La cultura ha incominciato ad invadere i monumenti di Castiglion Fiorentino in modo sistematico, ardito e spavaldo. Ben fatto ! In questo sabato estivo, con due splendide iniziative, la cultura a Castiglion Fiorentino, come sempre piu’ spesso accade, si e’ voluta appropriare ed impossessare di due scenari monumentali tra i piu’ noti di Castiglione, le Logge Vasariane ed il Chiostro di San Francesco.
Castiglion Fiorentino ha la particolarita’, come struttura urbanistica, di disporre di un numero notevole di spazi monumentali costituiti da Piazze, Chiostri (oltre il Piazzale del Cassero) che nessun comune della Valdichiana possiede in tale numero, ne’ Cortona che nella splendida struttura mediovale non ha piazze monumentali ne’ Montepulciano che di una sola piazza monumentale (ma di grandioso spessore architettonico) come Piazza Grande,
E’ un bene per la comunita’ castiglionese che l’utilizzo di questi complessi e spazi sia appropriato al suo spessore architettonico ed incominciare a vedere, come in questa occassione, il loggiato Vasariano, oggetto di una iniziativa letteraria del Santocce Storm Festival, nella sua armonia geometrica rinascimentale senza essere offuscato dalle auto parcheggiate nell’antistante piazza, e’ una degna cornice alla presentazione dei due libri della serata presentati da due autori, Mita Feri e Massimo Granchi, che venendo da Siena di piazze monumentali se ne intendono.
Mita mi ha colpito, e devo dire emozionato, per la passione di come ha presentato e raccontato la sua opera, Echi di Nostalgia, una storia d’amore intensa e profonda con cui ha voluto raccontare un aspetto umano delle missioni militari all’estero in cui il suo personaggio viene coinvolto e tragicamentee minato.
Massimo Granchi, senese di madre e cagliaritano di padre, ci ha presentato, con il libro Occhi di Sale, una storia che racconta in modo originale, facendo parlare in prima persona tre amici, il rapporto tra figli e padre nella sua Cagliari in cui una generazionale si apprestava a occupare il suo spazio; tema non facile parlare di padri attraverso le parole del figli e basterebbe solo questo per apprezzare io libro.
La serale conquista ed invasione teatrale del solenne e maestoso Chiostro del Convento di San Francesco e’ un avvenimento che deve essere ricordato e riproposto in modo sistematico per altre iniziative per incominciare a progettare ed utilizzare la ricchezza scenografica del chiostro e del convento ben oltre i pii utilizzi come ora.
La Piccola Orchestra delle Officine della Cultura si e’ inserita in questo ambiente solenne, utilizzando le colonne ed archi come palco teatrale e le lapide cimiteriali come sfondi, in modo sicuro e istrionico con una sintesi musicale degli ultimi suoi lavori con proposizione di brani di opere teatrali tra cui Petrolini e l’opera da Tre Soldi di B. Brech.
La resa acustica e scenografica in questo ambiente e’ stata una esperienza per me inaspettata come la conoscenza di questi artisti.
Si chiama piccola questa orchestra ma anche dal basse altezze si puo’ raggiungere alte vette di interpretazione artistica come ben ha dimostrato l’interpretazione di stravaganti e surreali personaggi di Ettore Petrolini e soprattutto come hanno dimostrato che anche un’opera da Tre Soldi puo’ valere piu’ di un infinito conto in banca.
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