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SAN ZENO SOSTENIBILE
A San Zeno di Arezzo non si costruisce solo il termovalorizzatore ma anche una zona industriale interamente ecostenibile. L’area prevede una rete di distribuzione dell’idrogeno, una rete per l’acqua potabile ed una rete per l’acqua industriale, rete per la fibra ottica, colonnine per la ricarica di idrogeno e di energia elettrica, totem solari ed w-fi libero oltre ad un’area per il deposito temporaneo degli imballi, una stazione ecologica ed una pista ciclabile.
COMITATO REFERENDARIO TOSCANO
Si è costituito il Comitato Referendario Toscano “vota si per fermare il nucleare”, vi hanno aderito le seguente associazione toscane: Arci, Arci Servizio Civile, Ambiente e Lavoro, Cittadinanzattiva, Ecologisti Democratici, Fare Verde, Greenpeace, Legambiente, Rete dei Comitati per la Difesa del Territorio, Si alle rinnovabili No al Nucleare, W.W.F..
LA TOSCANA DETTA LE REGOLE PER LE AREE NON IDONE ED IL FOTOVOLTAICO A TERRA
Con la legge Regionale n°11 del 21.3.2011 pubblicata sul BURT n°12 del 23.3.2011 la Toscana fornisce le prime indicazioni sull’individuazione delle aree idonee ad osiptare gli impianrti fotovoltaici a terra. La nuova legge apporta alcune modifiche a due norme preesistenti e contenute nelle Leggi Regionali n°39 del 24.2.2005 e n°1 del 3.1.2005.
LIVORNO PROVINCIA ETERNIT FREE
La prima provincia Toscana ad aderire alla campagna “Provincie Eternit Free” è qualla di Livorno che va a rimpianguare la lista delle 23 provincie e due regioni italiane che hanno aderito al progetto “liberaci dall’amianto” promosso dalle associazioni Legambiente ed Esco Azzera Co2. Il protocollo di intesa è stato sottoscritto in questi giorni e prevede la bonifica delle coperture in eternit di capannoni agricoli ed industriali sostituendo la copertura in eternit con quelle fotovoltaiche. I proprietari possono ospitare almeno 200 KW di energia fotovoltaica investendoci da soli oppure affitare la copertura all’associazione AzzeroCO2 la quale provvederà a sue spese alla bonifica dell’amianto, alla sostituzione della copertura con quella fotovoltaica in cambio di una cessione temporane della copertura per 20 – 25 anni.
DALL’ENERGIA OSMOTICA IL 13% DEL FABBISOGNO MONDIALE DI ENERGIA
I ricercatyori dell’Università di Standford affermano che sarà possibile soddisfare il 13 % del fabbisogno mondiale di energia sfruttando l’energia prodotta dal passaggio dell’acqua dolce dei fiumi in quella salata del mare. L’idea si basa sull’utilizzo di una semplice batteria composta da due elettrodi (uno negativo ed uno positivo) immersi inizialmente in acqua dolce e caricati elettricamente, la batteria viene poi immersa in acqua salata che contiene 60-100 volte gli ioni presenti nell’acqua dolce, questa porta un’incremento del potenziale elettrico tra i due elettrodi e fa si che si può ottenere più elettricità di quella imòpiegata inizialmente per caricare la batteria.
IL 2010 E’ STATO UN ANNO VERDE
L’Italia lontana dai riflettori è alle volte migliore della sua immagine pubblica. Il mondo ammira il sistema tedesco, per la sistematica moltiplicazione dele fonti di energia pulita che ha creato 350.000 posti di lavoro, e guarda con perplessità al nostro procedere a strappi, senza regia, con tanti ripensamenti. Eppure alla fine i campioni italiani tengono testa ai tedeschi non solo nel calcio ma anche per l’utilizzo delle rinnovabili: Lecce ad esempio produce energia da fonti alternative come Friburgo, mito dell’enegia nordica. Nel 94% dei Comuni Italiani vi sono installati impianti da Fonti rinnovabili, 20 sono i Comuni rinnovabili al 100% (Morgex e Brunico in testa), 7661 Comuni ospitano almeno un impianto, il 22% dei consumi elettrici sono stati coperti da impianti energetici che sfruttano energie rinnovabili, sono 4384 i Comuni che hanno installato pannelli per la produzione di acqua calda, 374 i comuni che osiptano impianti eolici (per una potenza di 5.758 MW) 946 i Comuni che hanno impianti di Mini-idraulico (per una potenza di 988 MW) 290 i Comuni che sfruttano la geotermia, 1033 i Comuni che sfruttano le Biomasse ed il Biogas. Tutto questo credo sia sufficiente per associarci all’appello che migliaia di lavoratori, imprenditori, associazioni culturali ed ambientaliste rivolgono al governo per ritirare il Decreto che ha imposto il “tetto” ai contributi