240 firme di iscritti del PD da consegnare entro le ore 20 di venerdì: è partita la corsa ai seggi parlamentari anche in Provincia di Arezzo e si vivono ore di grande attesa e incertezza prima di completare il quadro dei candidati. Ad annunciare le loro candidature, tramite la loro pagina Facebook, finora sono stati solo in 2: l’uscente Donella Mattesini, deputato dal 2008, e Marco Donati, assessore al bilancio del Comune di Arezzo e figura di spicco della corrente “renziana” della provincia che si è rivelata la più fedele al Sindaco di Firenze in Italia. Entrambi i nomi erano dati sin dall’inizio come papabili: la prima non può far altro che chiedere una riconferma, l’altro ha dalla sua l’onda favorevole del grande risultato renziano alle primarie e ha tutte le carte in regola per realizzare un vero “colpaccio”.
Per il resto dello scacchiere, con la candidatura del Segretario Provinciale Marco Meacci che era data per probabile, ma ancora non ha ricevuto conferme ufficiali, rimane da chiarire l’elemento delle deroghe: c’è l’opportunità di chiederle per chi, da regolamento, non potrebbe candidarsi perchè occupa altre cariche. Ciò potrebbe rimettere in campo il consigliere regionale ed ex Presidente della provincia Vincenzo Ceccarelli, indubbiamente una delle figure politiche più influenti in provincia.
In virtù del necessario rispetto delle “quote rosa” che richiedono almeno un 33% di candidati donna per il parlamento in un’ordine di lista che possa garantire adeguata rappresentanza femminile, gli elettori potranno esprimere due preferenze, una per un uomo, l’altra per una donna. Ciò equivale a dire che potrebbero nascere dei “ticket” uomo-donna, specie se dovesse restare in piedi il dualismo fra renziani e bersaniani con ogni corrente pronta a presentare il suo “pacchetto” tentando l’en-plein. Non è però detto che questi schematismi reggano alla trasposizione sul locale.
Quello che incuriosisce, semmai, è come si riuscirà a dare adeguata rappresentanza a tutti i territori, elemento a mio avviso più importante rispetto alle correnti di partito. La Valdichiana è da tempo senza propri rappresentanti e paga un ruolo un po’ da parente povera rispetto ad altre zone della provincia, con la (parziale) scusante della presenza in parlamento della sinalunghese Rosy Bindi. Sarà in grado stavolta la Valdichiana di esprimere una figura in grado di entrare nella contesa con un risultato positivo? In uno scenario da 2 posti (e solo alla Camera) per la provincia di Arezzo (come è stato dal 2008 a oggi) il gioco si complica molto, ma stando ai sondaggi la logica fa pensare che il PD possa conquistare molti più seggi rispetto al 2008, quando fu sconfitto dal centrodestra. Forse, stavolta, ci sarebbe l’occasione: vediamo se gli esponenti locali del PD saranno in grado di coglierla