E’ da ieri pomeriggio che cerco di resistere alla tentazione di scrivere un articolo di commento sul grande ritorno della “baggianata del giorno“, caso già sviscerato l’estate scorsa e tornato prepotentemente di moda con lo “choosy” del ministro Fornero, l’esternazione sulle eccessive pretese dei giovani in cerca di prima occupazione. Essendo una baggianata va presa come una qualsiasi “Cassanata” di quelle che ci facevano sorridere qualche mese fa durante gli europei, ma nel frattempo è bene ricordare al Ministro alcune cose
Ad esempio che siamo una generazione talmente “choosy” che per studiare quello che ci piace e poter arrivare a realizzare nella vita le nostre aspirazioni si va via di casa a 18 anni, in topaie in cui conviviamo con minimo altre 2 o 3 persone pagando un bel po’ di euro spesso senza neanche un regolare contratto; ci si fa tranquillamente massacrare dalle tasse universitarie pur studiando in università spesso indecorose sul piano delle strutture e della proposta formativa e per sbarcare il lunario ci si infila anche in lavoretti che nulla avrebbero a che vedere con le nostre aspirazioni, dicesi cameriere e altro ancora.
Siamo poi così choosy che, una volta laureati, sempre per rincorrere i nostri sogni ci attacchiamo anche a stage che dovrebbero essere pagati e non lo sono, in cui dovremmo lavorare 4 ore al giorno ma a noi va pure bene farne 12
Incassiamo pure un bell’arrivederci e grazie a fine stage, ma continuiamo a sperare, e magari accettiamo pure di fare qualcosa che assomiglia al lavoro che sognamo anche se non ci viene pagato, cercando nel frattempo di sbarcare il lunario con lavoretti nelle ore che ci avanzano
Andiamo avanti fra lavoro nero, fra lavoro a zero euro, passando per contratti a tempo determinato, lavoro a chiamata, sperando sempre che qualcosa cambi e ringraziando intanto i nonni e la sorte che è stata benevola tenendoceli ancora in vita. Passiamo i 30, e siamo sempre lì, e ora dobbiamo pure sentirci i “rimproveri” di chi è arrivato, e probabilmente ci giudica con un po’ di supponenza e superficialità
Il grande problema del paese, su cui nessuno ancora è riuscito a intervenire in modo serio, non sono quindi le troppe pretese dei giovani, ma il fatto che tutti si sentano in grado di fare tutto e spesso il “sistema” mandi avanti gli incapaci che se la cavano con la scaltrezza piuttosto che quelli che meritano veramente. Più che generalizzare e dare un po’ a tutti degli “schizzinosi” o, nella migliore delle traduzioni possibili, dei “pretenziosi” il Ministro avrebbe quindi fatto meglio a prendersela con quelli (una parte) che fanno i furbi, o piuttosto con quelli che non si rendono conto dei propri limiti e vogliono comunque arrivare a fare cose che non sanno fare. E guarda caso son sempre quelli che ti passano avanti