Tormenti, di Furio Scarpelli. Un romanzo diverso, non tanto per i contenuti, quanto nella forma: si tratta infatti di un “graphic novel”, un romanzo grafico, in cui disegni e fumetti sottolineano ed integrano il testo. L’autore, Furio Scarpelli, è uno dei più grandi sceneggiatori del cinema italiano, insieme ad Agenore Incrocci con cui formava la coppia professionale “Age&Scarpelli”, e l’impronta cinematografica si legge anche in questo libro, chiarissimo, ironico e anche poetico; amaro e a volte cinico, proprio come uno di quei film che hanno raccontato e accompagnato la nostra Storia e le nostre storie, penso a “La grande guerra”, o a “La banda degli onesti”, per citarne solo due dei tanti.
I disegni, eseguiti dallo stesso autore, sono bellissimi, incredibilmente espressivi.
Siamo negli Anni ’30, inizia la guerra civile in Spagna, ma le informazioni sono confuse, non si capisce chi siano gli usurpatori del potere e chi i liberatori del Paese, ed ecco che torna in mente per analogia il film “Tutti a casa”. Tornati in patria, la cornice è spettacolare: la Roma di un tempo, già in parte devastata dai cantieri del Regime, ma sempre splendente del suo fascino eterno.
Malgrado le premesse, si scoprirà ben presto che non c’è un buono e un cattivo: anche quando i gesti di qualcuno possono apparire antipatici e sgradevoli sono dettati dalla Vita, dai sentimenti, dalle circostanze. Persone che tentano di sfuggire al proprio destino e alla realtà, ma sarà solo un’illusione. Dunque ecco la popolana Lolli che si monta la testa quando il brizzolato avvocato Rinaldo Maria Bonci Pavonazzi la corteggia e la copre di regali; mentre l’una tenta ingenuamente di risalire la scala sociale, l’altro sogna di tornare giovane e trascura in modo imperdonabile gli affari, pagandone poi amaramente le conseguenze. Superata l’ebrezza mondana, Lolli comincia a distinguere i difetti dell’attempato cavalier servente e rivolge le sue attenzioni a Mario, ragazzotto prestante, ex-pugile ed ex-studente. Il fato, come è consuetudine, stravolgerà il corso della vicenda: dopo un primo incontro-scontro tra rivali a Roma, rimandata a casa e restituita al suo destino di lavandaia la ragazza, i due uomini inaspettatamente ed inconsapevolmente si ritroveranno, amici-nemici, sul fronte spagnolo. Le vicende dei tre sono accompagnate e sottolineate da numerosi comprimari; molti di questi fanno letteralmente sbellicare con dissacranti sortite in romanesco indirizzate contro “er capoccione”, con l’irriverenza tipica dei capitolini. Belle ed intense le figure delle donne che ruotano attorno a Lolli; donne disilluse, come se ne incontrano ancora nelle borgate: sensuali e grevi al contempo, smaliziate e dirette. Tra i parenti dell’avvocato spicca invece il suocero, che lapidario bacchetta il genero con fare impietoso, umiliante per il Bonci, che ne è bersaglio, ma malignamente divertente per il lettore.
Quest’opera è insolita non solo nella forma grafica, ma anche espositiva: dopo un inizio narrato in prima persona dalla stessa Lolli, si passa alla terza persona con l’autore stesso, ritratto di spalle e con un pedante indice verso l’alto, che sottolinea come sia più opportuno un racconto “esterno” per un approccio più obbiettivo.
L’epilogo non c’è, sta al lettore immaginarlo, ma è amaro e probabilmente drammatico.
“Tormenti”, uscito postumo nel 2011, è l’ultimo regalo alla nostra cultura di un Maestro che ha amato il Belpaese e lo ha rappresentato infallibilmente per decenni: esempio di come storie drammatiche di esistenze comuni, talvolta meschine, possano essere rappresentate in forma di commedia senza piagnistei e retorica, ma sempre con affetto e pietas verso gli stessi personaggi e ciò che rappresentano.