Un tempo, quando si faceva conoscenza con un castiglionese, gli si chiedeva: “Ma tu come fè casèto?“; oggi gli si chiede: “Ma te sei favorevole alla centrale?“. Siamo alle solite, in merito al nuovo progetto della centrale a biomasse che Powercrop ha previsto di costruire a Ca’ Bittoni, nell’epicentro della Valdichiana aretina, a pochi metri dalla Chiana e nel mezzo della tipica cultura agricola di cui tutti noi facciamo parte.
Siamo alle solite anche nelle chiacchiere della gente. Io c’ero alla famosa presentazione del primo progetto che si tenne nel settembre 2010 al teatro comunale di Castiglioni, con tanto di acceso dibattito finale; io c’ero l’altro giorno a Rigutino, alle 10 di mattina di un giorno feriale, in una sala così piena da far riflettere, visto si presume che almeno la metà dei presenti (poco meno di 200 persone) abbiano chiesto mezza giornata di ferie per esserci. Insomma, l’argomento scotta. Anzi: brucia. In questi due anni è successo tutto o forse niente. A Castiglioni è successo il finimondo, Comune dissestoto, Brandi al rogo, la meteora Cesarini.
Eppure la centrale è sempre l’argomento più delicato, così delicato che sta diventando una guerra. Da una parte Powercrop che fa (giustamente) i suoi interessi e, ben consapevole dei timori della gente – l’ad Raimondo Cinti mi ha confidato, fra il serio e il faceto, che legge Valdichianaoggi… -, presenta un progetto dove i camini sembrano cancellati con un tocco di Photoshop (e chissà da dove usciranno i 2.600.000 tonnellate di ceneri prodotte ogni anno), dove le vernici marroni e verdi darebbero l’impressione di una fattoria, dove si dice, en passant, che i motori dei due impianti sarebbero inadatti a bruciare rifiuti. E dove, quando si dice che il Polo consumerà circa 75 litri di acqua al minuto, non viene specificato che tale quantità corrisponde al consumo medio di 243 famiglie. Dall’altra il Comitato Tutela Valdichiana, che si sta battendo da anni con toni duri e inquietanti contro lo spettro della centrale che sarebbe solo un sistema di incenerimento. Siamo affiancati dalle istituzioni, ha detto Gianni Mori, e il riferimento è a Fanfani, a Vasai, al sindaco Bittoni. Bittoni ha parlato di “colonizzazione”, e ha confermato la sua linea di pensiero contro questo tipo di progetto.
Ma, citando Fanfani, non può che venirmi in mente lo zio, che nel 1961 tagliò il nastro allo Zuccherificio e quindi non posso non citare che la maledetta centrale trova origine proprio nella necessità della riconversione dell’area ex-Sadam, sia per compensare i posti di lavoro persi, sia per riqualificare a livello ambientale la zona. Ebbene da almeno due anni nessuno ha mai parlato dell’area. Si è così concentrati a battagliare su questa centrale, che il motivo iniziale della guerra se lo sono dimenticati tutti. In principio Powercrop parlò di un avveniristico quanto utopistico progetto di un campo da golf abbinato a un polo ricettivo (albergo e ristorante); oggi non c’è nemmeno quello. Mi è stato fatto notare che non rientrava in questa prima fase: non lo metto in dubbio, ma a me pareva fondamentale. Se avete la sfortuna di aggirarvi in quelle zone troverete scheletri e carogne di animali, frane nel terreno, rifiuti buttati là come una discarica. Qual è la posizione del Comitato Tutela Valdichiana?
Passiamo dunque alla domanda iniziale: “Ma te sei favorevole alla centrale?”.
Il mio giudizio in merito conta quanto il due di picche quando briscola è cuori, e poi mi è difficile ragionare freddamente in questo clima di terrorismo psicologico in cui, onestamente, mi fa più paura il pensiero dei 75 litri d’acqua consumanti ogni minuto che gli allarmi sulla salute – scagli la prima pietra chi non è responsabile, nel suo piccolo, dell’inquinamento globale. Però una considerazione mi vien dal cuore. In Italia le fonti rinnovabili incidono sulla produzione di energia elettrica per il 24% circa, siamo al settimo posto in Europa, però si potrebbe e si dovrebbe far meglio; le biomasse rappresentano appena il 12% di questa fetta (un terzo della media europea). Eppure, secondo la vox populi, l’eolico deturpa il paesaggio e ammazza gli uccelli; il fotovoltaico non si sa come smaltire il silicio e poi è brutto da vedersi; il nucleare è il diavolo in persona, il gas viene associato ad Hitler e le biomasse emettono polveri sottili nocive nell’aria.
Ok. Ma dove lo vogliamo ricaricare il nostro iPhone stanotte? Lo sapete che gli incentivi pubblici per le rinnovabili incidono sulle nostre bollette Enel per il 14%? Prendiamo una bici con la dinamo e iniziamo tutti quanti a pedalare?