1983. Ho 5 anni, abito a Camucia e la mamma mi porta con sè a scuola guida. C’ha da prendere la patente, ‘sta meravigliosa donna che da poco ha trovato “il posto fisso” e quei 5km di strada fino a Cortona li vuole fare in macchina (l’indimenticata R5 bianca col cambio sul cruscotto) piuttosto che a bordo del suo mitico Ciao. Saliamo su una Golf diesel primo modello e il tizio della scuola guida fra un compassato “Si va a destra” e un “Si va a sinistra” (cortonesi avete già capito di chi sto parlando…vero???) accende un proto-stereo mangiacassette di quelli con le due manopolone tonde ai lati e il buco per il nastro in mezzo, di quelli che rubavano i tossici per comprarsi la droga, e dalle casse esce “La mia nemica amatissima” di Gianni Morandi, cantata dal mitico qualche mese prima a Sanremo
Poi il ritorno a casa e la mamma che canticchia ancora “Vorrei dirti che ti amo senza pudore, con un po’ di odio e senza rancore” (ce l’avrà avuta col babbo?), mette un nastro consunto nel nostro epico registratorino portatile e insieme ascoltiamo Canzoni Stonate, quella sì che era davvero un capolavoro, uscita un paio di anni prima. E brividi allora e adesso, se ci ripenso
Ok, ha i capelli tinti, dice tante ovvietà, non s’è mai scritto una canzone, fa un po’ ridere quando continua a fare il supergiovane e poi c’è quella buffa leggenda metropolitana sulla sua coprofagia, ma alla fine è meglio di tanti altri. Lo ha confermato col suo show televisivo dall’Arena di Verona, una specie di risveglio dell’orgoglio italiano, in cui Fiorello ha giganteggiato, la Carrà ha umiliato Lady Gaga ricordando a tutti chi è stata la prima a fare certe cose e Morricone ci ha confermato che il nostro potrebbe essere anche un paese di musicisti straordinari, a volerlo.
E poi lo ammetto: ancora se ascolto Uno su mille e penso ai 10 anni di oblio di Morandi lungo tutti i ’70, quando ha patito come un cane ma non s’è arreso, mi commuovo e lo stimo…e anche per questo almeno fino al 1988 è stato il mio eroe
Tant’è che avevo il 45 del gufo con gli occhiali (trattasi di Sei forte Papà), mi esaltavo coi suoi serial Tv ed ero pure a Cortona, sotto all’albergo San Michele, ad aspettare invano un autografo quando venne in città con la nazionale cantanti (c’erano anche Jovanotti, Ramazzotti, Pupo, Ruggeri e tanti altri, ma la gente era lì quasi tutta per Morandi)
Poi, per fortuna, ho scoperto i Beatles