Quando scrivevo le letterine alla mia amata di sette anni non esistevano il cellulare e tanti orpelli. La gelosia eppure c’era già. Potevi essere geloso persino del suo babbo, che legittimamente a casa avrebbe letto le epistole amorose di un ottenne senza ancora capelli bianchi in testa e ci avrebbe riso con la moglie la sera, prima di copulare. Poi è arrivata la pubertà.
Le lettere le leggeva solo lei, ma tu eri geloso del capo classe alternativo che sorrideva a tutte come a dire “ho un pitone sotto la slip bianca con la sgommata”. Arriva la maturità, all’anagrafe nel mio caso, e la gelosia nasce dal compagno di banco di una tua lei che frequenta un’altra scuola. Potevi anche essere geloso di un boy stempiato già all’epoca che sedeva accanto a lei sul bus del ritorno a casa. Poi i primi cellulari. Chi le avrà fatto lo squillino alle sei del pomeriggio, mentre tra una versione di aristotele e un the al sapore di fragola provi a guardarla pensando che sarà il bastone della tua vecchiaia? Intanto, nessun capello bianco in testa e qualcuno inventa gli sms che impazzano il giorno del suo compleanno mentre tu provi a concentrarti sulla cerimonia di donazione del regalo più brutto del mondo. Passa il tempo e arrivano le email e il dubbio di entrare sul suo account provando le eventuali possibilità di combinazione tra user e password.
Mentre sarai lì a pensare alla soluzione il tempo passa ed ecco i giganti del futuro. Si chiamano iPhone e insieme a lui facebook, viber, iMessage, skype e in taluni casi anche youporn. Per ognuno di loro un trillo diverso, come se ogni potenziale amante possa avere una suoneria diversa, ma magari è solo l’amica del cuore che la tagga sulla foto dei pasticcini bislacchi cucinati per i nonni. Tu però non lo saprai mai e l’unica cosa che ti verrà in mente sarà la canzone “Ogni volta” By Vasco tempi d’oro e la rassegnazione ti assalirà l’animo mentre ancora nessun capello bianco all’appello. Si chiama iGelosia, perchè oggi tutto comincia con “i”. Non esisteva manco la biro quando Catullo ha scritto una cosa del tipo “ciò che una donna giura all’amante, scrivilo nel vento, affidalo all’acqua errante”, dove l’acqua errante, oh sommo poeta, per me equivale a quella dello scarico del cesso automatico dell’autogrill (se funziona). Colonna sonora: Gelosia canaglia By Al Bano & Romina