sia a casa che a scuola e ridurre l’impatto dei comportamenti quotidiani sull’ambiente, costruendo un sistema di relazioni finalizzato a creare occasioni utili nell’educazione allo sviluppo sostenibile dei cittadini del domani.
Anche per questa terza edizione, l’offerta formativa è molto articolata e prevede sei percorsi diversificati e strutturati in relazione alle varie fasce d’età degli alunni e finalizzati all’approfondimento di una o più delle cosiddette 4R del ciclo dei rifiuti. I percorsi partono dalla riduzione dei rifiuti, dal loro riutilizzo, dalle corrette modalità di raccolta differenziata per garantire il riciclo e il recupero, sino alla scoperta delle realtà impiantistiche del territorio. Uno dei punti di forza del progetto è proprio quello di presentare un’offerta formativa adeguata alle esigenze degli insegnanti, risultato raggiunto grazie ai continui stimoli e scambi con il mondo della scuola che, con suggerimenti preziosi, hanno aiutato l’azienda a portare avanti il progetto nella direzione migliore in questi primi tre anni di attività.
Oltre alle lezioni in classe ed ai laboratori (dove, ad esempio, viene insegnato ai ragazzi come produrre carta riciclata o riutilizzare oggetti di uso comune con il riciclo creativo), alcuni percorsi didattici prevedono visite agli impianti dislocati sul territorio. Le visite sono organizzate su richiesta delle stesse scuole e sono possibili grazie alla disponibilità delle società che gestiscono gli impianti: Aisa Impianti, CRCM, CSAI, Ecolat, Futura, Sienambiente e TB. L’attività di visita agli impianti costituisce uno degli elementi distintivi del progetto e risulta essere molto apprezzata e richiesta tanto che, all’aumento generale delle iscrizioni, corrisponde un aumento anche delle richieste di visita. Oltre agli impianti, gli studenti hanno anche l’opportunità di visitare le altre strutture a sostegno della raccolta presenti sul territorio, come le stazioni ecologiche e i centri di raccolta gestiti da Sei Toscana.
“I numeri di questo terzo anno sono più che positivi – commenta il presidente di Sei Toscana, Roberto Paolini – con una crescita significativa di iscrizioni rispetto al 2016. Sei Toscana crede molto nel valore dell’educazione ambientale per promuovere la responsabilità civica, l’impegno individuale e collettivo per la tutela dell’ambiente e del territorio. In ognuna delle classi coinvolte si svolgerà un percorso diverso, unico e irripetibile, scelto direttamente dagli istituti scolastici e tenuto da educatori altamente qualificati che operano da anni sulle tematiche dell’educazione ambientale, non solo legate ai rifiuti. Siamo molto felici di constatare il crescente numero di adesioni, segno tangibile della bontà del progetto, ma anche della crescente attenzione verso le tematiche ambientali promossa dalle amministrazioni comunali del territorio in cui operiamo. Permettetemi di ringraziare gli alunni, gli insegnanti, i circoli didattici, le amministrazioni comunali e ultime, ma non in ordine di importanza, le società che gestiscono gli impianti. E’ anche grazie alla loro disponibilità che il progetto può vantare questi numeri: aprire le porte degli impianti infatti permette ai ragazzi di vedere con i propri occhi dove vanno a finire i rifiuti provenienti dalle raccolte differenziate e come vengono preparati al riciclo o al recupero energetico”.
Per avere maggiori informazioni sul progetto è possibile visitare il sito internet di Sei Toscana, www.seitoscana.it.
