Ancora e speriamo per molti anni, ché nel resto del mondo occidentale, sua culla e nutrice nel secondo dopoguerra, pare funzionare sempre meno, da Brexit a Trump ai movimenti populisti e xenofobi europei. Si, appare ormai inadeguato lo schema della rappresentanza democratica cui eravamo abituati, in cui i cittadini si dividevano su diversi programmi di governo, mentre oggi si distinguono per classe sociale e culturale a prescindere, sembra, dalle conseguenze programmatiche strategiche del voto.
E’ diventato tanto complesso il mondo globalizzato che solo le classi medio-alte riescono in qualche modo a comprenderlo ed esprimere ragionevolmente un voto di merito, mentre le classi medio-basse votano semplicemente “contro” o “pro” una vaga non compresa idea o un capo, come più o meno purtroppo accadde nel primo dopoguerra in Europa con le nefaste conseguenze che conosciamo.
Oggi il voto sembra rappresentare una reale “lotta di classe” fra abbienti acculturati e non abbienti non acculturati, che rischia di avere esiti terribili, perché la globalizzazione è inarrestabile, come incontrastabile è il rafforzamento della finanza internazionale.
A Cortona, come in tutte le realtà più piccole e più semplici, in cui si discute di questioni accessibili a tutti e modificabili, il voto funziona ancora e non riesco a trattenere l’esplicito invito a tutti i cittadini di non lasciarsi attrarre dal vortice del mondo esterno ma di restare alle questioni di “casa nostra” con buona dose di razionalità, unica base su cui si costruisce e migliora la democrazia vera, altrimenti potremmo correre il rischio di avere come prossimo sindaco un “Trump chianino”.
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Considerato che il numero degli "abbienti acculturati" ,proprio per le conseguenze della "globalizzazione" ,si fa sempre più piccolo, rispetto a quello dei "non abbienti non acculturati",dovremmo concludere che la "democrazia" non ha alcun futuro.Nè a Cortona,nè nell'universo mondo.La polarizzazione risultante da quella tendenza produce,infatti,in entrambi gli schieramenti ,tendenze autoritarie.Tecnocratiche,da un lato,"populiste",dall'altro.Chi pone tali premesse, farà bene a tratteggiare la fisionomia del futuro Trump chianino.Apparterrà allo schieramento tecnocratico ,oppure a quello "populista"?Alle urne l'ardua sentenza.Nel mentre ,riflettiamo sui complessi rapporti tra Collodi,Minghetti,Depretis e Crispi.Affrontarono e risolsero,da par loro,ed in modo niente affatto localistico, questioni analoghe.Quando in Italia c'erano davvero degli "abbienti acculturati".