Con la giornata di ieri – e aspettando quella di oggi – l’Italia ha raggiunto quota undici medaglie. L’oro arriva dalle cannibali del fioretto: Errigo, Di Francisca e Vezzali che solo la circostanza – la gara a squadre – ha unito per un risultato eccezionale. Sì, perchè loro, al “volemose bene”, hanno contrapposto una tensione agonistica feroce, senza tanti baci e abbracci da podio. La gara individuale ne è stata l’esempio. L’altra medaglia viene dal canotaggio, con l’argento di Sartori e Battisti nel due di coppia. L’acqua non è poi così amara per l’Italia. Basta che non si parli di piscine. Lì, tra cianuro in megabyte e polemiche, s’è scatenata una guerra fatta solamente di chiacchiere.
Medaglia d’oro alla permalosità di Filippo Magnini. Twitter è cattivo. Fatto di gente cattiva che di nuoto non sa una mazza e che è facile stare sulla poltrona e giudicare. Magnini ha chiuso l’account e uno dei suoi ultimi tweet è stato questo, datato 1° agosto: “Stare seduti e criticare. Che brutte persone. A tutti voi che criticate vi auguro di avere dei figli che si realizzeranno nella vita…”. Dicono più i tre puntini di sospensione che tutta la frase. Si dia il caso che se sei un personaggio pubblico e sul quale sono grandi le aspettative sportive, arrivino le critiche nel momento in cui fai schifo. E’ più stupido rispondere alle stesse incolpando chiunque, come ha fatto lui una volta uscito dalla vasca. E’ come uno spogliatoio di calcio: certe cose si tengono tra quattro mura, perchè le Olimpiadi non sono un reality. Unica lancia da spezzare a favore di Magnini è che il social network permette purtroppo la l’insulto virale anonimo e facile. L’importante è non dargli peso, ma c’è anche chi ha fatto meglio. Si tratta del fiorettista Giorgio Avola: “Niente twitter fino a fine Olimpiadi – ha scritto il 16 luglio – Proverò a parlare coi fatti!!! A dopo Londra”. Beh, nel fioretto è stata una disfatta per Cassarà&co. Avola però c’ha provato a tirare e a stare zitto su twitter.
Medaglia d’argento al taekwondo neozelandese, andato letteralmente a puttane. Non tutti i comitati olimpici e le federazioni sono ricche e possono permettersi il pagamento completo delle spese di trasferta ai suoi atleti. Ecco che dopo Pechino 2008 l’atleta di taekwondo Logan Campbell, rimasto senza lavoro, decide di aprire un bordello. Fine principale: utilizzare il guadagno per partecipare ai Giochi di Londra. L’attività ingrana subito, Campbell raccoglie presto i soldi per la trasferta olimpica, vende il bordello e si dedica solo alla sua disciplina. In Nuova Zelanda nessuno s’è scandalizzato perchè la prostituzione è un business legale. Lui però glissa ogni volta che gli vengono chiesti lumi sul tema.
Medaglia di bronzo a due acuti commentatori del web. Il primo: “Davvero nel 2012 ancora non hanno trovato un metodo migliore delle spille da balia per appiccicare i numeri sulle schiene degli atleti? “. Non male come osservazione.
La seconda: “Mettete la Vezzali in piscina”. Esagerato.
Medaglia di legno al sogno di Rosalba Forciniti. La judoka calabrese ha vinto nell’indifferenza generale il bronzo nella sua categoria. Quando Sky se n’è accorto ha iniziato a tempestare di domande la biondina che s’è prestata felice come una Pasqua all’attenzione dei media. Ispira sincera simpatia ma ha steccato quando ha risposto che le piacerebbe partecipare ad un reality, magari L’isola dei famosi, ma “solo per dare più visibilità al mio sport”. No. Stavolta non c’è cascato nessuno.