Lunedì si riunisce l’assemblea nazionale del PD chiamata a definire le regole per le primarie dei parlamentari. Grillo ha appena fatto le sue “Parlamentarie”, riservandole agli iscritti del MoVimento 5 stelle con la candidabilità di chi già era stato in lista in precedenti consultazioni comunali e regionali. Bersani le aveva promesse come unica possibile risposta all’incapacità delle Camere di modificare il “Porcellum”, saranno fatte (pare) il 29 e 30 Dicembre prossimo, col voto aperto a tutti coloro che si erano iscritti alle recenti primarie per la scelta del premier (oltre 3 milioni e mezzo di italiani).
Moltissime però le incognite che si spera vengano chiarite proprio all’inizio della settimana per poi partire con un rush finale che si preannuncia biblico. L’X Factor del PD sta arrivando (insieme, pare, anche a quello di SEL), profuma di toscanità (la nostra Regione a fronte di una legge elettorale non certo eccelsa ha istituzionalizzato le primarie per la scelta dei consiglieri regionali) e il tempo stringe.
Da capire prima di tutto chi sarà candidabile e con quali modalità. Questo punto è cruciale perchè applicando le regole ai collegi provinciali si può cominciare a parlare di nomi più o meno “papabili” anche per quanto riguarda la nostra realtà locale.
Si potranno candidare tutti? Dovranno raccogliere firme?
Proprio nella nostra Provincia i giornali hanno già iniziato il valzer dei nomi, in cui stamani si è inserito anche il Sindaco di Cortona Vignini che a La Nazione ha dichiarato di non escludere una sua possibile candidatura. Con lui sui giornali continuano a essere nominati Vincenzo Ceccarelli, Enzo Brogi, Marco Meacci, la parlamentare uscente Donella Mattesini e alcuni “renziani” fra cui Marco Donati e Stefania Magi
Da chiarire anche il discorso delle incompatibilità: se per Sindaci e assessori non dovrebbero esserci problemi, stante anche la legge nazionale che prevede la compatibilità fra la carica di parlamentare e di primo cittadino, potranno però candidarsi i Consiglieri Regionali?
C’è poi da capire come si articoleranno le dinamiche interne al partito, che in Provincia di Arezzo ha dimostrato con l’ultimo voto alle primarie di essere fortemente controcorrente, risultando come più volte scritto dai giorni la provincia più “Renziana” d’Italia.
Altra incognita è quella delle modalità di espressione del voto: alle elezioni si eleggono infatti deputati e senatori. Saranno consegnate due schede e ogni candidato dovrà scegliere se scendere in campo per la Camera o il Senato?
C’è poi il tema delle quote rosa, per il quale si prevede un’alternanza uomo e donna del 50%. Si potranno dare due preferenze, una a un uomo e una a una donna?
Infine: come verranno trasposti i risultati delle singole province nella scheda elettorale che invece è organizzata su base regionale? Dove finiranno i candidati aretino rispetto a quelli di Firenze o Pisa o Livorno o Siena ecc???
Una sola cosa è certa: una volta che si finisce fra i primi della lista del PD sulla scheda elettorale, che come è detto è uguale sia per il Senato che per la Camera in tutta la Toscana, l’elezione è sicura; visti anche i dati dei sondaggi che danno il PD oltre il 30% su scala nazionale, dato che in Toscana sarà sicuramente battuto (si prevede almeno il 40%).
Ecco quindi che il piatto è molto invitante, e di sicuro in molti non si lasceranno sfuggire questa occasione.
Infine, per i nauseati delle primarie, una nota positiva: la campagna elettorale sarà brevissima. Poco più di una settimana