Sei Toscana al fianco dei Comuni contro l’abbandono dei rifiuti

Arrivano le telecamere di Sei Toscana contro la cattiva abitudine di abbandonare rifiuti nei luoghi più disparati. Accanto ai cassonetti, lungo il ciglio delle strade, a terra al di fuori dei centri di raccolta, sono purtroppo ancora molti i posti dove vengono lasciati dai semplici sacchi agli elettrodomestici più ingombranti, passando per gli arredi come reti, materassi o divani. Comportamenti che vanno ad inficiare l’impegno e l’attenzione sia di tutti quei cittadini che separano e conferiscono correttamente i propri rifiuti, sia degli operatori che ogni giorno devono far fronte a situazioni di criticità. Non solo, oltre al danno ambientale e di immagine, l’abbandono dei rifiuti genera costi supplementari per le amministrazioni comunali, costi che inevitabilmente si riversano su tutta la cittadinanza. Per far fronte al proliferare di tali problematiche Sei Toscana mette a disposizione delle amministrazioni comunali un servizio completo di ispezione ambientale rinnovato e potenziato. Al fianco della figura degli ispettori ambientali, infatti, da oggi è possibile dotare i vari comuni di attrezzature per la videosorveglianza. Videocamere che possono essere installate in punti strategici del territorio comunale e che alla stregua di vere e proprie foto trappole potranno identificare i responsabili di abbandoni o altri comportamenti errati. Un servizio che si integra alla perfezione con le diverse attività che tutti i giorni Sei Toscana svolge nei territori in merito alla raccolta rifiuti e alla pulizia del contesto urbano, risultando in primo luogo di aiuto agli utenti nel gestire correttamente i propri rifiuti e nell’usufruire correttamente dei servizi, ed in seconda battuta come ottimo deterrente per le cattive abitudini purtroppo persistenti. I risultati fino ad adesso ottenuti hanno fatto crescere l’interesse di molte amministrazioni, sia per quanto riguarda la figura dell’ispettore ambientale, sia per quanto riguarda l’installazione delle videocamere, che saranno presentate nei prossimi giorni in alcuni Comuni della Toscana del Sud.

 

Dalle Regioni:
Puglia, approvato il protocollo Itaca per edifici non residenziali
Il sistema per la valutazione della sostenibilità ambientale degli edifici non residenziali in Puglia adotta lo stesso impianto complessivo del protocollo Itaca nazionale, riducendone i criteri di sostenibilità.

Toscana, contributi per l’efficientamento degli edifici pubblici
La Regione mette a disposizione 8 milioni di euro per finanziare progetti di efficientamento energetico e di installazione di impianti a fonti rinnovabili sugli edifici pubblici.

Toscana, contributi per l’efficientamento degli edifici pubblici
La Regione mette a disposizione 8 milioni di euro per finanziare progetti di efficientamento energetico e di installazione di impianti a fonti rinnovabili sugli edifici pubblici.

Emilia-Romagna, sanzioni ad hoc per raccolta differenziata rifiuti
Il 2 agosto 2017 entra in vigore la legge della Regione Emilia-Romagna che prevede sanzioni amministrative (da 50 a 500 euro) per la violazione dei regolamenti comunali sulla tariffa puntuale dei rifiuti urbani.

Emilia-Romagna, disciplina Via in linea con novità nazionali
Il 2 agosto 2017 entra in vigore la legge regionale Emilia-Romagna che aggiorna le procedure di valutazione d’impatto ambientale (Via), ritocca la disciplina del servizio idrico e introduce una nuova sanzione a tutela dell’aria.

Emissioni in atmosfera, Campania fa chiarezza su deroghe
La Regione Campania ha confermato espressamente la disposizione che consente di installare e utilizzare sistemi di abbattimento delle emissioni diversi da quelli classificati dalla Dgr 243/2015.

Veneto, primo aggiornamento alle procedure della Via
Il Veneto ha aggiornato le procedure per la valutazione di impatto ambientale (Via) in seguito alla disciplina regionale del 2016 in materia e al Dlgs 127/2016 sulla Conferenza dei servizi ma non con le ultime novità ex Dlgs 104/2017.

