Sulle Province, per ora, non ho mai parlato. La linea-Lupetti, del tipo “Non ha senso accanirsi su chi fa il capoluogo, anche se la legge andrà pur rispettata (e quindi Arezzo ha ragione a pretenderne il rispetto), ma più che altro bisogna discutere se la riforma porterà miglioramenti o peggioramenti per noi cittadini” non mi convince a pieno perchè si limita ad accettare la soluzione meno peggio fra quelle che ci vengono imposte dal governo nazionale e regionale. Io penso invece che, di fronte a una riformicchia (cit. Enrico Rossi) che è una schifezza e a una proposta di macro-aree francamente irricevibile perchè non semplifica un bel niente e allontana tutto dai territori, si debba pretendere che il vincitore delle prossime elezioni pensi a una riforma nuova e completa, non si perda in chiacchiere, e trovi una nuova formula davvero efficace.
Quale potrebbe essere questa formula?
Io ho pensato in questi giorni a un ritorno al passato che spinga nella direzione di un riavvicinamento delle istituzioni “intermedie” alle singole entità comunali. Nel senso delle Intercomunali, o Unioni dei Comuni, raggruppamenti “di vallata” o “di comprensorio”, non troppo piccole, non troppo grandi, più facilmente identificabili senza che si scatenino faide campanilistiche. Ad esempio, in Valdichiana aretina, la classica cinquina Cortona – Castiglioni – Foiano – Lucignano – Marciano. Con raggruppamenti di questo tipo si potrebbe pure ipotizzare una completa cancellazione delle Province, riducendo però i traumi in termini sia di democrazia che di “logistica”.
Si dirà che le Intercomunali furono sperimentate negli anni 80, con risultati riconosciuti quasi universalmente, a distanza di anni, scarsi. Vero: ma l’esperienza fu viziata dal fatto che, non togliendo nulla dell’esistente (Comuni, Province e Regioni) le Intercomunali erano sostanzialmente inutili in tempi in cui l’idea della gestione associata dei servizi era ancora totalmente pionieristica. Adesso le cose vanno diversamente e l’idea dell’Unione dei Comuni è maturata già in alcune realtà, ad esempio nella Valdichiana senese o in alcune vallate aretine.
Le Province, quindi, potrebbero anche scomparire, se sostituite con altri intermedi a distanza minore, ma sufficiente a potersi rapportare in modo proficuo sia con i livelli comunali che con quelli regionali.
Perchè no?