Altro giornalismo…

Leggendo on-line un noto quotidiano di storia pluridecennale,  mi sono imbattuta in un articoletto che così recitava: “Troppo bella per lavorare, è costretta a licenziarsi”. E poi, a margine, la dicitura “tema caldo”. L’ozio del momento mi ha condotto ad approfondire ed ho scoperto la storia che segue: una trentatreenne  inglese, che lavorava come ricercatrice scientifica a fronte di un compenso annuo di trentamila sterline (ah, però: così tanto vengono pagati oltremanica?), si è licenziata perché ostacolata dalla propria avvenenza, in quanto i colleghi maschi sbavavano in sua presenza, cagionandole disagio e le colleghe invidiose viceversa la detestavano.

La malcapitata dunque,  è ora tornata a chiedere sussidio ai genitori, costretti ad un esborso mensile di 4500 sterline per finanziarle appartamento a Notting Hill, vestiti e vita sociale (quest’ultima voce prevedeva 1000 sterline mensili, ma io non ricordo che una birretta al pub costi tanto cara a Londra, che caspita di vita sociale fa, il nostro piccolo genio?). Che poi, a ben vedere, comunque non sarebbe stata in grado di mantenersi, anche lavorando sarebbe stata sotto il budget almeno del trenta per cento.

Ora sorgono diverse domande e questioni.

Innanzitutto, il fatto che un quotidiano di ragguardevole importanza, seppure in versione gratuita e on-line, riporti “notizie” di una tale irrilevanza e demenza. Dunque sono questi i mali che affliggono il mondo? Sono queste le notizie di cultura, o di costume?

Poi la considerazione si fa più ampia, l’articolo fa riferimento al mondo scientifico e il modo ancor m’offende: la pulzella in questione era una ricercatrice, ecco dunque l’opera di demonizzazione nei confronti di quanti fanno dello studio il proprio mestiere, secondo cliché abusati, nonché banalissimi stereotipi sessisti:

1)      Chi è bravo a scuola è brutto, altrimenti viene deriso dai suoi simili secchioni, che ostentano in genere occhiali e aria piuttosto trasandata.

2)      Gli uomini pensano solo a “quello”, scienziati o no, poiché con difficoltà dominano i propri istinti. Si trasformano facilmente in bruti che non riescono più a lavorare perché troppo intenti a molestare una studiosa.

3)      Le donne, è cosa cognita, sono delle arpie. Poi, se si tratta di scienziate e dunque racchie, sono anche gelose perché i bruti di cui sopra che mai le avevano degnate ora invece hanno il testosterone a livelli vertiginosi.

4)      La ragazza bella e ben vestita viene emarginata in un ambiente di persone socialmente inette.

L’aspettativa sale, man mano che si legge l’articolo: ma chi sarà questo fenomeno, questo miracoloso sunto di fisico e cervello, o magari di fisico e… fisica (non era specificata la disciplina scientifica)? C’è la foto: una persona più vicina alla normalità che all’avvenenza e, per giunta, con l’eye-liner applicato in maniera inappropriata. Sarò invidiosa pure io, in quanto donna di Scienze?

Scommettiamo che tra qualche tempo la vedremo (anzi, la vedrete, io per fortuna non ho il televisore da diversi anni) in qualche trasmissione a fare la soubrette?