Basilicata, contributi per l’efficienza energetica nelle imprese
Quasi 30 i milioni di euro a disposizione delle imprese per diagnosi energetiche, interventi di efficientamento energetico e installazione di impianti a fonti rinnovabili.

 

Il Tar Basilicata annulla le linee guida regionali sui piccoli impianti FER
I giudici hanno annullato la Dgr 2 marzo 2017, n. 175 sul corretto inserimento nel territorio degli impianti alimentati da fonti rinnovabili “con potenza superiore ai limiti stabiliti dalla tabella A) del Dlgs n. 387/2003 e non superiore a 1 MW”.

 

I numeri del fotovoltaico italiano nel 2016
Cresce la potenza degli impianti installati, ma cala la produzione di energia elettrica. Questo, in estrema sintesi, ciò che emerge dai dati del “Rapporto statistico – solare fotovoltaico 2016” redatto dal Gestore dei servizi energetici.

 

Protocollo di Goteborg su inquinanti atmosferici, Ue ratifica emendamento
Il 17 luglio 2017 il Consiglio Ue ha adottato una decisione con cui si ratifica a nome dell’Unione europea un emendamento al Protocollo di Goteborg del 1999 sulla riduzione delle emissioni di inquinanti atmosferici.

 

Formulario rifiuti, MinAmbiente favorevole a utilizzo Pec
La procedura che prevede l’invio al produttore dei rifiuti della IV copia del formulario di identificazione dei rifiuti (Fir) tramite posta elettronica certificata (Pec), secondo il MinAmbiente, appare conforme alla norma

 

Trattamento fanghi in agricoltura, norma speciale va integrata col Dlgs 152/2006
La normativa speciale sul trattamento fanghi di depurazione in agricoltura ex Dlgs 99/1992 va integrata dalla normativa generale sui rifiuti, in primis dal Dlgs 152/2006

 

Sicurezza sul lavoro, accordo Ue su ampliamento sostanze cancerogene
Nell’iter di ampliamento delle sostanze cancerogene, con cui vengono in contatto i lavoratori, si è raggiunto l’accordo tra Parlamento Ue e Consiglio Ue per quanto concerne la silice cristallina respirabile

 

Sicurezza sul lavoro, per cronotachigrafo alterato doppia punizione
Alterare il cronotachigrafo integra il reato di omissione dolosa di cautele antinfortunistiche, così come la fattispecie ex Codice della strada, non potendosi configurare concorso apparente fra le norme.

 

Ozono, ok dell’Ue a stretta internazionale su Hfc
Il Consiglio Ue ha adottato una decisione relativa alla conclusione, a nome dell’Ue, dell’emendamento di Kigali del protocollo di Montreal, che garantirà la protezione del clima dagli idrofluorocarburi (Hfc).

 