Gli ispettori ambientali di Sei Toscana arrivano a Sinalunga
Gli ispettori ambientali di Sei Toscana dai prossimi giorni prenderanno servizio nel territorio del Comune di Sinalunga. Presidio, informazione, aiuto ai cittadini e controllo sono alcune delle attività che queste figure svolgeranno e che sono state presentate lo scorso martedì 10 nel corso di una conferenza stampa. “Il tema dei rifiuti è all’attenzione quotidiana di questa amministrazione – ha detto il sindaco di Sinalunga Riccardo Agnoletti – e gli abbandoni rappresentano di sicuro una criticità per l’intero territorio. Grazie a diverse azioni intraprese dall’amministrazione in collaborazione con il Gestore Sei Toscana alcuni anni fa abbiamo raggiunto nel 2016 il 42% di raccolta differenziata. Adesso è il momento di rinvigorire l’azione in merito ai servizi e con nuovi strumenti”. “Oggi – ha aggiunto Paolo Oliverio, assessore all’ambiente del comune di Sinalunga – gli ispettori ambientali rappresentano una componente di questa nuova azione che vedrà nel 2018 l’estensione della raccolta porta a porta a tutto il territorio comunale”. “Le attività primarie degli ispettori riguardano il presidio del territorio ed il dialogo con i cittadini, con l’obiettivo di informarli sulle corrette azioni da adottare e sottolineando gli eventuali errori che vengono compiuti in merito a molti aspetti che riguardano i rifiuti ed il decoro urbano, come ad esempio il rispetto degli orari e dei giorni di conferimento dei rifiuti nelle zone servite da porta a porta, l’abbandono a terra o l’errato conferimento all’interno dei cassonetti per la raccolta differenziata. Insomma un’azione di informazione prima di tutto, che ha come obiettivo quello di migliorare i servizi resi, far sì che i cittadini ne usufruiscano in maniera corretta e diminuire i fenomeni di abbandono in favore del decoro e di una maggiore vivibilità.
Sei Toscana incontra i cittadini di Chiusi per l’attivazione del porta a porta
Grande partecipazione di cittadini ai primi incontri pubblici che Sei Toscana, assieme all’Amministrazione comunale, ha promosso a Chiusi. A partire da metà novembre il sistema di raccolta domiciliare, già attivo nel centro storico e a Chiusi Scalo, verrà esteso anche nelle frazioni di Macciano, Montallese e Montevenere, coinvolgendo in tutto circa 6500 utenze. Oltre all’estensione della raccolta domiciliare, l’Amministrazione comunale e Sei Toscana ottimizzeranno le frequenze e gli orari di ritiro nelle zone in cui il sistema porta a porta è già attivo. A Chiusi la raccolta differenziata raggiunge quasi il 70%, un risultato positivo in linea con gli obiettivi regionali e con l’ampliamento del sistema di raccolta porta a porta sarà possibile aumentare ulteriormente la quantità e la qualità di materiale da avviare a riciclo raggiungendo risultati ancora più ambiziosi. La scelta di estendere la raccolta “porta a porta” e rendere più capillare il servizio non è solo un’esigenza per incrementare le quantità di rifiuti da avviare al recupero, riutilizzo e riciclaggio, ma anche una soluzione in grado di restituire il decoro urbano agli spazi pubblici e contribuire a consolidare comportamenti civili e consapevoli. A partire dal 23 ottobre, in località Le Biffe Zona P. A. I. P., verranno distribuiti sacchi e materiale informativo a tutti coloro che usufruiscono del servizio porta a porta. Ieri, ai primi tre incontri pubblici che si sono svolti a Chiusi Scalo e Montallese sono stati tanti i cittadini che hanno partecipato, con i tecnici di Sei Toscana e del Comune che hanno illustrato loro tutte le novità del nuovo servizio e le nuove regole di raccolta, con particolare riferimento alle modalità di separazione dei rifiuti e alle regole della loro esposizione che saranno chiamati a svolgere. I presenti hanno avuto l’opportunità di confrontarsi direttamente con i tecnici e gli amministratori, ponendo loro domande inerenti al servizio. Oggi alle 18 alla sala conferenze San Francesco a Chiusi e alle 21 al circolo Auser di Macciano si terranno altri due incontri. Domani, alle 18 al Multisala Clev Village di Querce al Pino e alle 21 alla ex scuola materna di Montevenere gli ultimi due incontri pubblici.
Per maggiori informazioni è possibile chiamare il numero verde di Sei Toscana – 800 127 484 – oppure consultare il sito internet www.seitoscana.it.
