Un bar in fallimento (Il Caffè Vespasiano), una moglie che lo tratta da inetto, una figlia che lo rende senza autorità. La condizione del protagonista de “Il Diavolo Custode” (titolo un po’ rubato a “Il Diavolo Custode (quasi amici)”, di Philippe Pozzo di Borgo) di e con Vincenzo Salemme è disastrosa. Riuscirà l’arrivo del Diavolo a “salvare” questa triste condizione? Vendere l’anima per avere in terra un’esistenza soddisfacente?
No, neanche il Diavolo potrà niente davanti a questa disperata condizione, che porterà lo sventurato a compiere una carneficina, uccidendo l’intera sua famiglia, ritrovandosi infine in un ospedale psichiatrico.
Detta così la trama sembra veramente drammatica, quando in realtà il testo è una vera e propria commedia alla Salemme, in cui il regista disegna un perfetto personaggio per il suo essere attore (Il Diavolo appunto), un personaggio camaleontico, in grado di tramutarsi in una sorta di gangster prima, in un postino poi, in un disabile infine, accompagnato sempre dal suo simpaticissimo aiutante, di cui non si capisce quasi nulla del suo dialetto di Catanzaro.
La scena è dominata da un orologio sullo sfondo, come a volerci ricordare la terribile inesorabilità del tempo che passa e che noi non sappiamo sfruttare al meglio, “Non sappiamo più goderci il tempo come una volta”, dice Salemme alla fine, riusciamo solo a complicarci la vita, dimenticandoci di come si può essere felici.
Divertente il testo, anche se a volte forse un po’ ridondante, auto-costruito, come si diceva, su misura per il Salemme attore comico virtuoso, a cui piace giocare con questo virtuosismo, delle volte dilungandosi forse troppo, e questa pesantezza è accentuata dal fatto di proporre una messa in scena senza intervallo.
Ottima la prova degli attori, di Vincenzo Salemme in primis (tolto il limite del testo, di cui ho già parlato e che non ha niente a che vedere con le abilità attoriali); il suo assistente Nicola Acunzo è eccezionale nell’esprimersi senza potersi fare capire, giocando sulle sue ottime capacità gestuali. L’altro protagonista del palcoscenico è Domenico Aria, bravo nel suo ruolo di uomo schiacciato dal nervosismo della moglie, dall’egoismo della figlia e dal falso buonismo del fratello prete.
Stefano Duranti Poccetti
Il Diavolo Custode
Di e Con Vincenzo Salemme
Regia Vincenzo Salemme
Con
Nicola Acunzo
Domenico Aria
Floriana De Martino
Andrea Di Maria
Antonio Guerriero
Raffaella Nocerino
Giovanni Ribò
Scene Alessandro Chiti
Musiche Antonio Boccia
Costumi Mariano Tufano
Luci Umile Vainieri
“Il Diavolo Custode”. La divertente maschera del Diavolo
Da: Corriere dello Spettacolo (www.corrieredellospettacolo.com)
Cortona, Teatro Signorelli. Mercoledì 6 febbraio 2013