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A Tony…un se semo capiti…

A Tony, un se semo capiti…me devi fa pure er basso!“. Battuta storica da una gemma nascosta del nostro cinema minore, quel bel filmetto che un tempo sarebbe stato definito “di genere” che corrisponde al nome di L’odore della notte. Una banda di rapinatori romanacci assalta l’appartamento di Little Tony (che intepreta sè stesso) e nel corso della rapina lo costringe a eseguire il suo cavallo di battaglia, Cuore matto. Ma ci vogliono anche il basso, e allora tu tu tu tu tu tu tu tu…

Dispiace davvero che se ne sia andato, il grande Little, o Litter come si diceva a Roma. Un altro simbolo di un’Italia (si, vabè, lo so che era cittadino sammarinese…) col sorriso a 32 denti, la testa all’america e tanto amore per la musica. Un’Italia che piano piano, pezzo dopo pezzo, scompare.

Lui era stato folgorato da Elvis, come tanti della sua generazione e da quel momento la sua vita era cambiata. Giubbotto di pelle, capello fluente, colpi d’anca, gestualità da macho. Little era il nostro King, seguito fedelmente dal fratello, abile chitarrista rock’n’roll, in tutti i suoi concerti.

Di lui ho sempre ammirato il coraggio e l’eterna spontaneità. Elementi che possono nascere solo dalla passione che alla fine è anche un po’ follia, l’unica cosa che ti spinge ancora, oltre i 65 anni, a presentarti sul palco con quelle giacche improbabili. Ho il 45 di Cuore matto, e ogni tanto lo giro nel piatto nelle mie serate trash casalinghe. E se ripenso a mia nonna che cantava a tutta voce Riderà mi vengono le lacrime agli occhi

Questa, secondo gli esegeti, è stata musica minore. Vero. Puro scimmiottamento all’amatriciana di modelli esteri. Vero. La stessa cosa su cui campano adesso i Club Dogo, tanto per fare un esempio, i nostri tanto in voga rapper all’italiana.

Ma Little ormai era un’istituzione, e faceva ancora il pieno alle feste dell’Unità. Anche a Camucia, qualche anno fa, quando riempì la piazza e ci fece sinceramente divertire. Ci riusciranno, fra 35 anni, i Club Dogo?

Michele Lupetti

Colui che nel lontano 2006 ideò tutto questo. Fondatore e proprietario di ValdichianaOggi, dopo gli inizi col blog "Il Pollo della Valdichiana". Oltre a dispensare opinioni sulle cose locali è Beatlesiano da sempre (corrente-Paul Mc Cartney), coltiva strane passioni cinematografiche e musicali mescolando Hitchcock con La Corazzata Potemkin, Nadav Guedj con i Kraftwerk. I suoi veri eroi, però, sono Franco Gasparri, Tomas Milian, Maurizio Merli, Umberto Lenzi... volti di un'epoca in cui sarebbe stato decisamente più di moda: gli anni '70

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  • L'articolo del nostro Direttore mi allieta ,pur nella dolorosa circostanza.
    Mi allieta perchè un giovane direttore dalla sensibilità musicale,che ben ricordo,ci consente di ricordare un uomo ,un artista che come altri della sua generazione è stato espressione di un' Italia appassionata,semplice,costruttiva,perchè no,spensierata.
    Allora ,come ricorda con dolcezza Michele,si cantava,nelle case a finestre aperte,nelle strade,cantava il vicino di casa.Il merito di di Little Tony,oltre che l'essere un bravo cantante,è stato ,secondo me ,quello di avere coinvolto nella sua passione per il Rock,la musica di Elvis,il popolo ,la gente.
    Quelli della mia generazione allora più giovani di Little,di Bobby Solo ,per citare un suo amico e collega,ricordano molto bene la portata della musica leggera, il valore aggregante in quegli anni ormai lontani.
    Little Tony,Bobbi Solo,Gianni Morandi,Celentano erano i nostri riferimenti ,i nostri miti italiani.
    Chi non ricorda il mitico Cantagiro.!
    Ritornando al caro Tony,io credo che si possa riflettere come il riferirsi ad un mito in genere,nel caso all' insuperabile voce ora potente ,ora dolcissima di Elvis Presley,sia sempre artefice di cose egregie.
    Little Tony ha contribuito così a far conoscere quella musica che veniva da oltreoceano in tempi nei quali non c'era il web,ma ha anche trovato una sua dimensione artistica ,di cantante,che gli ha consentito di essere amato e stimato e di rimanere attivo nel tempo.E'incredibile ,ma ci ha lasciato e con lui se ne va ancora quella parte della nostra italianità più vera e genuina.
    Lo ricorderemo per sempre.Lucia Bianchi.

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Michele Lupetti

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