Sembra proprio che Arezzo stia finalmente per riabbracciare il suo figliol prodigo che dopo anni torna all’ovile, anni di peregrinazioni in giro per la Toscana e fino alla lontana Puglia – fra un po’ si faceva l’Odissea – e adesso me lo ritrovo di nuovo a 200 metri da casa.
Confidando nel vento dovrei riuscire a sentire anche bene l’eco, posizionata comodamente nel mio dondolo sotto il mio ulivo con i piedi teneramente appoggiati sopra la schiena del mio mansueto cane.
Ma no, ci vado al Festival, per carità, sempre e solo per il bene dell’ informazione e del presenzialismo, per cos’altro sennò.
Devo dire che un po’ di fibrillazione il mio cuore tachicardico la sente. A parte che non accorgersi del fermento da un paio di mesi a questa parte è praticamente impossibile: conferenze stampa su conferenze stampa, press kit che ricordano i manuali d’istruzioni aereonautici e che ti fanno guardare con commozione le istruzioni fumettistiche dell’ ikea e una capillarità nel territorio da invasione straniera, ma dopo che l’ho invocato a gran voce per anni le sere d’estate tutte uguali come potrei non gioire del suo rientro? E poi che rientro tipicamente aretino sarebbe senza un po’ di sane critiche? Tanto si sa che, noi aretini, siamo un po’ “botoli ringhiosi” all’inizio, ma poi dallo stadio in qualche modo ci passiamo, anche solo per dare un’occhiata, per sbirciare, per ricordare i vecchi tempi, per fare presenza.
Chi ha più di 25 anni – mea culpa – se lo ricorda di certo bene e le nuove generazioni ci andranno solo per vedere questa chimera che a differenza dell’altra è tornata ad Arezzo.
La mia prima volta in “quel dello stadio “era nel lontano 1990 e da li, complici due genitori un po’ naif e la comodità del semplice attraversamento pedonale, è stato un appuntamento fisso; l’estate ogni anno con le mie amiche si scandiva pre e post Arezzo Wave, aspettavamo con agitazione il nuovo utilizzo non calcistico dello stadio perchè “finalmente ad Arezzo c’era qualcosa da fare” e sembrava veramente che l’intera città si riversasse i giorni del festival tra i mercatini, tra le bancarelle di vestiti, nelle gradinate, nelle gradinate, nelle gradinate..
Era caccia all’orecchino o alla borsa particolare sempre con occhio puntato al palco e uno in giro per vedere chi c’era, per cercare tra la folla l’ago nel pagliaio anche lui travestito da Arezzo Wave con una t-shirt che sicuramente Kurt Cobain avrebbe indossato.
Come dimenticare il pret à porter da Arezzo Wave rigoroso per conformarsi meglio all’ambiente: borsa a tracolla possibilmente di tela, paglia o legno, scarpe rigorosamente basse e con lacci e stringhe che dopo una settimana chiedevano di essere liberati dalle catene, pantaloni larghi di lino e orecchini scacciapensieri che nemmeno le zanzare riuscivano a scacciare, figuriamoci i pensieri.
A metà luglio sapevi che l’estate era nel suo centro e finito il festival sentivi inesorabile l’avvicinarsi di agosto e poi di settembre.
I luoghi comuni sono rimasti certo nella mente degli aretini per anni: appena in centro vedevi un cane e un rasta “Ecco ci siamo, è quasi Arezzo Wave”, era come un campanello d’allarme che scandiva l’inizio, molto meglio di qualsiasi manifesto.
Strano che non fosse uno strumento di pianificazione comunicativa pensato ad hoc.
Comunque bando alle ciancie stasera la prima serata, e le novità sono tante: Cicciottà – il nome mi fa venire fame anche se è la città dei bambini – Sosta urbana di Sosta Palmizi invaderà la città con Danza wave, flash mob, tre workshop di Spazioseme a Contact Wave, l’Elettro Wave che darà la scossa la sera, il ristorante vegano per riprendersi dal cibo spazzatura e dalle birre di troppo e poi la musica retorica definirla la vera protagonista del festival ma così è. Stasera al Main Stage “Il teatro degli orrori” e Caparezza e alle 23.30 allo Sugar Reef Musicology la Night Wave, questa a costo zero.
Sarà diversa l’atmosfera? Come tutte le cose che se ne vanno e poi tornano, oppure aldilà delle polemiche sul costo del biglietto non proprio per tutti anti-crisi – 12 euro l’ingresso giornaliero, 20 euro l’abbonamento prima delle 20.00 e 30 euro tonde tonde dopo le 20.00 – sugli artisti invitati, Arezzo Wave torna a casa trionfale pronto di nuovo a scandire il tempo estivo?
Aspettiamo e vediamo, io verso le 20 mi avvierò a piedi…