E’ una settimana che, probabilmente per noia, mi concentro sui temi più disparati, e in questa miriade di argomenti affrontati la storia dei puffi – di cosa altro dobbiamo conversare oggi? – ha ottenuto un ampio spazio. Dopo aver regalato un puffo quattrocchi giocattolo, per di più non apprezzato, la discussione è sfociata in una diatriba, che in confronto le voci sull’esistenza del mostro di Loch ness non sono che misere chiacchiere al pub. Insomma puffo quattrocchi è puffo Brontolone o sono due puffi diversi? Questione di vitale importanza nella vita di noi ggiovani disoccupati e per fortuna la diatriba è stata risolta magnificamente da wikipedia, pria che diventasse un caso nazionale confermando l’esistenza di entrambi i puffi – un giorno potrebbe essere la domanda finale al chi vuole essere milionario
Ora quella che potrebbe sembrare ai più una discussione futile e che Zygmunt Bauman definirebbe conseguenza da identità multipla è sfociata – con la pioggia di venerdì casa mia è diventata la foce di un fiume – ulteriormente in un interessante spunto di riflessione personale. E se non è il lavoro, o un paio di scarpe non può essere altro che la condizione della donna e la solita battaglia vs i mulini a vento che combatto puntualmente da sola.
Nella pagina di wikipedia dedicata ai puffi appare la descrizione di Puffetta esattamente così riportata “Puffetta è un Puffo femmina, inizialmente cattiva e dai capelli neri e crespi, nasce come creatura del mago Gargamella con l’incarico di mettere i puffi l’uno contro l’altro; fu trasformata poi da Grande Puffo in una vera puffa. Ha lineamenti più delicati rispetto agli altri Puffi, i capelli biondi e lunghi, indossa un vestitino bianco e scarpe col tacco bianche”.
Soltanto io noto la palese e visibile discriminazione di genere? E di colore di capelli?
Praticamente nella storia puffetta agli albori era una puffetta castana, un po’ trascurata, un po’ acida e cattiva, creata per creare scompiglio nel villaggio dei puffi e soltanto in seguito accettata dal gruppo dopo l’ intervento di Grande puffo che ha pensato di trasformarla in una puffetta bellina, un po’ vanitosa, dolce, mansueta e… ovviamente bionda. E così iprovvisamente diffondiamo il messaggio che con un po’ d’acqua ossigenata e un fiore in testa sono tutti felici e puffcontenti.
Grande Puffo lo aveva capito che “ai puffi piacciono le puffette bionde”