E’ difficile ricevere un’educazione sana in un Paese in cui il fan di Batman entra al cinema e sparacchia a casaccio per dire “I like”, o in cui il sindaco di NY fa pagare 15 dollari una lattina di CocaCola per ridurre l’obesità, o in cui un pasticcere di origine italiana cucina le salsicce in padella con la panna spacciandole come il miglior piatto della cucina mediterranea. Dovrebbe essere per questi e altri motivi che gli americani crescono male.
Invece no, è tutta colpa degli orali (gli esami sessuali) che fin da piccoli attanagliano i giovani statunitensi. Lo dicono degli scienziati di Atlanta che danno anche un po’ di numeri sul fenomeno. Le prime esperienze di sesso orale, secondo lo studio, iniziano presto, fra i 15 e i 17 anni (44% dei maschi, 39% delle femmine). Non ho capito come si colma il gap del 5%. Ci penso su, mentre continuo a leggere l’inchiesta con molto interesse. L’approccio orale è diverso tra razze, sempre secondo la ricerca. Per esempio i neri (non ispanici), solitamente iniziano il sesso vaginale prima rispetto ai bianchi, mentre questi ultimi prediligono per le prime esperienze il sesso orale. C’è persino chi pratica il sesso orale prima ancora di essersi chiuso in bagno con postalmarket. Tutto questo, secondo gli scienziati, nuocerebbe gravemente alla salute (fisica e mentale) dei giovani provocando malattie impronunciabili che non avevo mai sentito prima. Insomma dopo i NO TAV, arrivano i NO PETTING. Mi aspetto ora manifestazioni in cui si bruceranno tutti gli Harmony e i Dvd di Rocco Siffredi. Che non ci sono più le mezze stagioni lo sappiamo già. Tra un po’ potremo dire “non ci sono più le camporelle”. Colonna sonora: Notte prima degli esami By Antonello Venditti