La Toscana del Sud modello nell’Italia leader del riciclo
Con una quota pari al 76% l’Italia è il Paese europeo con la più alta percentuale di riciclo sulla totalità dei rifiuti raccolti in modo differenziato. Una percentuale che arriva ad essere il doppio rispetto alla media europea, che risulta pari al 37% e ben superiore rispetto a tutti gli altri grandi Paesi europei. E’ quanto riportano i dati Eurostat pubblicati lo scorso settembre e resi noti dal Kyoto Club. I flussi più rilevanti sono costituiti da carta, plastica, vetro, metalli, legno, tessili: 26 milioni di tonnellate. Seguono i rifiuti misti avviati a selezione (14 milioni) e i rifiuti organici e verdi (6 milioni). Un quadro roseo quello descritto, dove la Toscana, compresa quella del sud, rappresenta un modello di eccellenza che permette oggi di avviare a riciclo effettivo l’84% dei materiali raccolti in modo differenziato dai cittadini (Fonte Banca dati Anci Conai) arrivando così a realizzare una concreta economia circolare. Nello specifico, le filiere più efficienti risultano quella del legno (100%) con 44mila tonnellate di rifiuti avviati a effettivo riciclo su 44mila raccolte, quella dei metalli (99%) 6400 tonnellate su 6500, della carta e cartone (92%) 245mila tonnellate su 252mila, del vetro (95%) 44000 tonnellate. Le plastiche raggiungono invece una quota di avvio a riciclo che oscilla di poco intorno al 90% a seconda che siano raccolte da sole o invece come multimateriale. Una difficoltà, quella del riciclo della plastica rispetto ad altri materiali, recentemente sottolineata in un articolo anche da Edo Ronchi, presidente della Fondazione Sviluppo Sostenibile che segnala da una parte la difficoltosa riciclabilità delle plastiche miste, dall’altra il sempre più faticoso sbocco sul mercato dei prodotti riciclati. “I rifiuti delle plastiche miste (il plasmix) aumentano perché sono cresciuti gli imballaggi complessi, fatti con diversi strati di polimeri differenti e, per questo, più difficili e costosi da riciclare e che generano prodotti di basso valore. Altre plastiche, più riciclabili, con l’aumento delle quantità raccolte, sono diventate più difficili da vendere.” Secondo Ronchi, quindi, sono necessari “interventi urgenti (un sostegno alla collocazione dei materiali da riciclo dei rifiuti delle plastiche, sia economico sia di sbocco) e di medio termine (per una maggiore riciclabilità di tutti gli imballaggi in plastica) da discutere e far partire con un confronto fra il Governo e i soggetti della filiera.”
Alberi monumentali
L’atto risponde a quanto richiesto dalla legge regionale 30/2015 che a sua volta recepisce e disciplina quanto stabilito dalla legislazione nazionale che prevede appunto il censimento da parte dei comuni degli alberi monumentali al fine di inserirli in un apposito elenco di raccolta.
Sono in tutto 13 gli alberi monumentali presenti nell’elenco redatto dalla Regione Toscana.
La prima stesura di questo documento risale al 15 dicembre del 2014 e conta 122 esemplari sparsi tutti gli angoli del territorio toscano. Per quanto riguarda la provincia di Arezzo la lista ne conta 11: sei in Valtiberina, uno in Casentino, due in Valdambra, uno ad Arezzo e un altro in Valdichiana.
– Cortona località Gabbiano Quercus robur (farnia) quercia di Luca 532 cm altezza 22 metri antecedente al 1500.
L’atto risponde a quanto richiesto dalla legge regionale 30/2015 che a sua volta recepisce e disciplina quanto stabilito dalla legislazione nazionale che prevede appunto il censimento da parte dei comuni degli alberi monumentali al fine di inserirli in un apposito elenco di raccolta.
La cura e la conservazione di queste specie di alberi spetta alle amministrazioni locali le quali hanno il compito di provvedere al benessere degli esemplari censiti nel proprio territorio, usufruendo anche di contributi da parte della Regione Toscana.
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