Se vivessimo in un Paese Normale, l’iter autorizzativo per la costruzione dell’inceneritore a biomasse a Poggio Ciliegio (in sede di riconversione dell’ex zuccherificio SADAM) richiesto dalla Powercrop, sarebbe morto e sepolto… Infatti, scorrendo la delibera della Giunta Provinciale di Arezzo n. 356 del 20.7.2012 (…Procedura di fase preliminare alla Valutazione di Impatto Ambientale, di competenza provinciale, relativa al “Progetto di Polo Energie Rinnovabili di Castglion F.no”, da realizzarsi in Loc. Bittoni (Poggio Ciliegio) Comune di Castiglion F.no…”)
si evince che: 1] l’ARPAT ha sentenziato che la zona di che trattasi è vulnerabile ai nitrati, tale da non poterne sopportare ulteriori carichi; 2] la Soprintendenza BAPSAE ha detto che la localizzazione è fortemente impattante sul paesaggio (zona agricola della bonifica della Val di Chiana); 3] l’Autorità di Bacino del Fiume Arno ha praticamente rilevato che il bilancio dell’acquifero non consente il prelievo delle enormi quantità d’acqua necessarie al funzionamento della centrale (la crisi idrica picchia particolarmente duro in Valdichiana); 4] la Provincia di Arezzo, con atto di Giunta n. 90 del 23.2.2012, ha chiesto alla Powercrop di considerare, nell’individuazione del sito, “…il minor consumo possibile di nuovo suolo…il riutilizzo di aree degradate da attività antropiche, pregresse o in atto, tra cui, in primo luogo, siti industriali…” (inoltre, il PTCP all’art. 34, prescrive una distanza minima di 200 metri tra attività produttive e civili abitazioni, distanza che non c’è per almeno 6 case); 5] la Regione Toscana, con Risoluzione del Consiglio del luglio 2011, ha disposto esplicitamente che – affinché la regione medesima possa intervenire per agevolare l’iter di riconversione – l’ubicazione dovrebbe essere quella più volte definita naturale, ovvero il vecchio sito dello zuccherificio (tra l’altro, essa si è più volte espressa per il riutilizzo di aree industriali dismesse o, in alternativa, per il completamento di aree non sature, vedere l’art 18 del PIT Toscana); 6] il Comune di Arezzo (con delibera di GC n. 268 del 13.6.2012) è assolutamente contrario alla localizzazione a Poggio Ciliegio, quindi ai propri confini, sia per la presenza di un’Area di tutela paesistica degli aggregati, vincolata e di pregio, sia perché trattasi d’intervento di trasformazione di area agricola e non di un semplice recupero ambientale; 7] il Comune di Castiglion F.no ha espresso sin d’ora parere negativo alla realizzazione del progetto, del tutto “indipendentemente dalla sua localizzazione” (Delibera CC del 19.6.2012) considerando un’industria di tali dimensioni “…incompatibile ed incoerente con il governo del territorio e soprattutto non corrispondente con il modello di sviluppo che vogliamo per Castiglion F.no”.
Invece…invece che si dice, dopo tutto questo popò di pareri negativi, ad esito dei quali una persona normale si aspetterebbe uno stop al progetto? Ecco che si dice: “…per quanto fin qui indicato, non sussistono elementi tali da consentire di evidenziare con certezza eventuali profili di incompatibilità…”. Già, non viviamo proprio in un Paese Normale…
Fausto Tenti (Segretario Provinciale Arezzo PRC/FdS)
[.noresp.]