{rokbox title=| :: |}images/stories/cortona1.jpg{/rokbox}Abbiamo parlato alcune settimane fa, sulla scorta dell’arrivo dell’estate e di alcuni articoli giornalistici che approfondivano la “movida” (o meglio la “non-movida”) cortonese di “sindrome A Cortona nun c’è gnente” propria dei giovani cortonesi da svariate generazioni, intenti più che altro a lamentarsi dello stato delle cose, ma molto poco propositivi. Intanto traiamo con piacere la conferma che la sindrome non colpisce proprio tutti ma che gli esempi positivi ci sono: fra questi come ogni anno riluce quello del Festival musicale Insanamente, quel “Cortona Sound Festival” che anche nel 2010 si presenta ai blocchi di partenza e si spera possa continuare a farlo in futuro.
Quel caso, visti i successi delle edizioni 2008 e 2009 (con Caparezza e Morgan), dimostra come da un semplice sussulto di volontà giovanile possono nascere cose interessanti, pur nelle ovvie difficoltà logistiche ed economiche di una kermesse totalmente gratuita e organizzata con l’esclusivo apporto di giovani locali. Interessante e lodevole anche, sul piano dell’iniziativa privata, la serie di concerti programmati in Piazza Signorelli per il mese di Luglio.
Ecco allora che, lasciando da parte la musica, viene in mente il frangente-cinema e il fatto che ormai ci si trovi, per il terzo anno consecutivo, senza l’interessante appuntamento del cinema estivo all’aperto ai Giardini Pubblici del Parterre. Di questo problema ne parliamo per il la terza volta, sperando che almeno quest’anno le nostre prese di posizione possano servire a qualcosa.
Come suggerimento ai giovani delusi dall’assenza di vita e di appuntamenti interessanti nella cittadina etrusca ci viene da proporre un recupero di questa tradizione, magari con elementi di innovazione che possano risultare al passo coi tempi e con le mode. Un bel cartellone, legato magari ad altri eventi collaterali (qualche invito importante, qualche “dopo cena” particolare); il tutto gestito in forma associativa con l’ovvio e necessario sostegno di enti pubblici e sponsor privati e un po’ di tolleranza per quanto riguarda orari e emissioni sonore potrebbe essere competitivo e invogliare un po’ di gente. Da una piccola cosa, forse, potrebbe partire qualcosa di più ampio, e in questo si potrebbe via via coinvolgere questo o quel locale, questa o quella struttura cortonese. Perchè forse un’altra sindrome cortonese, oltre a quella del lamento fine a sè stesso, è quella del voler far da sè. Fare squadra, probabilmente, sarebbe invece uno dei modi per tirare avanti in modo migliore. E fare squadra magari anche con territori limitrofi, vedi “Trasimeno Blues” che parte ancora una volta il prossimo 22 Luglio, ma anche quest’anno senza Cortona.