RIFLESSIONE
Da quando è cominciata nei primi anni ’50 la produzione su larga scala dei materiali sintetici, gli esseri umani hanno prodotto più di 8,3 miliardi di tonnellate di materie plastiche: a calcolarlo è lo studio “Production, use, and fate of all plastics ever made”, appena pubblicato su Science Advances da un fitto team di ricercatori. Per fare un paragone, 8,3 miliardi di tonnellate sono circa 25.000 volte più pesanti dell’Empire State Building e peserebbero più di un miliardo di giganteschi elefanti da 7,5 tonnellate l’uno.
Lo studio, sostenuto da Ocean Conservancy e finanziato dalla National Science Foundation, è la prima analisi globale della produzione, dell’utilizzo e della gestione post-consumo di tutte le materie plastiche prodotte nel mondo (in realtà, il calcolo si ferma al 2015). I ricercatori statunitensi hanno anche scoperto che degli 8,3 miliardi di tonnellate di materie plastiche prodotte dall’uomo 6,3 miliardi di tonnellate sono diventate rifiuti: ne è stato riciclato solo il 9%, mentre il 12% è stato incenerito; il restante 79% è finito nelle discariche o peggio, disperso nell’ambiente naturale.
I ricercatori avvertono che «se le tendenze attuali continueranno, entro il 2050 finiranno nelle discariche o nell’ambiente naturale circa 12 miliardi di tonnellate di rifiuti di plastica». La Jambeck sottolinea che «la maggior parte delle materie plastiche non si biodegradano in nessun modo, quindi i residui di plastica che l’uomo ha generato potrebbero restare con noi per centinaia o addirittura migliaia di anni. Le stime sottolineano la necessità di pensare criticamente ai materiali che usiamo e alle nostre pratiche di gestione dei rifiuti». Sì, perché la “peste” della plastica non è un destino, ma il frutto della cattiva gestione, recupero, riciclo e riuso della plastica: se il ciclo dei rifiuti non si chiude diventa un problema.
Per arrivare alla cifra di 8,3 miliardi di tonnellate di plastica prodotte dagli anni ’50, gli scienziati hanno compilato statistiche di produzione per resine, fibre e additivi provenienti da una varietà di fonti industriali e li hanno accorpati secondo il tipo e il settore di consumo. È così che hanno scoperto che «la produzione mondiale di materie plastiche è aumentata dai 2 milioni di tonnellate degli anni ’50 agli oltre 400 milioni di tonnellate nel 2015», superando la maggior parte degli altri materiali creati dall’uomo ad eccezione dei materiali che vengono utilizzati ampiamente nell’industria delle costruzioni, come l’acciaio e il cemento.
Ma mentre l’acciaio e il cemento vengono utilizzati soprattutto per costruire edifici e infrastrutture, il più grande mercato delle materie plastiche è quello degli imballaggi, e la maggior parte di questi prodotti non viene riutilizzata una volta scartata. Geyer, il principale autore dello studio, spiega ancora: «Quasi la metà di tutto l’acciaio che produciamo va nelle costruzioni, quindi avrà decenni di utilizzo. Per la plastica è l’opposto». Tipicamente, la vita utile di un imballaggio è inferiore a un anno.
Nel mentre il ritmo della produzione di plastica non mostra segni di rallentamento, anzi: di tutte le materie plastiche prodotte dagli anni ‘50 al 2015, circa la metà è stata prodotta negli ultimi 13 anni.
Geyer ha spiegato alla BBC News che «stiamo rapidamente andando verso un “Planet Plastic” e, se non vogliamo vivere in questo tipo di mondo, allora dobbiamo ripensare a come utilizziamo alcuni materiali, in particolare la plastica». Geyer è più che consapevole che il problema non sta nella plastica in sé, ma nella sua gestione post-consumo: «Quello che stiamo cercando di fare è di creare le basi per una gestione sostenibile dei materiali. In poche parole, non puoi gestire ciò che non misuri e quindi pensiamo che le discussioni sulle politiche saranno più informate e basate sui fatti ora che abbiamo questi numeri».
Quello di Geyer è lo stesso team di ricercatori che nel 2015 aveva condotto uno studio pubblicato su Science che aveva calcolato quanti rifiuti di plastica finiscono negli oceani: nel 2010 sarebbero stati 8 milioni di tonnellate. La ricercatrice Jenna Jambeck evidenzia invece che «oggi ci sono persone viventi che ricordano un mondo senza plastica, ma questa è diventata ormai così onnipresente che non si può andare da nessuna parte senza trovare i rifiuti di plastica nel nostro ambiente, compresi i nostri oceani».
I ricercatori, naturalmente, non vogliono la totale eliminazione della plastica dal mercato, «ma piuttosto un esame maggiormente critico dell’uso di plastica e del suo valore a fine vita». La Lavender conclude: «Ci sono settori in cui le materie plastiche sono indispensabili, soprattutto nei prodotti progettati per la durabilità. Ma credo sia necessario guardare attentamente al nostro uso estensivo delle materie plastiche e chiederci quando l’uso di questi materiali ha, o non ha, senso».

Valter Lupetti

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Valter Lupetti
Tags ambiente

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